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Controllo fumi e assistenza caldaie

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Le emissioni di una caldaia accesa sono chiamati “fumi combusti”. Essi sono ricchi di tossine, polveri sottili ed elementi inquinanti. In base agli studi per le ricerche ambientali che sono state eseguite e che vengono ripetute almeno una volta ogni 2 anni oppure addirittura ogni anno, le emissioni delle caldaie sono pericolose al pari di quelle delle automobili.

Solo che il problema più ingombrante è che esse sono in grande quantità. Ogni casa ha almeno un impianto di riscaldamento che deve essere accesso in inverno e spesso si accende per tante ore al giorno, talmente tante che quindi si ha una combustione diversa.

Molto spesso, nelle regioni e nelle città che hanno gravissimi problemi di polvere sottili, si decide addirittura quando si devono accendere. Praticamente c’è una data di accensione e di spegnimento. Questo è il metodo unico per riuscire a gestire un problema di polveri sottili che è diventato eccessivo e che in inverno aumenta la sua portata andando quindi a creare intossicazioni ambientali.

Oggi però è stato studiato un altro metodo, vale a dire quello di chiedere un Controllo fumi e assistenza caldaiedirettamente ai privati. Tramite l’uso di dispositivi e con dei parametri che sono decisi dal Ministero della Salute, è possibile far rientrare i fumi all’interno di una soglia di sicurezza. Esse quindi diventano emissioni che sono basse e che permettono di avere aria più pulita.

Cosa capita se non si fanno queste analisi?

Le caldaie che oggi vengono montate devono essere installate da un tecnico. Quest’ultimo ha l’obbligo di rilasciare un documento di collaudo dove sono presenti le analisi dei fumi che vengono fatte al momento. Un tecnico deve quindi analizzare quali sono le analisi di combustione appena accesa la caldaia e poi ha l’obbligo di presentare delle analisi quando c’è la combustione nella canna fumaria.

Per fare questo tipo di intervento si usa un dispositivo specifico. Dunque si hanno queste analisi quando ci sono delle nuove installazioni, ma poi esse devono venire ripetute nel corso degli anni e questo vuol dire che è il proprietario che deve preoccuparsi nel chiedere le analisi dei fumi almeno una volta ogni 2 anni insieme alla revisione.

Coloro che non le hanno rischiano di avere dei problemi di sanzioni e poi di denunce. Nei condomini invece è preferibile farle più spesso, perfino in base alla grandezza della caldaia e a quanto combustibile essa riesce a bruciare in un inverno.

Controllare i fumi almeno ogni anno per i condomini

 I fumi combusti sono pericolosi, ma non solo per l’ambiente. Se essi si presentano densi, allora c’è il rischio che la caldaia fatichi a fare la combustione. Alla fine quindi si ha a che fare con un soffocamento della fiamma pilota. Queste sono usure e lesioni interne che non fanno bene al meccanismo.

I condomini, di media, fanno fare le analisi dei fumi almeno una volta all’anno. Anche per loro, in base al modello delle caldaie, hanno a che fare con una diversità di richiesta per la revisione. Solo che quando essi sono grandi è bene che vengano ritrovate con tutte le prestazioni a norma di legge.

 
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