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E poi arriva un altro 20 novembre

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E poi arriva un altro 20 novembre. Un giorno in cui la gran parte delle persone nemmeno sa cosa celebrare, al di la dei proclami la giornata dei diritti dell’infanzia è sempre rimasta una ricorrenza di serie B.

Un giorno in cui le frasi fatte vengono rispolverate da figure istituzionali, conduttori tv,  tuttologi ed opinionisti onnipresenti: i bambini sono il nostro futuro, I bambini di oggi sono gli adulti di domani, il sorriso di un bambino è la speranza di un futuro migliore … e via col festival delle banalità.

Quando si parla di infanzia non trovi un parlamentare che non si dichiari “particolarmente sensibile”, a chiacchiere i bambini sono in cima ai pensieri di qualunque politico nazionale come di qualunque amministratore locale.

Si, vabbè, ma allora perché non c’è un piano nazionale infanzia efficace? Perché l’Osservatorio sui diritti dell’infanzia non produce nulla? Perché non tutte le Regioni hanno il Garante dell’Infanzia? Perché il Garante Nazionale per 4 anni è stato l’apoteosi dell’ignavia? Perché nascono Enti a tutela dell’infanzia, che però nella sostanza creano poltrone ma non spostano di un millimetro il disagio minorile in Italia?

Ho sempre sperato che il 20 novembre fosse un giorno po’ diverso. Purtroppo continua ad essere un giorno in cui a me ed a tanti altri che di infanzia ci occupiamo fa venire tanta rabbia, perchè c’è ancora tanto, forse troppo, da fare.

Ho vissuto il 20 novembre da bambina, da adolescente, da studentessa di diritti dell’infanzia, da operatrice e quest’anno per la prima volta lo vivo da genitore.

Infatti è un 20 novembre diverso, fatto di latte, di pannolini, di giochi e filastrocche, insomma un 20 novembre fatto di qualcosa di concreto e di meno pensiero, diritto, filosofia ed utopia.

Questo 20 novembre mi trovo catapultata in un nuovo mondo e mi rendo conto che solo pochi genitori conoscono i diritti dell’infanzia, nelle 100 neomamma chat  di CRC e diritti dei cuccioli non si parla mai.

Infatti questo 20 novembre mi ha sbattuto in faccia una Convenzione ancora una volta ignorata o addirittura calpestata  dagli adulti, che dovrebbero invece custodirla, diffonderla ed applicarla.

Un 20 novembre in cui adulti genitori negano i vaccini ai propri figli. Un 20 novembre in cui adulti genitori non vogliono che i propri figli frequentino i figli di coppie omosessuali o di extracomunitari. Un 20 novembre in cui adulti genitori postano compulsivamente le foto dei propri figli perchè tanto seppure le guardasse un pedofilo non accadrebbe nulla perchè c’è uno schermo. Un 20 novembre in cui gli adulti genitori sono convinti che tanto ECPAT perda il suo tempo visto che oggi i minorenni si spogliano e si prostituiscono come se fosse la cosa più normale del mondo. Un 20 novembre fatto di adulti genitori che basta saper leggere e scrivere e fare di conto, tanto il successo ragazze e ragazzi lo cercheranno in qualche talent. Un 20 novembre di adulti genitori convinti che tanto i propri figli possono vivere bene, forse anche meglio, senza un padre od una madre.

Questo 20 novembre però mi ha fatto vedere anche altri adulti e sono quelli cui dire grazie se questa giornata ha ancora un senso.

Gli adulti che si battono tutti i giorni per i diritti di tutti i bimbi e soprattutto per quelli meno fortunati; gli adulti che sono già genitori dentro ed aspettano un bimbo in pancia od il decreto per l’adottabilità di un bimbo dentro o fuori i nostri confini; gli adulti che rinunciano al tempo con i propri figli per occuparsi dei problemi dei figli degli altri… tutti quegli adulti che pensano che ogni bimbo su questa Terra è come se fosse un proprio figlio, gli adulti che riescono a percepire un figlio come persona e non come proprietà.

Sarò strana io, saremo strani io ed il mio compagno, ma dal 31 gennaio, pensiamo di avere in casa una persona che è anche nostra figlia. Una persona che sa farsi capire, che merita attenzione, cure, guida.

Il 20 novembre, per noi poveri scemi che ancora ci crediamo, ci fa vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. Tuttavia, questa volta voglio provare a vederlo mezzo pieno e pensare che sia una giornata di celebrazione per i bambini. Questo 20 novembre è per te Gloria, per tutti i bimbi e le bimbe come te, con la speranza che prima o poi questo mondo smetta di fingere di essere alla vostra altezza e lo sia, finalmente, davvero.

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