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Opzione donna, al via le domande per la pensione anticipata: cos’è e a chi spetta

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anziana lavora

L’Inps darà la possibilità a tutte le lavoratrici con età e contributi adeguati di inoltrare la richiesta per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro: sarà possibile farlo accedendo al sito dell’Istituto di previdenza oppure tramite i patronati o i call center. A causa delle nuove regole in materia, introdotte con la Manovra, nel prossimo triennio potrebbe esserci un calo dell’87% delle istanze rispetto al 2020-2022.

Come funziona “Opzione Donna”?

Per le lavoratrici che intendono andare in pensione anticipata è possibile inoltrare la domanda per usufruire di Opzione donna. La Manovra 2023 ha però ristretto la platea. I canali a disposizione delle lavoratrici sono tanti. Uno di questi è tramite il sito dell’INPS, accedendo tramite SPID di Livello 2, CNS o CIE e seguendo il percorso: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensione anticipata “Opzione donna” – Domanda”.

Si può anche inoltrare la richiesta attraverso i servizi telematici offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge, oppure telefonando al Contact Center Integrato al numero verde 803164 o il numero 06164164. L’opzione donna è accessibile a tutte le lavoratrici disoccupate (la donna deve risultare licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto), le lavoratrici che assistono persone con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104 e lavoratrici con un riconoscimento di invalidità civile di grado almeno pari al 74%.

Età e contributi necessari

La lavoratrice, che sia dipendente oppure autonoma, deve avere 60 anni e 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2022. Ricordiamo che in presenza di un figlio il requisito anagrafico scende di un anno (59 anni), di due anni in presenza di due figli (58 anni). Per le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi i requisiti sono 58 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022 e si prescinde dal numero di figli.

Quest’anno rischiano di essere poco più di duemila le donne che potranno sfruttare “Opzione donna” per andare in pensione in anticipo, tenuto conto delle nuove regole stringenti introdotte dalla Legge di Bilancio. Con i vecchi requisiti, le potenziali beneficiarie di Opzione donna sarebbero state circa 40 mila. Secondo invece le attuali regole i beneficiari nel triennio 2023- 2025 sono circa 5100, di cui la metà, circa 2500, nel 2023. Rispetto allo scorso triennio, il valore dei prossimi 36 mesi è dell’87% più basso.

Il confronto con le parti sociali

Oggi 8 febbraio ci sarà il secondo confronto con le parti sociali al ministero del Lavoro sul tema della riforma delle pensioni. In questa sede sarà toccato anche il tema Opzione donna e più in generale della previdenza per le lavoratrici: a tal proposito i sindacati chiedono di tornare alle vecchie regole e anche il governo non esclude di rivedere i limiti. “Le donne devono essere maggiormente aiutate anche sul versante delle regole previdenziali”, ha sottolineato nei giorni scorsi il segretario della Cisl, Luigi Sbarra. Oltre ai sindacati, anche le opposizioni sono dello stesso avviso: in diversi emendamenti al decreto Milleproroghe viene riportata la possibilità di tornare alle vecchie regole e tra questi c’è anche uno del Pd che chiede di ripristinare i requisiti in vigore fino al 2022.

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