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Mutui a tasso fisso o variabile: come scegliere

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Quando si chiede un mutuo la prima questione da affrontare riguarda la scelta del tipo di tasso di interesse. Le banche infatti propongono mutui a tasso fisso o variabile; il primo tipo di tasso rimane uguale per l’intera durata del periodo di ammortamento, mentre il secondo varia di mese in mese, o di trimestre in trimestre a seconda dei casi.

Mutui a tasso fisso

I mutui a tasso fisso sono quelli che offrono la massima prevedibilità, una volta calcolata la rata al momento della richiesta del finanziamento, essa rimarrà uguale fino al termine del periodo di ammortamento. Quindi nessuna sorpresa, nessun rischio, un tipo di finanziamento che prevede già dall’inizio ciò che avverrà in seguito. I tassi fissi tendono a essere decisamente più alti rispetto a quelli variabili, ma per chi accende un mutuo per la cui restituzione si impiegheranno oltre 10 anni si tratta di una proposta affidabile e tranquilla, che evita tutti gli aumenti che ci potrebbero essere nei tassi di interesse negli anni a venire.

Mutui a tasso variabile

Contrariamente a quanto avviene con i mutui a tasso fisso, in quelli a tasso variabile questo elemento viene ricalcolato più volte all’anno. Si basa infatti sul tasso interbancario Euribor o anche tassi di interesse basati sulle offerte della Banca Comune Europea. Quindi nel corso degli anni l’effettivo tasso di interesse applicato potrebbe variare di molto, sia aumentando sia diminuendo. All’atto pratico oggi i tassi variabili sono nettamente più bassi rispetto a quelli fissi, è vero però che ci troviamo in una fase storico economica delicata, durante la quale si stanno già vedendo rialzi nei tassi di interesse, i quali sono rimasti per anni ai minimi storici; le previsioni per il futuro sono quindi tutt’altro che rosee. Se però si accende un mutuo di breve durata quella del tasso fisso può essere una scelta indicata.

Mutui a tasso fisso e variabile

Solitamente le banche tendono a venire incontro alle esigenze dei propri clienti, che preferiscono non fissare il tasso per l’intero periodo di ammortamento. È quindi possibile decidere per il tasso fisso o variabile solo per un breve periodo di tempo, solitamente di 2-5 anni, per poi rinegoziare il tasso di interesse una o più volte. Chi accende un mutuo della durata di 15-30 anni può trovare questa soluzione particolarmente allettante, perché consente di scegliere il tasso anche solo per un breve periodo di tempo, per poi modificare questa caratteristica del prestito. Molto dipende poi anche dalla somma richiesta in prestito e dall’ammontare della rata mensile. Se tale somma è ridotta è chiaro che la modifica dei tassi nel corso degli anni può non risultare particolarmente impattante sul budget famigliare. Chiaramente la rinegoziazione del tasso di interesse o il passaggio da variabile a fisso, o viceversa, non è una soluzione obbligatoria. Si tratta di una proposta che il cliente può accettare o meno, secondo ciò che ritiene più conveniente al momento della richiesta del finanziamento.

 
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