Home » Ambiente » Un nuovo impianto di trattamento rifiuti nella riserva naturale di Decima Malafede: “Tratterà 65mila tonnellate all’anno”

Un nuovo impianto di trattamento rifiuti nella riserva naturale di Decima Malafede: “Tratterà 65mila tonnellate all’anno”

Pubblicato il
Impianto biogas Roma

E’ polemica in queste ore per la notizia di un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti che dovrebbe sorgere lungo la Via Laurentina, ai confini tra i Comuni di Roma e Pomezia (ci risiamo), ma soprattutto sembrerebbe all’interno dei confini della Riserva Naturale di Decima Malafede. Insorgono le Associazioni, con Latium Vetus in testa: annunciati ricorsi al Tar. In agenda domani l’udienza cautelare.

Solfarata Pomezia Roma
L’impianto dovrebbe sorgere all’interno della Riserva Naturale di Decima Malafede – Foto: Ass. Latium Vetus (ilcorrieredellacitta.com)

Non solo il famigerato ‘inceneritore’ di Roma di prossima realizzazione a Santa Palomba. Adesso un’altra struttura, un impianto a biogas, potrebbe essere costruito sempre al confine tra la Capitale e il Comune di Pomezia. La linea del Campidoglio, in tal senso, è sempre la stessa quando parla di “gestire la spazzatura” o i problemi in generale: spedirli il più lontano possibile dalla città addossandoli ai territori di bacino. E questo ennesimo caso ne è semplicemente un’ulteriore riprova. 

“L’impianto a biogas da 65mila tonnellate nella riserva naturale”

Per di più, in questo caso, c’è è anche l’ulteriore questione ambientale da considerare dato che il sito dovrebbe sorgere all’interno della Riserva naturale di Decima Malafede. Si tratterebbe ad ogni modo della terza centrale a biogas di Roma – apprendiamo dall’Associazione Latium Vetus che ha diffuso in queste ore la notizia – che dovrebbe andare a trattare circa 65.000 ton/annue di rifiuti, 50.000 dei quali organici.

“I cittadini che risiedono nel Parco di Decima Malafede hanno difficoltà a farsi autorizzare l’apertura di una finestra” – dichiarano dall’Associazione – “mentre invece qui si arriva ad autorizzare una centrale di rifiuti in un’area protetta caratterizzata da emissioni solfuree, come quella della Solfarata. Noi non siamo rimasti con le mani in mano ed abbiamo impugnato, insieme ai cittadini residenti, sia l’autorizzazione scaturita dal procedimento di Valutazione di impatto ambientale, sia il provvedimento autorizzatorio unico regionale (P.A.U.R.)”.

Giacomo Castro (Valore Civico – Pomezia): “Vicenda molto grave”

“Siamo al cospetto di una vicenda molto grave”, ha commentato l’ex Presidente dell’Associazione e oggi Consigliere comunale di minoranza a Pomezia Giacomo Castro. “Il progetto della centrale a biogas ubicata all’interno dell’area esalativa della solfarata, verteva intorno al fatto che il lotto in questione fosse esterno al perimetro dell’Area naturale protetta di Decima Malafede. Cosa confermata dall’Ente che ha in gestione la riserva naturale accampando una vecchia delibera del Consiglio regionale che però è stata cassata dal TAR già alcuni anni fa. Le cose infatti non stanno così”.

Giacomo-Castro
Giacomo Castro (Valore Civico) – (ilcorrieredellacitta.com)

Secondo il Consigliere infatti il lotto ricadrebbe “interamente all’interno della Riserva”, come sostenuto dai cittadini ed evidenziato nero su bianco nel corso dell’istruttoria da alcuni pareri fra i quali quello rilasciato dall’Area Protezione e Gestione della Biodiversità della medesima Regione. “Ed è su questo – prosegue Castro – che verte innanzitutto il ricorso depositato al Tribunale amministrativo dall’Associazione Latium Vetus APS di Pomezia insieme al Comitato di quartiere Monte Migliore e ad un nutrito gruppo di cittadini residenti a cui ho dato pieno appoggio”. Insomma, una vicenda spinosa che riaccende il problema della gestione dei rifiuti, e soprattutto della loro ubicazione, nel quadrante a sud di Roma.

La storia si ripete: anni fa il caso Cogea a Pomezia

Del resto in particolare la zona di Pomezia, così come quelle della vicina Ardea ma anche dei territori dei castelli (si veda la discarica di Roncigliano), non è nuova a vicende del genere. Anni fa, ricorderete, scoppiò il caso Cogea sempre a Santa Palomba con un altro impianto a Biogas che si voleva realizzare dirimpetto al monumento di Torre Maggiore e in mezzo alla campagna romana, all’interno dei confini territoriali pometini. Una circostanza, in quel caso, sventata grazie alle battaglie portate avanti da cittadini e associazioni (di mezzo c’era sempre Latium Vetus). Oggi come allora però la storia si ripete: vedremo come andrà a finire. 

Chiosano intanto dall’Associazione Latium Vetus:

“Porteremo avanti la battaglia contro questa ennesima proposta scellerata con la massima determinazione, chiamando anche alla mobilitazione civica!” – dichiarano dal Consiglio direttivo dell’Associazione – “Noi cittadini dobbiamo infatti coalizzarci, tutti insieme, per difendere il nostro territorio!”.

Impostazioni privacy