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Miglioramento antisismico: come ridurre le spese per gli interventi grazie al Sisma Bonus

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Buone notizie per chi negli ultimi anni ha effettuato interventi per aumentare la sicurezza strutturale di abitazioni e fabbricati rispetto all’azione sismica: essi, infatti, potranno usufruire del Sisma Bonus.

Si tratta di una agevolazione fiscale, introdotta per la prima volta con la legge di Bilancio 2017, che lo Stato italiano ha voluto confermare per incentivare la messa in sicurezza e la sistemazione di immobili ad uso abitativo o destinati ad attività produttive situati in zone ad elevato rischio sismico.

L’obiettivo principale è, difatti, quello di migliorare le classi di rischio del patrimonio immobiliare, di base identificate a partire dalla classe A+ (la più sicura) sino alla classe G (la meno antisismica).

Nel dettaglio, come si legge anche nell’approfondimento proposto sul sito dell’impresa specializzata Seriana Edilizia, privati e imprese potranno abbattere le spese per gli interventi di miglioramento sismico con il Sisma Bonus fino al 31 dicembre 2024, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2022.

Come funziona il Sisma Bonus

Usufruire del Sisma Bonus per gli interventi di miglioramento antisismico è un’opportunità importante perché consente di ottenere una detrazione fiscale sulle spese sostenute.

Di base, la detrazione è pari al 50% delle spese, viene ripartita in 5 quote annuali del medesimo importo negli anni successivi e viene calcolata su un limite massimo di spesa di €. 96.000,00 per singola unità immobiliare.

Quando il lavoro di riqualificazione antisismica dell’edificio permette di raggiungere una classe di rischio sismico migliore (e quindi più sicura), l’agevolazione fiscale sale al 70%. Se poi l’intervento è stato talmente incisivo da ottenere il miglioramento di addirittura due classi di rischio sismiche dell’edificio, la detrazione raggiunge l’80%.

Oltre all’utilizzo diretto della detrazione fiscale, coloro che beneficiano dell’agevolazione possono, in alternativa, decidere di procedere con la cessione del credito oppure con lo sconto in fattura. In particolare, con la cessione del credito, il beneficiario può cedere la quota di detrazione che gli deriva dall’applicazione del Sisma Bonus ad un soggetto terzo, che può essere, ad esempio, un istituto di credito come la banca o altri intermediari finanziari. 

Lo sconto in fattura, invece, consiste nella possibilità in capo ai beneficiari di cedere la quota di detrazione direttamente alle imprese che effettuano i lavori di riqualificazione antisismica sull’edificio. In questo modo, quindi, colui che beneficia del Sisma Bonus sceglie di ricevere dalla ditta operante uno sconto sull’importo dovuto per gli interventi svolti. Spetterà poi all’impresa recuperare come credito d’imposta la quota anticipata al committente.

Se si decide di optare per lo sconto in fattura, è importante affidarsi ad imprese, come Seriana Edilizia, che accettino di effettuare gli interventi antisismici anche con l’utilizzo di questa procedura.

Quando si può beneficiare del Sisma Bonus

Per poter usufruire del Sisma Bonus, è necessario soddisfare alcuni requisiti. Innanzitutto, che si tratti di privati o imprese, colui che richiede di usufruire dell’agevolazione fiscale deve avere necessariamente un titolo d’uso(proprietà, locazione, etc.) sull’immobile che sarà interessato dagli interventi.

I lavori di riqualificazione antisismica devono riguardare abitazioni o fabbricati situati sul territorio nazionale nelle zone di rischio sismico 1 (dove è altamente probabile il verificarsi di forti terremoti), 2 (dove sono possibili forti terremoti) e 3 (con meno probabilità di forti terremoti), così come classificate dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003.

Per applicare l’agevolazione fiscale, infine, gli interventi devono essere di riparazione, di miglioramento o di adeguamento. Con riparazione, si intendono quelle opere che incidono sulla resistenza oppure sulla duttilità di alcuni elementi strutturali.

Le opere di miglioramento in senso stretto, invece, mirano ad incrementare la sicurezza strutturale di un livello pari almeno al 10% dell’azione sismica a cui è assoggettata la struttura. Infine, gli interventi di adeguamento aumentano la sicurezza strutturale tanto da raggiungere un livello di sicurezza pari a quello di un edificio di nuova costruzione.

 

 

 

 

 
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