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Ripresa economica: la prospettiva per le aziende italiane secondo Fabrizio Di Amato

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In una recente intervista Fabrizio Di Amato, fondatore e presidente del gruppo multinazionale Maire Tecnimont, ha cercato di spiegare e interpretare la ripresa e il rilancio dell’economia italiana dal punto di vista della grande imprenditoria italiana.

Tra sfide e opportunità, questa fase si prospetta ad essere una delle più critiche degli ultimi anni, un vero e proprio momento di transizione che si presta, in primo luogo, a un duplice pericolo: da un lato un’impresa corre il rischio di perdere posizioni e restare indietro, soprattutto oggi che i mercati globali obbligano ad essere sempre competitivi, mentre dall’altro si potrebbe rischiare di assumere un ruolo pioneristico. Entrambe queste posizioni presumono quindi una mancanza di equilibrio, per questo motivo Fabrizio Di Amato fa l’esempio di quanto avvenuto in Maire Tecnimont, dove si è investito con razionalità e strategia: è il caso di NextChem, attiva nel settore della chimica verde e nell’economia circolare è sì una nuova società avviata a fine 2018, ma raccoglie in sé diverse competenze e iniziative già avviate nel gruppo. In questo modo si è scelto di coordinare vari aspetti in un unico abilitatore industriale, in grado di assumere un ruolo rilevante nella transizione energetica.

Quello che ci si auspica è che, come prevedono molte analisi, questa crisi libererà diversi miliardi di investimenti. La capacità di fare e il ritrovato slancio a realizzare grandi opere potrebbero così portare ad uno snellimento dei processi burocratici, un’azione tanto urgente quanto necessaria per agevolare l’imprenditorialità. Il fondatore e maggiore azionista di Maire Tecnimont, Fabrizio Di Amato, porta come esempio sia quello del Ponte Morandi, che ha dimostrato la grande capacità del fare tutta italiana, che quello delle opere realizzate dal suo gruppo nel mondo che si occupa di realizzare grandi impianti in aree geografiche difficili in tempi record.

Le infrastrutture, in questa fase, possono dunque rappresentare uno dei volani della ripresa economica dato che per ogni euro investito ne vengono messi in circolazione tre. Se l’effetto moltiplicatore di queste opere è generalmente alto, bisogna però differenziare tra quelle opere che consentono di recuperare l’investimento di partenza e quelle che, al contrario, generano un debito creando però dei vantaggi indiretti.

Il tema delle infrastrutture riguarda, infine, anche la scuola: ci vuole un cambio di passo, la didattica a distanza deve necessariamente essere legata ad una infrastruttura di base per poter funzionare, ovvero una piattaforma di virtualizzazione e remotizzazione con i dati degli istituti.

 

 

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