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Il caso Elisa Claps, dalla scomparsa al ritrovamento del corpo

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Elisa Claps aveva 16 anni quando venne assassinata. Il suo cadavere fu ritrovato 17 anni dopo l’omicidio, nella soffitta della chiesa in cui era stata la mattina in cui si persero le sue tracce. 

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Danilo Restivo, condannato per l’omicidio di Elisa Claps – Ilcorrieredellacittà.com

 

Le indagini appurarono che la ragazza fu uccisa lo stesso giorno della sua scomparsa. 

Elisa Claps, dalla scomparsa ai sospetti su Danilo Restivo

Elisa Claps era figlia di Antonio, tabaccaio, e Filomena Iemma, impiegata. Aveva due fratelli maggiori, Ermenegildo e Luciano. Giovane e felice, era iscritta al terzo anno del liceo classico di Potenza. Il suo sogno era quello di laurearsi in Medicina. Elisa si divideva tra le amiche e la chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dove trovava conforto e rifugio. Lì, tra candele e confessioni, si intrecciavano le vite di notabili, operai e casalinghe. Segreti sussurrati in confessionale e speranze affidate a Qualcuno più grande di loro.  

Con la storia di Elisa si intrecciava quella di Danilo Restivo. Figlio di Maurizio Restivo, direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza, era un ragazzo molto problematico, ma quelle sue particolarità gli venivano spesso perdonate per la grande stima che il paese nutriva nei confronti di suo padre. Lo stesso parroco della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, don Mimì Sabìa, teneva in grande considerazione Restivo senior.

Con le sue bizzarrie, Danilo Restivo terrorizzava le giovani ragazze, a cui spesso tagliava delle ciocche di capelli, che gelosamente custodiva nella sua camera. Inviava lettere inquietanti e telefonava alle sue “prede” senza proferire parola, mentre in sottofondo un carillon suonava il brano “Per Elisa” di Beethoven.

Più di una volta Maurizio Restivo era intervenuto in aiuto di quel figlio problematico. Lo aveva fatto quando – appena 14enne – Danilo ferì un ragazzino con un coltello. All’aggressione seguì un processo, poi archiviato per amnistia. A 20 anni Danilo fu denunciato per stalking da alcune studentesse universitarie, sue vicine di casa e amiche della sorella Anna. Il secondo processo a carico di Danilo Restivo si chiuse con un patteggiamento, e in casa Restivo venne installato un contascatti al telefono.

Tutto questo, però, l’ingenua Elisa non poteva saperlo. Da oltre un anno Danilo Restivo continuava a corteggiarla. Pur avendolo respinto, Elisa non aveva il coraggio di tagliare completamente i ponti con lui, così quando l’11 settembre Danilo le telefonò per darle un appuntamento per l’indomani mattina per darle un regalo per la promozione, Elisa accettò senza preoccuparsi troppo. 

Il 12 settembre del 1993 la famiglia Claps aveva deciso di pranzare nella casa di campagna a Tito. I genitori e Luciano si avviarono intorno alle 10, mentre Ermenegildo ed Elisa li avrebbero raggiunti per ora di pranzo, insieme a Eliana De Cillis, amica di Elisa.

Le due adolescenti uscirono da casa Claps intorno alle 11 e 15, dicendo a Gildo che sarebbero andate in chiesa. In realtà Elisa aveva appuntamento con Danilo. Elisa ed Eliana si avviarono in via IV novembre, ma in piazza Mario Pagano si separarono. Elisa entrò con Danilo nella chiesa della Santissima Trinità. E da quel posto non sarebbe più uscita, se non 17 anni dopo, in una bara. 

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Il ritrovamento del corpo di Elisa Claps – Ilcorrieredellacittà.com

 

Immediatamente la famiglia si allarmò. Il giorno seguente fu formalizzata la denuncia di scomparsa. Il pomeriggio del 12 settembre, Danilo Restivo si presentò all’ospedale di Potenza con un taglio sul dorso della mano e i vestiti sporchi di sangue. Ai medici riferì di essere caduto su alcune scale mobili di un cantiere che si trovava in zona. Fu lui stesso poi a riferire che quella mattina aveva incontrato Elisa nella Chiesa della Santissima Trinità, ma di averla lasciata lì prima di tornare a casa. 

Nei giorni successivi alla scomparsa di Elisa, don Mimì Sabìa andò fuori paese, come aveva già programmato, e alla chiesa fu impossibile accedere, persino per gli inquirenti. L’incarico passò alla pm Rosa Volpe, che però in mano non aveva nulla. I vestiti di Danilo Restivo non erano stati sequestrati, non era stata effettuata una perquisizione della sua casa, né mai effettuata una perizia psichiatrica. Nei giorni seguenti al delitto, Danilo Restivo andò a Napoli con la scusa di sostenere un esame all’università.

Per tutto il tempo che era rimasto a Potenza, Danilo Restivo aveva tentato più volte di depistare le indagini. Nel 1999, dalla postazione computer di un sala giochi della città, inviò una mail alla famiglia Claps spacciandosi per Elisa e dicendo di trovarsi in Brasile e di stare bene.

Per sottrarlo alle accuse che aleggiavano su di lui, Maurizio Restivo gli trovò prima un lavoro a Roma, poi a Rimini, dove fu nuovamente denunciato per molestie e stalking da diverse donne. Iniziò una relazione virtuale con Fiamma Marsango, una donna di 15 anni più grande di lui e si trasferì da lei nel Regno Unito, a Bornmouth, dove la sposò.

L’omicidio di Heather Barnett e il ritrovamento del corpo di Elisa

Una volta a Bornmouth, Danilo Restivo si trasferì a casa della neo moglie, che viveva di fronte a quella di Heather Barnett, una sarta, separata dal marito, che viveva con i due figli di 11 e 14 anni. Anche Heather finì nella rete di Restivo. Un giorno Danilo si presentò a casa sua dicendo che voleva farsi cucire delle tende per la casa. Il 12 novembre del 2022, Heather Barnett venne trovata senza vita dai due figli – appena rientrati a casa – sul pavimento del bagno. La scena che si presentò agli occhi dei due bambini era un film dell’orrore: la madre aveva il reggiseno strappato, i seni tagliati e la testa staccata dal collo. Nelle mani delle ciocche di capelli di altre donne. 

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Casa di Heather Bannet, uccisa da Danilo Restivo – Ilcorrieredellacittà.com

 

Le prime indagini si concentrarono su quel vicino di casa, nel cui appartamento furono trovate decine di ciocche di capelli. Gli inquirenti britannici lo misero sotto sorveglianza e lo sorpresero più volte a spiare delle donne che si allenavano o passeggiavano nel parco della città. 

Intanto, in Italia, don Mimì Sabìa nel 2008 era venuto a mancare e a guidare la chiesa della Santissima Trinità era arrivato don Wagno. Il 17 marzo del 2010 il parroco contattò le autorità, perché gli operai che stavano riparando una perdita d’acqua in chiesa avevano trovato un corpo mummificato, con accanto un paio di occhiali rotondi. Il pensiero andò subito a Elisa Claps, che dopo 17 anni fu riconsegnata ai familiari per avere, almeno, una degna sepoltura. L’autopsia confermò che Elisa era stata accoltellata 13 volte, ma le condizioni del corpo non permisero di accertare se avesse subito o meno violenza sessuale. 

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La Chiesa della Santissima Trinità – Ilcorrieredellacittà.com

 

Il ritrovamento del corpo di Elisa venne ritenuto dai familiari della ragazza come una messa in scena, visto che la convinzione dei genitori e dei fratelli di Elisa era che don Mimì avesse sempre saputo che il corpo era in soffitta, e per questo non aveva mai permesso ai familiari di ispezionare la chiesa. Quel giorno di 17 anni prima, Elisa era stata spinta in soffitta da Danilo Restivo, che forse tentò di violentarla, strappandole i vestiti di dosso, e poi la uccise.

La condanna di Danilo Restivo

Intanto, gli inquirenti inglesi appurarono che Danilo Restivo era l’omicida di Heather, viste anche le similitudini emerse tra il delitto di Elisa Claps e quello della sarta inglese. Il 30 giugno 2011 Danilo Restivo venne condannato all’ergastolo dalla Crown Court di Winchester per l’omicidio di Heather Barnett. L’8 novembre 2011, il Tribunale di Salerno condannò Danilo Restivo a 30 anni di carcere per l’omicidio di Elisa Claps, essendo caduti in prescrizione i reati più gravi.

 

 

 

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