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RELAZIONE DEGLI ISPETTORI: ECCO LE CONCLUSIONI

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comune-pomezia3“Per ciò che riguarda la situazione finanziaria, i documenti contabili esaminati espongono dati che non rappresentano in maniera veritiera la condizione in cui versa l’Ente”. Così inizia, dopo i ringraziamenti, il documento che riporta le conclusioni fatte dagli Ispettori della Ragioneria dello Stato sul Comune di Pomezia, i dr. Vito Tatò e Alessio Di Cola. Una relazione di 165 pagine, alle quali va aggiunto un CD con circa 400 pagine di allegati con approfondimenti ai vari argomenti trattati, dai quali si evince che la situazione economica dell’Ente è diversa da quella conosciuta dai cittadini. “Per quello che riguarda la situazione finanziaria, i documenti contabili esaminati espongono dati che non rappresentano in maniera veritiera la condizione in cui versa l’Ente – si legge infatti nelle conclusioni redatte dagli Ispettori – E’ stato infatti riscontrato l’irregolare utilizzo dei servizi per conto di terzi per l’effettuazione di spese non autorizzate e prive di copertura finanziaria”. Gli Ispettori parlano anche di “conservazione in bilancio di residui attivi privi di idoneo titolo giuridico” e di alcune irregolarità “anche in relazione alle procedure con cui l’Ente effettua gli accertamenti in conto competenza”.

“La problematica più rilevante riguarda la conservazione in bilancio dei residui riferiti ai crediti vantati nei confronti dell’Aser Srl che, allo stato attuale, appaiono caratterizzati da elevati rischi di inesigibilità. A fronte di tali rischi, l’Ente non ha proceduto a stralciare i residui attivi dal conto di bilancio né ha previsto un fondo di svalutazione crediti di importo adeguato – proseguono gli Ispettori – L’esame della documentazione contabile ha evidenziato, inoltre, come non sia stata rispettata la corretta imputazione delle riscossioni alla gestione di cassa vincolata, consentendo potenzialmente all’Ente di utilizzare più risorse di quelle consentite, non tenendo conto dei limiti previsti dagli artt. 195 e 222 del D.Lgs. 267/2000. Quanto al Patto di stabilità, i dati comunicati dall’Ente non corrispondono a quelli contenuti nei conti consuntivi, sebbene non sia rilevabile un superamento dei limiti imposti”.

Vito Tatò e Alessio Di Cola hanno poi citato anche le società partecipate, ovvero la Pomezia Servizi ed il Consorzio universitario. “Il rapporto con le società partecipate – si legge nel documento – ha evidenziato significative criticità riguardo ai rispettivi rapporti di debito e di credito. I crediti vantati dalle società nei confronti dell’Ente sono di importo superiore a quello dei residui passivi presenti in contabilità, con potenziali effetti negativi sul bilancio”.

Particolare attenzione va poi al personale. “L’esame delle problematiche concernenti il personale ha palesato gravi criticità, sia per ciò che riguarda la costituzione del fondo per il trattamento accessorio, sia per il suo utilizzo. Le anomalie hanno riguardato sia il personale del comparto che quello dirigente. In particolare, il fondo per il trattamento accessorio del personale del comparto è stato costituito inserendo nello stesso risorse non previste dalla contrattazione collettiva operando inoltre incrementi significativi in assenza dei presupposti previsti. Relativamente all’utilizzo delle risorse del fondo, va rilevato come le somme corrisposte a titolo di produttività siano state, in molti casi, erogate sulla base di parametri automatici, determinando così una distribuzione “a pioggia”. Analoghe censure possono essere formulate in relazione alle progressioni economiche orizzontali, che sono state attribuite in maniera generalizzata in favore della totalità dei dipendenti, senza perseguire effettive finalità premiali. Le progressioni sono state attribuite anche nell’anno 2011, in palese violazione delle norme a contenere la dinamica retributiva. L’esame ha consentito di rilevare la scorretta erogazione di compensi  a carattere indennitario, nonché il pagamento di somme in violazione del principio di onnicomprensività della retribuzione”. Ancora peggio va per quanto fatto per i dirigenti. “Anche il trattamento accessorio del personale dirigente non è risultato in linea con le previsioni contrattuali, essendo stato incrementato il relativo fondo in assenza dei presupposti previsti. L’abbondanza di risorse ha permesso all’Ente di fissare retribuzioni di posizione particolarmente elevate, superiori all’importo massimo previsto contrattualmente ed in assenza dei relativi presupposti. E’ stata poi rilevata l’erogazione di compensi in palese violazione del principio di onnicomprensività della distribuzione dirigenziale”. Una specifica a parte va anche al Segretario Comunale. “Anche il trattamento accessorio del Segretario comunale è risultato non in linea con le previsioni contrattuali. In particolare, la retribuzione  la retribuzione di posizione è stata corrisposta in maniera superiore al consentito – in parte a causa della errata quantificazione della retribuzione di posizione dei dirigenti – è stato violato il principio di onnicomprensività ed è stata erroneamente quantificata la retribuzione a seguito dell’ultimo rinnovo contrattuale”. I premi sono poi posti sotto la lente d’ingrandimento. “Irregolarità sono state rilevate anche in relazione alla retribuzione di risultato, che è stata rogata in presenza di significative lacune del processo di assegnazione degli obiettivi e di valutazioni delle prestazioni”. In pratica, i sospetti che stipendi e premi fossero troppo alti erano più che giustificati.

“Criticità molto significative – proseguono gli Ispettori – sono state rilevate esaminando le procedure di reclutamento del personale. Sia le progressioni verticali che le stabilizzazioni sono state realizzate senza rispettare il principio di adeguato accesso dall’esterno. Inoltre, queste ultime hanno visto tra i beneficiari un gran numero di soggetti privi dei requisiti previsti dalle norme e sono state poste in essere ben oltre il periodo temporale consentito. Anche il ricorso a personale a tempo determinato non è in linea con il quadro normativo, essendo stato reclutato per far fronte ad esigenze ordinarie e non temporanee. Quanto ai dirigenti a tempo determinato, sono stati conferiti incarichi di staff per ricoprire posti vacanti in dotazione organica, in violazione delle disposizioni normative.”

Alla fine, ce n’è anche per l’affidamento dei servizi pubblici, che troppo spesso non seguono la strada dell’appalto ad evidenza pubblica. “Per concludere – sottolineano infatti dalla Ragioneria dello Stato – l’esame delle procedure di affidamento dei servizi pubblici ha evidenziato come, in alcuni casi, si sia proceduto alla proroga dei contratti in corso, invece di procedere all’affidamento mediante procedure ad evidenza pubblica. Particolarmente grave, per le conseguenze che ha avuto, è stato l’affidamento diretto al’Aser Srl del servizio di accertamento e riscossione dei tributi. Tale procedura, essendo stata già oggetto di interesse da parte della Magistratura penale e di quella contabile, oltre che posta in essere in un periodo ormai risalente nel tempo, non è stata oggetto di ulteriori specifici approfondimenti”.

Queste conclusioni sono solo un riassunto che indica quanto accadeva all’interno dell’Amministrazione. L’intera relazione verrà pubblicata a breve da Il Corriere della Città, per dare modo ai cittadini che andranno al voto il 26 e 27 maggio di avere un’idea più precisa dell’importanza della loro scelta.

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