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Pensione a 55 anni: ecco per quali categorie, come si calcola l’assegno e quali sono i requisiti

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Andare in pensione a 62 anni

Di seguito, vi proponiamo una breve guida per quella parte di lavoratori che potrà andare in pensione a 55 anni. Vi mostreremo come verrà calcolato l’assegno e quali sono i suoi vincoli. Anzitutto, l’ordinamento italiano prevede la possibilità di andare in pensione a 55 anni, restringendo però questa opportunità a categorie limitate di lavoratori. Questo mentre la legge Fornero si avvicina a un bivio e mentre partiti e l’Inps suggeriscono riforme future al sistema pensionistico.

Le vie percorribili sono più d’una e si applicano alla professione, al periodo contributivo e allo stato di salute del contribuente. In ognuno di questi casi vanno rispettati requisiti imprescindibili. Il pensionamento a 55 anni è previsto per i lavoratori precoci, che hanno accumulato 41 anni di contributi e hanno iniziato a versarne prima del compimento del 19esimo anno di età. Situazione questa nota con il nome di Quota 41 e appannaggio di precise categorie di persone:

  • Chi ha svolto lavori gravosi, usuranti o notturni
  • Gli invalidi almeno al 74%
  • I caregiver che stanno assistendo da almeno sei mesi coniugi o famigliari fino al secondo grado portatori di gravi handicap

I contro di questa iniziativa? Uscire dal mondo del lavoro a 55 anni con 30 anni di contributi è possibile soltanto miscelando il diritto alla pensione con una condizione di invalidità. 

Quali requisiti devo possedere per andare in pensione a 55 anni?

La pensione “Quota 41 precoci” è prevista dall’attuale assetto previdenziale ed è stata concepita per chi ha cominciato a lavorare molto giovane. Essa pretende che il lavoratore abbia versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19esimo anno di età. La misura, tuttavia, è estesa a coloro che hanno cominciato a maturare capitale previdenziale a 14 anni e che possono andare in pensione dopo 41 anni di contribuzione.

Per quello che concerne i disabili, i loro requisiti devono includere un’anzianità contributiva maturata in cinque anni, tre dei quali conseguiti nell’ultimo lustro lavorativo e, inoltre, possedere il rilascio di un accertamento sanitario che ne attesti un’oggettiva difficoltà nel proseguire la propria attività professionale. A 55 anni hanno accesso alla pensione anche le donne dipendenti non vedenti, che hanno accumulato almeno 10 anni di contributi e hanno un’invalidità pensionabile almeno dell’80% (da non confondere con l’invalidità civile).

Come si calcola la pensione?

Qui, viene applicato il sistema misto e retributivo sulla parte contributiva accantonata prima del 1996 e, in seguito, viene applicato il sistema contributivo. Un esempio: a fronte di un reddito lordo annuo di 30mila euro al mese, l’assegno pensionistico sarà di poco inferiore ai 1.330 euro. A titolo di paragone, la pensione ordinaria anticipata sarebbe di circa 1.400 euro.

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