Home » Italia » Pace fiscale 2023: come funziona, quali debiti possono essere stralciati

Pace fiscale 2023: come funziona, quali debiti possono essere stralciati

Pubblicato il

La pace fiscale tiene ancora banco: riforma che è stata più volte ipotizzata, Salvini torna alla carica con una nuova proposta.

La pace fiscale ancora al centro del dibattito. Un’argomentazione spinosa finita in primo piano nell’agenda politica da quando il “saldo e stralcio” è diventato una priorità. Messo in dubbio, alcune settimane fa, per via del taglio del cuneo fiscale. Ora si torna a parlare di ipotesi, progetti ed eventualità. L’asso nella manica sembra averlo Matteo Salvini, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture lavora di gomito con il Governo per cercare una quadra: l’ultima ipotesi, in ordine di tempo, è quella che vorrebbe lo stralcio fino a debiti di 30.000 euro.

In altre parole: la posizione debitoria del contribuente scomparirebbe a patto che si paghi una percentuale del debito con il Fisco. Una sorta di compromesso che andrebbe di pari passo con la rottamazione delle cartelle, in cui va pagato tutto il debito senza sanzioni e interessi. Diverse concezioni di sconti e avvicendamenti. La differenza con il primo Governo Conte è che riguardava soltanto le persone fisiche ed era riferito esclusivamente ad alcune tipologie di debiti.

Mini-pace fiscale del Governo Meloni: cosa cambia, quali cartelle esattoriali verranno cancellate

Pace fiscale, Salvini torna alla carica: la nuova proposta sul “saldo e stralcio”

Una misura che andava a tutelare soltanto coloro che avevano un ISEE sotto i 20.000 euro e coloro che erano in grave difficoltà economica. Nell’attuale proposta del Ministro non è chiaro se queste limitazioni, con altrettanti vincoli, rimarranno oppure ci sarà un allargamento delle maglie. Sicuramente la pace fiscale è un cavallo di battaglia della politica sovranista che, in campagna elettorale, aveva detto: “Un Fisco più equo e amico è un obiettivo del programma elettorale. Motivo per cui le persone ci hanno premiato con le preferenze”.

Insomma l’impegno c’è. Esattamente come la volontà di mettere mano alle pensioni minime, ma l’agenda politica impone una manovra diversa: l’avvicinamento a questi temi deve essere ponderato e graduale, visto che in ballo ci sono anche gli equilibri di Governo. La parola d’ordine è evitare lo scontro: le parti sociali sarebbero, infatti, già sul piede di guerra. Le opposizioni, poi, fanno eco dicendo che si favorirebbero soltanto i grandi evasori: parlano di “mancette” termine usato da Conte che fa il paio al “pizzo di Stato”, espressione coniata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La battaglia è anche dialettica.

Il terreno di scontro sull’economia, oltre che fertile, è in continuo mutamento. La pace fiscale, unica cosa che mette d’accordo tutti, viene definita un “atto di buon senso”. I dubbi e le perplessità – in grado di generare attriti da una parte e dell’altra – sono rispetto alle modalità: il perchè è chiaro, il come ancora no. 

Impostazioni privacy