Home » Regione Lazio » Regione Lazio, il bando per vigilantes da 90 milioni di euro fa scoppiare la polemica

Regione Lazio, il bando per vigilantes da 90 milioni di euro fa scoppiare la polemica

Pubblicato il
vigilantes

Nonostante siamo in prossimità del voto per la nuova Amministrazione della Regione Lazio, l’ente ha fatto uscire un bando da 90 milioni di euro. L’appalto riguarderà “l’affidamento dei servizi di vigilanza armata e guardiania per le amministrazioni del territorio”, interni ovviamente alla Regione Lazio. Gli uffici della Pisana hanno indetto una gara, a procedura aperta, per garantire la sicurezza all’interno dei municipi di Roma e di tutte le altre amministrazioni comunali del territorio.

Il bando della discordia nella Regione Lazio

L’ufficializzazione del bando e il complessivo stanziamento economico, da calcolare su quattro anni, ha fatto da subito scattare il disappunto delle opposizioni. Specialmente poi per i tempi in cui è stato emanato, ovvero a sei settimane dal voto regionale. A pochi mesi dalle elezioni regionali, infatti, questa iniziativa della maggioranza uscente sembra essere, per il centrodestra, un modo per cercare di trovare consensi in vista delle imminenti votazioni.

La gara è stata divisa in sette lotti. I primi cinque, riguardano tutto il servizio di vigilanza armata, mentre gli ultimi due quello di guardiania. I servizi di vigilanza armata previsti nell’appalto, vanno a dividersi in sei categorie. Infatti c’è la vigilanza armata fissa, diurna e notturna, con piantonamento dei luoghi da monitorare. Inoltre, nell’appalto è prevista anche la vigilanza ispettiva esterna e interna, con ronde effettuate tramite pattuglia mobile. Nei servizi sono compresi anche la telesorveglianza e la televigilanza con pronto intervento, il trasporto valori ed il servizio di manutenzione degli impianti di vigilanza.

Per il servizio di guardiania, questo servizio consiste nella semplice presenza di addetti alla sicurezza all’ingresso degli edifici delle amministrazioni. Tra le attività che dovranno svolgere le guardie giurate c’è, in particolare, quella di gestione del controllo dei flussi in entrata e in uscita, ovvero registrando le persone che si recano presso quei luoghi. Sono previste anche attività di reception e di front office, di ricezione e smistamento della posta fino alla gestione delle misure di sicurezza.

La posizione del Sindacato Autonomo Vigilanza Privata

Sulla questione, si è esposto Vincenzo Del Vicario del SAVIP (Sindacato Autonomo Vigilanza Privata): “La Regione Lazio conferma ancora una volta di non aver chiaro non solo come si controlla l’esecuzione di un contratto di sicurezza privata ma, ancor prima, come se ne bandisce la gara. E questo è foriero di rischi e disagi non solo per gli imprenditori ma soprattutto per i lavoratori. Il recente appalto per 88,5 milioni di euro, le cui offerte saranno note l’8 febbraio 2023, pochi giorni prima delle prossime elezioni, ne è un chiaro esempio”.

Prosegue Del Vicario: “Le imprese dovranno partecipare effettuando “ribassi al buio”, senza poter dimensionare adeguatamente i costi. Le prestazioni da rendere, infatti, restano del tutto oscure, soprattutto per quanto riguarda il lavoro delle Guardie Giurate. Da ciò conseguirà inevitabilmente che, nella mancanza di controlli, come è avvenuto in passato i lavoratori che, in ragione del cambio di appalti, transiteranno da un’azienda all’altra saranno privati di livelli, scatti d’anzianità e altri benefici. Un vero Far West si profila, nel quale sarà assai difficile, se non impossibile, far rispettare le regole. E allora una domanda sorge spontanea: forse appalti e capitolati di servizi e beni così sgangherati, alla fine, sono funzionali all’interesse di qualcuno?”.

Covid, salgono i casi positivi nel Lazio. D’Amato: ‘Siamo pronti con un nuovo piano’

Impostazioni privacy