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Risarcimento danni malattia da amianto e indennizzo da esposizione

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Amianto, è morto a soli 59 anni il sottoufficiale della Marina Militare Camillo Limatola

Sono tanti i lavoratori esposti all’absesto e che possono intraprendere le opportune azioni legali per ottenere un risarcimento.

Come noto, infatti, l’amianto rappresenta una sostanza estremamente dannosa, ancora molto utilizzata nell’industria edile e siderurgica, che può generare tutta una serie di patologie.

Indennizzo vittime da absesto: aspetti generali

Le fibre di amianto, quando vengono ingerite o inalate, provocano infiammazioni e neoplasie. A tutto ciò si aggiungono le patologie asbesto correlate, quali il tumore alla laringe e alla faringe, al colon, alle ovaie, il cancro al polmone e molto altro.

L’effetto cancerogeno dei minerali di amianto è stato documentato anche dalla nota monografia IARC “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite”.

Solo nel corso del 2020, l’amianto da provocato circa 2000 casi di mesotelioma e tanti lavoratori continuano a perdere la vita in maniera precoce. L’indice di mortalità tende a salire e anche nel 2021 la strage non si è arrestata, come del resto denunciata nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2021” ed evidenziato anche dall’INAIL.

L’eternit, il fibrocemento eternit e tutti gli altri materiali che racchiudono parti di asbesto, specialmente quando vengono sottoposti a stress termico e meccanico, sono particolarmente dannosi per la salute umana.

I materiali in fibrocemento, che originariamente si presentano in forma compatto, con il passare del tempo vengono sottoposti a pioggia, vento e cambio di temperatura e questo rende facile inalare e ingerire le fibre.

Fra le condizioni di maggior rischio legate all’uso dell’amianto rileva il settore dell’edilizia. Tanto è vero che la maggiore incidenza di casi di mesotelioma si registra fra i lavoratori del comparto edile.

Le vittime di amianto hanno a disposizione degli strumenti previsti dalla legge per poter ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. In caso di decesso, anche gli eredi possono agire in giudizio per richiedere il totale ristoro dei danni patiti.

Danni amianto patrimoniali e non patrimoniali

Il risarcimento non è altro che un ristoro riconosciuto a chi ha subito un danno. Quest’ultimo può essere di natura patrimoniale, che si verifica in caso di ripercussioni negative sul patrimonio. Le vittime di amianto hanno diritto al danno emergente e al lucro cessante. In caso di decesso l’importo maturato verrà devoluto agli eredi legittimi.

Quanto ai danni non patrimoniali, questi comportano tutta una serie di pregiudizi e lesioni che non hanno rilevanza strettamente economica. Il danno biologico, esistenziale, morale, per lesione all’integrità psicofisica e altri eventi che generano una lesione dei diritti costituzionali fanno parte dei danni non patrimoniali. Quando alla vittima viene diagnosticato il mesotelioma, proprio a causa della continua esposizione all’amianto, la percentuale di danno biologico riconosciuta nella maggior parte dei casi è pari al 100%.

Diritto degli eredi della vittima al risarcimento danni amianto

I familiari della vittima possono ottenere il risarcimento per la sofferenza patita in seguito alla diagnosi della patologia, durante il decorso della malattia e per il decesso (danni de iure proprio). Vantano inoltre il diritto ai danni subiti dalla vittima e di conseguenza ereditati (danni iure hereditario).

Indennizzo previsto dall’INAIL

In tema di malattie asbesto correlate bisogna poi ricordare il Fondo per le vittime dell’amianto che è stato istituito attraverso la Legge Finanziaria del 2008 (n. 244/2007). A tal riguardo, l’INAIL offre una tutela di natura risarcitoria ai lavoratori che hanno subito danni e ai quali viene riconosciuta la natura professionale della malattia.

Questa misura rappresenta un indennizzo economico che si aggiunge ai titolari di rendite per patologie che sono correlate all’esposizione all’amianto. In caso di morte vengono riconosciute agli eredi percettori di rendita e ai superstiti.

Malattia professionale: riconoscimento e risarcimento

L’INAIL considera malattie professionali quelle patologie causate direttamente dall’amianto e che agiscono in maniera progressiva sull’organismo.

Le malattie asbesto correlate sono indicate dall’INAIL in tre distinte liste, la prima delle quali include quelle che danno sempre diritto al risarcimento, mentre le altre due si riferiscono a patologie con onere della prova a carico del lavoratore. Questo vuol dire che per poter ottenere l’indennizzo bisogna non solo dimostrare che le capacità lavorative sono diminuite, ma anche il nesso di causalità.

Una volta riconosciuta la malattia professionale, il lavoratore potrà chiedere il ristoro dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Più nello specifico, l’INAIL provvederà a indennizzare il danno biologico e quello relativo alla diminuzione delle capacità lavorative.

Bisogna comunque considerare che il danno non patrimoniale include anche quello morale ed esistenziale, che non vengono indennizzati dall’INPS ma dal datore di lavoro. Questi danni sono commisurati al valore del danno biologico.

La quantificazione del risarcimento dei danni non patrimoniali segue il criterio equitativo e per questo si tiene conto delle Tabelle del Tribunale di Milano che contengono parametri ben determinati in base alle specifiche situazioni delle vittime.

Saranno poi i familiari della vittima ad avere diritto al risarcimento. Gli eredi, infatti, subiscono tutta una serie di pregiudizi di natura economica e morale e quindi anche nei loro confronti è prevista l’applicazione delle Tabelle del Tribunale di Milano. In questa maniera si potrà definire la liquidazione dei danni non patrimoniali provocati dalla perdita del rapporto di parentela per reati colposi.

Tutela legale per le vittime di amianto e consulenza

Alla luce di quanto emerso, a coloro che si sono ammalati per l’esposizione all’amianto nei luoghi di lavoro e agli eredi in caso di decesso, il nostro ordinamento giuridico riconosce il diritto alla compensazione monetaria, che viene costituita in parte dalla rendita INAIL e per la restante quota del risarcimento a cui sarà tenuto il datore di lavoro che ha omesso di adottare le dovute misure di prevenzione.

Le vittime dell’amianto che hanno contratto una delle malattie elencate nelle liste II e III dell’INAIL devono affrontare un iter un po’ più complicato e lungo rispetto ai lavoratori colpiti dalle patologie della lista I, visto che sono gravati dall’onere della prova. In queste situazioni, pertanto, l’assistenza legale specializzata si rivela determinante per poter ottenere il ristoro dei danni subiti e quindi il riconoscimento della malattia professionale in giudizio.

A tal riguardo, BCM Legal Team, studio legale che offre il servizio di richiesta danni a coloro che si sono ammalati per l’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, grazie all’esperienza pluriennale, potrà assistere in ogni fase della controversia e resta inoltre disponibile per una consulenza gratuita sull’argomento.

Uno staff attento, preparato e aggiornato, si occuperà di studiare la specifica posizione del lavoratore, al fine di stabilire se sussistono o meno i presupposti al fine di poter avviare la procedura all’INAIL per ottenere il riconoscimento dell’origine professionale della malattia.

Gli avvocati di BCM Legal Team, previo esame dei presupposti, provvederanno anche a inoltrare la richiesta di risarcimento danni al datore di lavoro che non ha rispettato la normativa a tutela della salute dei lavoratori.

 
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