Home » Ambiente » Roncigliano, i dati recenti (fuori “legge”) su pozzi e rifiuti non bastano: altro no del TAR

Roncigliano, i dati recenti (fuori “legge”) su pozzi e rifiuti non bastano: altro no del TAR

Pubblicato il
tar respinto ricorso cittadini

La discarica di Albano resterà aperta, almeno per i prossimi mesi. Il Tar ha infatti respinto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza di riapertura di Roncigliano, firmata in estate da Virginia Raggi, avanzata da 16 tra Comitati, Associazioni, cittadini di Albano e il suo hinterland tra cui Ardea. Purtroppo, visti i precedenti, non c’è da sorprendersi: il Giudice, nell’ordinanza con cui ha negato lo stop alle ordinanze della Raggi, ha infatti richiamato quanto già espresso sempre dal Tar e dal Consiglio di Stato nel bocciare i ricorsi analoghi presentati nei giorni scorsi dal Comune di Albano.

Stavolta però le Associazioni, ai quali si erano aggiunti i Comuni di Ardea, Albano e Ariccia (non Pomezia), contavano di far valere le recenti analisi ARPA che ancora una volta hanno messo nero su bianco i dati “fuori legge” di pozzi e rifiuti conferiti. E invece il TAR ha confermato quanto già espresso dalla medesima sezione, ovvero che nella comparazione degli interessi (cioè gli interessi prevalenti di Roma Capitale e della “sua” emergenza rifiuti rispetto ad Albano e zone limitrofe), la domanda cautelare non sia assistita da periculum in mora (ossia che non vi sono prove di pericoli immediati per la salute)”.

“Alla luce degli ulteriori accertamenti svolti sui livelli di inquinamento dell’area – spiegano di fatti i Giudici – continua a difettare la prova che, per l’arco temporale sopra rammentato, la riapertura della discarica possa cagionare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente, che sia causalmente imputabile alle attività di deposito dei rifiuti, anziché allo stato già compromesso del sito (per come già accertato dall’ARPA)“.

Quindi, in attesa di discutere il tutto nella prossima udienza di merito, un ultimo passaggio, che sa ancor di più di beffa: “Tale apprezzamento trova ulteriore conforto nella circostanza per la quale l’efficacia temporale degli atti impugnati è oramai destinata ad esaurirsi a breve“. In pratica, dato che l’ordinanza firmata dalla Raggi esaurirà i suoi effetti fra poco più di tre mesi i cittadini dovranno “pazientare soltanto un altro po’”.

Già, ma chi gli assicura che poi l’ordinanza non verrà prorogata dal neo Sindaco Gualtieri? Dove finiranno infatti le tonnellate di rifiuti che si vogliono rimuovere entro Natale se il problema della Capitale è altrove, ovvero nella carenza di impianti nel trattarli quei rifiuti?

Associazione Salute Ambiente Albano: «Non ci arrendiamo»

Ad ogni modo le reazioni alla decisione del Tar non sono tardate ad arrivare. Duro è stato il commento dell‘Associazione Salute Ambiente Albano, tra i promotori del ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio. «Il Tar Lazio è sicuro che il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non prorogherà l’ordinanza della Raggi. Slitta così al 2 febbraio 2022 la chiusra del VII invaso della discarica di Albano – si legge in una nota – Con velocità inaudita è arrivata l’ordinanza che nega la nostra richiesta sospensiva degli sversamenti nel VII invaso!Chiederemo un’udienza di merito per discutere i contenuti del ricorso!Volevano i dati? Li hanno avuti. Eppure non è bastato per sospendere l’ordinanza-vergogna della Raggi. Il VII invaso non potrà chiudere immediatamente, ma dovrà restare aperto per ulteriori e soli 3 mesi in “ragione della comparazione degli interessi”, ossia che la Capitale trovi altri sbocchi e non resti con la spazzatura in strada, così si legge. Di sicuro i giudici hanno riconosciuto lo stato di compromissione e inquinamento dell’area, ma non sono sicuri che “la riapertura della discarica possa cagionare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente”. Non ci arrendiamo! Presto le nostre prossime iniziative, giudiziarie e mobilitative!».

Impostazioni privacy