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Cosa fare in caso di divorzio

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Cosa fare in caso di divorzio

La prosecuzione della vita di coppia spesso diventa impossibile per marito e moglie, i quali decidono di mettere fine alla propria relazione. Un primo step concerne l’avvio della procedura di separazione, come prevede il nostro ordinamento e solo in un secondo momento si può pensare al divorzio. A tal proposito per non sbagliare, è importante seguire i giusti passi. Vediamo ad ogni modo nel dettaglio cosa fare in caso di divorzio, quali sono le tipologie di divorzio poste in essere in Italia e perché è importante scegliere un bravo avvocato.

Cosa accade col divorzio    

Come appena avuto modo di anticipare, il divorzio in caso di matrimonio (sia religioso che solo civile) si può raggiungere solo dopo la separazione. Quest’ultima rappresenta infatti un momento di transizione, in quanto si pone in essere con la speranza che i coniugi possano sempre fare un passo indietro e riappacificarsi. Essa infatti non comporta lo scioglimento del matrimonio. Se tuttavia questo riavvicinamento non si verifica, i due ex coniugi possono decidere di proseguire con la pratica, magari affidandosi ad un bravo avvocato divorzista.

A tal proposito, prima di continuare a sviscerare l’argomento suggeriamo di scegliere un professionista esperto della materia: se non sai come fare, puoi tenere sempre in considerazione il servizio di Avvocati360, piattaforma che ti permette di individuare un divorzista, un civilista ma anche di trovare facilmente un avvocato penalista.

Le ipotesi di divorzio

Nel nostro ordinamento sono disciplinate due figure di divorzio, quello congiunto e quello giudiziale. Analizziamoli entrambi più da vicino.

  • Il divorzio consensuale

Si parla di divorzio consensuale, anche detto congiunti, per indicare quella procedura di divorzio che vede l’accordo tra marito e moglie, e che quindi si esaurisce senza particolari difficoltà. Per poter porre in essere la cessazione del vincolo coniugale, le parti devono aver già raggiunto un’intesa, essere in sintonia su qualunque tipologia di questione, anche su quella concernente il figlio, gli alimenti e l’assegnazione della casa coniugale.

Tutti avviene dinanzi al giudice, presso il tribunale di competenza. In alternativa le due parti possono anche esperire una procedura di negoziazione assistita, facendosi assistere da un avvocato: questo è possibile solo ed esclusivamente ci siano i presupposti. In assenza di figli volendo, il divorzio congiunto si può anche ottenere tramite dichiarazione resa dinanzi ad ufficiale di stato civile.

  • Il divorzio giudiziale

Può ovviamente capitare che i motivi che abbiano portato alla separazione e poi al divorzio siano talmente gravi che ex marito e moglie si fanno letteralmente la guerra. In questo caso si esperisce la pratica di divorzio giudiziale. Si tratta di una procedura molto più lunga, che si conclude solo dopo una serie di udienze e dopo che il giudice avrà vagliato le singole situazioni rimesse al suo cospetto. La maggior parte delle problematiche discusse in questa sede sono quelle concernenti gli alimenti, o comunque la somma dell’assegno di divorzio in favore della prole e del coniuge più debole.

La questione del mantenimento

Come stavamo poc’anzi anticipando, quando si divorzia il punto focale di discussione al cospetto del giudice è quello che riguarda l’assegno di mantenimento da versare al coniuge economicamente svantaggiato. Quest’ultimo ha infatti, ai sensi dell’art. 5 della l. n. 898/197, tutto il diritto di avere un supporto economico se non ha per ragioni oggettive i mezzi adeguati per farlo da solo. Anche per questo è importante individuare un buon avvocato divorzista che sappia fare gli interessi del cliente, sia se difende il coniuge che deve dare, sia che difende il coniuge che deve avere. Ad ogni modo è strettamente importante ai fini di un cospicuo assegno di mantenimento versare in una condizione di non autosufficienza economica, o comunque tale che sia complicato condurre una vita dignitosa.

 
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