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Coronavirus nel Lazio, trend in discesa. Contagi, decessi e guarigioni, ecco la mappa aggiornata Comune per Comune

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Ieri è stato registrato nel Lazio un dato di 38 casi positivi con un trend che scende a 0,5%. Trend stabilmente in discesa nelle province dove complessivamente ci sono stati 3 nuovi casi positivi nelle ultime 24 ore, un decesso a Latina e a Rieti per il terzo giorno consecutivo non si registrano nuovi casi. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 16, mentre continuano a crescere i guariti, che sono arrivati a 1.938 totali e i tamponi totali eseguiti sono stati quasi 154 mila.

LA MAPPA DEI CONTAGI COMUNE PER COMUNE 

Controlla qui la situazione dei contagi nel tuo Comune. Potrai visualizzare la cartina per comune sulla diffusione del Coronavirus nel Lazio.

LA SITUAZIONE NELLA ASL ROMA 6

Nella ASL RM6, che comprende i Castelli Romani e la Litoranea, il 3 maggio il numero dei positivi è salito a 1.196, con altri 6 nuovi casi, 3 guarigioni e 2 decessi.

Nelle case di riposo, RSA e case di cura private si contano oltre 500 positivi, di cui più di 50 operatori sanitari, e decine di morti.  

Si contano:

–       178 positivi nella casa di cura San Raffaele di Rocca di Papa, 41 operatori sanitari e 137 pazienti (16 deceduti);

–       63 i positivi (9 deceduti) nella casa di cura Villa Nina di Frattocchie

–       48 i positivi all’INI di Grottaferrata. 

–       43 i positivi (2 deceduti) nella casa di cura Villa delle Querce di Nemi;

–       32 positivi nella casa di cura San Raffaele di Montecompatri, 10 operatori sanitari e 22 pazienti (3 deceduti);

–       23 positivi nella Clinica dei Pini di Anzio, 5 operatori sanitari e 18 pazienti (3 deceduti).

Ad oggi sono stati trasferiti nelle strutture covid pubbliche tutti i pazienti positivi dal San Raffele di Montecompatri, dall’INI di Grottaferrata e dal San Raffaele di Rocca di Papa. 

La Regione Lazio ha avviato il procedimento di revoca dell’accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa.

Il PC dei Castelli Romani chiede alla Regione Lazio di verificare con il massimo rigore il rispetto delle regole anche nelle altre strutture sanitarie private e di procedere alla revoca dell’accreditamento per le strutture inadempienti.

Sul disastro “colposo” della gestione delle casa di riposo, RSA e case di cura private stanno già indagando la Procura della Repubblica di Roma e quella di Velletri.

Segnaliamo che dopo 15 giorni dalla nostra ripetuta segnalazione di forte rischio di diffusione del coronavirus a Rocca di Papa, il comune cerca ora di correre ai ripari chiedendo alla ASL RM6 i tamponi per tutti i familiari ed i vicini dei soggetti positivi posti in isolamento domiciliare.

L’EMERGENZA DELLA SANITA’

L’emergenza coronavirus sta evidenziando tutte le criticità dell’organizzazione della sanità nella ASL RM6: la sanità pubblica è stata saccheggiata (ospedali chiusi, reparti accorpati, personale senza ricambio generazionale), mentre la sanità privata ha visto crescere finanziamenti regionali e profitti.

Dopo 20 anni di tagli alla sanità pubblica, ci siamo ritrovati nei Castelli Romani e Litoranea con pochissimi posti letto negli ospedali pubblici e una sanità privata faraonica (migliaia di posti letto a Villa delle Querce a Nemi, al San Raffaele di Rocca di Papa, al San Raffaele di Montecompatri, all’INI di Grottaferrata, alla Clinica dei Pini di Anzio, a Villa Nina a Frattocchie, ecc.).

L’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che la sanità pubblica è più sicura e più efficiente, mentre la sanità privata (che fa enormi profitti con i finanziamenti regionali) ha provocato un disastro “colposo”, con più di 500 positivi e decine di morti.

Di fronte a questo disastro, il Presidente Zingaretti, l’Assessore D’Amato e i Sindaci, che solo un mese fa avevano rigettato l’ipotesi di riapertura degli ospedali di Albano e di Genzano, si sono dovuti ricredere e, sotto la spinta di medici, di associazioni e del Partito Comunista, hanno dovuto rafforzare la debole sanità pubblica, riaprendo gli ospedali di Albano e di Genzano.

Gli ospedali di Albano e di Genzano potranno essere utilizzati oggi nell’emergenza come strutture covid “dedicate” e in seguito come RSA pubbliche.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani chiede anche la stabilizzazione dei “nostri eroi”, i lavoratori “precari” della sanità assunti con contratti a tempo determinato o tramite cooperative e messi in prima linea a combattere il coronavirus.

LA CURVA DEI CONTAGI

Sulla base delle nostre analisi la curva dei nuovi contagi ha raggiunto il picco il 15 aprile.

Rispetto al picco siamo scesi solo del 60% in 19 giorni.

La ASL RM6 rimane una delle peggiori ASL della Regione Lazio.

Infatti, le altre ASL della Regione Lazio scendono molto più velocemente: Rieti è scesa del 93%, Frosinone del 95%, Viterbo dell’86%, Latina dell’87% e le altre cinque ASL di Roma sono scese complessivamente del 60%.

Le misure di distanziamento sociale, applicate diligentemente dai cittadini, che in questi mesi hanno fatto grossi sacrifici rimanendo nelle proprie abitazioni e riducendo al minimo gli spostamenti, hanno prodotto buoni risultati.

Infatti, senza misure di contenimento sociale e senza questo impegno straordinario dei cittadini tutta la popolazione dei Castelli Romani e Litoranea sarebbe stata infettata.

Se da un lato le misure di distanziamento sociale hanno ben funzionato, è purtroppo mancata da parte delle istituzioni (Regione Lazio, ASL RM6, Comuni) un’azione di controllo preventiva sulle case di riposo, sulle RSA e sulle case di cura “private”, peraltro accreditate da sempre con il servizio sanitario regionale.

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Nella tabella seguente viene riportata la ripartizione dei contagi per singolo comune dei Castelli Romani e della Litoranea sulla base delle comunicazioni ufficiali delle autorità competenti.

Oggi nei Castelli Romani e Litoranea sono guarite 3 persone, i casi attualmente positivi sono aumentati di una sola unità, mentre dobbiamo registrare 2 decessi.

La buona notizia dei soggetti guariti è stata fornita dai comuni di Marino e di Anzio.

Purtroppo molti comuni (Albano, Ardea, Castel Gandolfo, Monte Porzio, Nemi) non hanno mai fornito alcuna informazione sui soggetti guariti, una informazione molto importante per dare un segno di speranza in questa durissima emergenza sanitaria.

La mappatura dei dati nei Comuni dei Caselli Romani e Litoranea risulta particolarmente complessa.

Il Comune di Albano, unico caso al mondo, continua a non fornire alcuna informazione alla popolazione sulla diffusione del coronavirus sul territorio. Tale decisione è assolutamente incomprensibile, in quanto sulla base della legge 265/99 è un preciso compito istituzionale del Sindaco informare la popolazione sulla evoluzione dell’emergenza sanitaria.

La ASL RM6 non fornisce alcuna informazione alla popolazione e deve ancora comunicare ai comuni la ripartizione di circa 300 casi, in prevalenza anziani che hanno contratto il virus nelle strutture sanitarie private. Tremendo destino quello dei nostri anziani ricoverati nelle case di riposo e RSA private, guidate da direttori senza titoli e mai controllate dagli organismi competenti, privati per norma da mesi dell’affetto dei propri familiari, contagiati in queste fatiscenti strutture private, privati addirittura del diritto ad un comune di residenza.

A causa di questi ritardi della ASL RM6, in 11 comuni dei Castelli Romani e Litoranea il totale dei casi positivi comunicato dalla ASL RM6 ai Sindaci è inferiore al dato pubblicato dal SERESMI (il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive).

Solo alcuni comuni (Ariccia, Lariano, Marino, Nettuno, Pomezia, Rocca Priora, Velletri) forniscono un’informazione completa (guariti, attualmente positivi, deceduti), aggiornata quotidianamente.

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