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Caso Cospito, niente domiciliari per il leader degli anarchici: i tribunali rigettano l’istanza

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Alfredo Cospito resta al 41 bis

Caso Cospito. È arrivata oggi, lunedì 27 marzo, la risposta dai due tribunali, quello di Sassari e quello di Milano, ai quali era stata presentata l’istanza affinché il leader del movimento anarchico, Alfredo Cospito, potesse usufruire della misura degli arresti domiciliari per gravi motivi di salute. Risposta che ha avuto esito negativo. Alfredo Cospito resterà, dunque, ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano in condizioni di detenzione da 41 bis. 

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Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito e le rivendicazioni degli anarchici

L’uomo è in sciopero della fame da 159 giorni e nel corso di queste settimane le rivendicazioni da parte degli anarchici, per mostrargli solidarietà e aventi come fine la revoca del regime di carcere duro al quale l’uomo è sottoposto, non sono mancate. Uno degli ultimi atti è avvenuto solamente ieri, quando la scritta: ‘Fuori Alfredo dal 41 bis’ è apparsa in un video sui distributori automatici di sigarette. Ieri, infatti, chiunque abbia cercato di comperare un pacchetto di sigarette si è trovato davanti questa scritta che pare, con molto probabilità, essere riconducibile ai gruppi anarchici i quali da diversi mesi a questa parte stanno prendendo posizione sulla vicenda. 

L’istanza rigettata 

Cospito aveva chiesto il permesso di poter lasciare temporaneamente il carcere per stare a Viterbo a casa di una sorella. Il motivo è da ricercarsi, per l’appunto, nelle sue gravi condizioni di salute. Basti pensare che l’uomo solo pochi giorni fa era rimasto vittima di un crisi cardiaca che poteva costargli la vita, oltre a rischiare una paralisi per tutta la vita e dei danni irreversibili, come ha raccontato il suo medico. Ora, di tutte queste informazioni le Corti che sono state chiamate a decidere ne hanno tenuto conto scegliendo però di sostenere il parere della Procura che aveva chiesto di respingere l’istanza. Dagli atti emerge inoltre che Cospito sia cosciente, consapevole dei rischi che sta correndo, nonché capace di intendere e di volere. Motivi per i quali potrebbe scegliere di mettere fine al proprio digiuno, così come di accettare le terapie, in qualunque momento. 

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