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RESTAURO CENTRO STORICO

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Ancora una volta Valentino Valentini analizza con occhio attento quello che succede in città.\n\n“Sono finalmente iniziati, seppur con colpevole ritardo, i lavori di restauro del centro storico. I primi edifici interessati sono quello che ospita l’ufficio postale e il primo a sinistra, provenendo da Piazza Indipendenza, di Via Virgilio. Un paio d’anni fa le colonne di questo giornale ospitarono un mio articolo, corredato da foto, che lamentava le pessime condizioni conservative in cui versava il nucleo storico della seconda fondazione. L’inizio di questi lavori dovrebbe essere per me un motivo di soddisfazione; non nascondo invece serie e fondate preoccupazioni. L’impianto architetturale del nucleo storico ha conosciuto durante il corso degli anni  gravi ferite. La cementificazione della piazza; l’arredo con aiuole circolari di travertino con stente querce e sedili che non consentono un agevole conversazione; sedili quadrati di travertino che, per sfavorire  la socializzazione e dare impulso all’incomunicabilità, guardano ognuno a un differente punto cardinale; la demenziale fontana, con le sue lugubri decorazioni, successivamente parzialmente modificata, ma che sempre orrenda rimane. Ma il timore più grande che nutro riguarda le  sorti del giardino. Concepito dagli architetti Concezio Petrucci e Luciano Mario Tonfaroli ( con l’ausilio degli ingegneri Emanuele Filiberto Paolini e Riccardo Silenzi) come parte essenziale dell’arredo del nucleo storico, nel corso degli anni è colpevolmente diventato un corpo estraneo alla piazza e alla città. Petrucci e Tonfaroli avevano assegnato, oltre a quella peculiare,  una funzione specifica al giardino:\n\nquella di aprire la vista ai Colli Albani. Pomezia nasce dalla fascista volontà risanatrice dell’Agro Romano; dal suo giardino si ammira la vista dei Colli Albani, da cui discende la potenza di Roma, mito molto caro all’uomo di Predappio. A decoro del giardino vennero messi a dimora dei pini marittimi, cosi come nella via Orazio, prosecuzione ideale della piazza verso il mare. Successivamente furono messe a dimora altre variegate essenze come i cavoli a merenda: cedri del Libano; cipressi; magnolie e una palma (speriamo non affetta da punteruolo rosso) al centro del giardino che preclude la vista dei Colli Albani. L’estraneità del giardino dalla realtà cittadina, ha fatto si che lo stesso si trasformasse in rifugio di sbandati dediti a dannosi, per la loro salute, consumi  e rifugio per incontinenti renali. A maggior decoro vennero realizzati dei bagni pubblici. Ricordo di aver scritto, con della vernice spray, la frase: latrina costruenda est, cui prodest? Colto sul fatto dai Carabinieri fui identificato e denunciato all’autorità giudiziaria; mio malgrado contumace, non avendo ricevuto convocazione alcuna, al termine di un rapido processo, presente l’avvocato d’ufficio, fui condannato al pagamento di una contravvenzione di 56.000 lire e al rimborso delle spese processuali nella misura di 50.000 lire. Mi rimane una soddisfazione, anche se magra visto lo sperpero di denaro pubblico: il costo iniziale dei bagni pubblici era di Lire 127.000.000 milioni, come recitava il cartello lavori; quello finale accertato molto più alto; in compenso hanno ospitato pochissime minzioni, tanto da essere chiusi e trasformati in magazzino: notevole esempio di utilizzo di risorse pubbliche!!!!!!!! Non era meglio realizzare in ambito defilato dei bagni con utilizzo a moneta e sanificazione dopo ogni utilizzo?\n\nL’estraneità del giardino dal tessuto urbano, ha scatenato un demenziale, sfrontato appetito volto a realizzare opere edilizie all’interno dello stesso. Fortunatamente non è stato, per ora, preso in considerazione, anche se girano inquietanti voci. Chi può nulla fa per le sorti del giardino, costringendo bambini e ragazzi, affamati di spazi adeguati, a trasformare la cementificata piazza in un campo di calcio in barba alle ordinanze comunali, senza che la polizia urbana, i cui uffici affacciano sulla piazza stessa, contrasti adeguatamente tale fenomeno. Le attenzioni degli amministratori  sono principalmente rivolte all’edilizia, foriera di sviluppo, ma, ahimè, non sempre di progresso.\n\nValentino Valentini”

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