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LATIUM VETUS: TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’AMBIENTE

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“Il paesaggio è il grande malato d’Italia, devastato impunemente ogni giorno sotto gli occhi di tutti , per il profitto di pochi”: ecco la diagnosi lucida e spietata che fa il celebre prof. Settis in un suo famoso libro dal titolo Paesaggio Costituzione Cemento,  “Il Bel Paese – continua il professore –  oggi fa scempio di sé stesso, sommerso dal cemento che uccide la memoria storica e ferisce la salute, fisica e mentale”.

“In effetti – spiegano i rappresentanti dell’Associazione Latium Vetus – non è un segreto che in questi ultimi anni il consumo di suolo l’abbia fatta da padrone in Italia. Come in un autentica frenesia speculativa, la politica del mattone ha dominato e sacrificato – e purtroppo è ancora cosi – la tutela del bene comune, i beni culturali, il paesaggio, l’agricoltura. A partire dalle iniziative dei governi centrali di questa ultima legislatura fino ad arrivare a ciascuna Regione italiana, al di là del colore politico, fino ai più piccoli comuni, tutti prodighi nel sostenere e dare impulso ad un “allegro ed irresponsabile” governo del territorio. In queste condizioni è stato ed è – volutamente –  difficile fare tutela dei beni comuni del nostro patrimonio nazionale, potenziale volano della vera riqualificazione non solo edilizia, ma di ben altra natura ossia sociale, culturale, e civile. Anche nell’Agro Romano abbiamo assistito a questo triste spettacolino che farà ricadere su di noi, sui nostri figli e sulla vivibilità delle nostre zone i suoi pesanti effetti: una giungla di progetti e progettini urbanistici che stanno sconvolgendo l’aspetto di Roma e di tutto l’hinterland vicino. Proprio in questi giorni l’Assemblea Capitolina è impegnata nell’approvazione di circa sessanta delibere urbanistiche, una vera e propria variante generale dalle conseguenze assai fosche ed è proprio l’Agro Romano, vero fiore all’occhiello della nostra Regione, sempre più sotto l’attacco del cemento e delle varianti. Come valutare quanto fatto dall’Amministrazione comunale di Pomezia? Anche in questo Comune progetti urbanistici, piani integrati, e via discorrendo la fanno da padrone a danno del suolo agricolo e dei beni comuni. In tanti anni non si è saputo minimamente valorizzare una delle aree più belle e storiche del Lazio, l’area delle torri medievali di Santa Palomba. Una decina di monumenti meravigliosi, tra cui le splendide Tor Maggiore e Tor Cerqueto, ancora in contatto visivo fra esse: Tor Maggiore è da sempre abbandonata e rischia il crollo da un momento all’altro, mentre il comune non ha mai pensato di sviluppare la naturale vocazione turistica di quella zona ma anzi ha approvato alcuni anni fa un piano urbanistico per ingrandire anche in quell’area il  quartiere industriale.  Ad un vero “Sviluppo” con la S maiuscola che valorizzi i beni comuni, il patrimonio, il verde, l’agricoltura si continua ad opporre ciecamente un falso “sviluppo” fatto di centri commerciali e aree industriali al posto delle aree agricole, di degrado e abbandono dei beni culturali, di aumento della densità abitativa nelle periferie, di sacrificio del verde pubblico di pregio, di trasformazione  del paesaggio anche vincolato, il paesaggio di quello che è stato sempre conosciuto come il Bel Paese”.

“E’ ancora possibile – proseguono i volontari – pensare alla tutela e alla valorizzazione delle aree di pregio nell’Agro Romano? E una battaglia fatta di meri allarmismi oppure è veramente in gioco il futuro dei valori culturali che hanno caratterizzato il nostro territorio, la nostra identità, e che adesso sono messi in pericolo, assediati per il meschino perseguimento di interessi privati? Se ne parlerà domenica 27 gennaio 2013 a partire dalle ore 17,00 al Museo civico “Lavinium” di Pratica di Mare nel Comune di Pomezia in una conferenza curata dall’Associazione Latium Vetus dal titolo “La Campagna del Latium Vetus fra Tutela e Valorizzazione. La conservazione e i rischi del nostro patrimonio locale”. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Associazione Latium Vetus i valori, i beni e gli elementi di rischio di una ampia fascia di Agro Romano a cavallo fra il XII Municipio di Roma e il Comune di Pomezia”.

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