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Ostia, il Lungomare Duca degli Abruzzi tra siepi morte e spazzatura: la triste fotografia sul mare del Litorale Romano

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Turismo e Ostia sembrano non andare d’accordo, nonostante un patrimonio artistico e culturale considerevole del territorio balneare di Roma Capitale.

Lo evinciamo in questi giorni dalle fotografie del territorio, dove tanti cittadini da diversi mesi segnalano l’incessante presenza di degrado nei grandi luoghi d’attrazione e aggregazione presenti sul Litorale Romano. Spiagge, pinete e addirittura monumenti di valore storico e artistico: nulla viene risparmiato alla mancanza di cura e decoro, tra la disperazione dei residenti locali e un’immagine negativa del territorio lasciata a quei turisti che vengono a trovarci per le loro vacanze estive.

Oggi si torna a parlare delle condizioni del Lungomare degli Abruzzi, con quasi un chilometro di spiaggia libera per i bagnanti lasciata allo sbaraglio. Non solo la mancanza di chioschi sui metri di spiaggia dove non è possibile comprare neanche una bottiglietta d’acqua, ma anche l’ingresso urbano di questi spazi che è tenuto indecentemente per una nota località balneare come Ostia Lido.

Da diverso tempo i cittadini che affacciano su questo lato del lungomare lidense denunciano la mancanza di cura per tutta questa tratta stradale e pedonale, tra sporcizie e siepi che puntualmente vengono lasciate morire. Da una parte una pulizia scarsa delle strade lidensi da parte di AMA, dall’altra un servizio giardini romano in forte difficoltà nel gestire il verde pubblico per mancanza di personale e mezzi.

Sono queste le formule per ottenere la triste immagine dell’attuale Litorale Romano, che nonostante l’ottima vista mare di questo spazio tra scogli e la vista del faro di Fiumicino non riesce a essere mantenuto adeguatamente o far avvicinare il turismo al territorio.

Anche se qualche testata giornalistica nazionale azzarda dei miglioramenti nella gestione della città balneare con l’arrivo del governo locale pentastellato, la realtà dei fatti parla di ben altra cosa: le siepi sono morte e sfiorite, con terreni che non vengono mai innaffiati e che lentamente stanno diventando delle discariche. Non di rado è possibile individuare in questi spazi cartacce, plastiche, spazzature e tracce di bivacco, offrendo una fotografia negativa del nostro lungomare a quei turisti – anche provenienti dal Lazio – che vengono a trovarci.

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