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Spiagge, allarme inquinamento: plastica invade il litorale

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Allarme inquinamento sulle spiagge del Tirreno centrale. Da Napoli all’Argentario, si moltiplicano i rinvenimenti di filtri di plastica sulle spiagge. Sono ormai migliaia i dischetti di plastica arrivati sui lidi di Campania, Lazio e Toscana.

Forse filtri per la depurazione delle acque

Nel Lazio i dischetti di plastica sono stati trovati ad Anzio, a Ostia e a Tarquinia. Marco Mandelli, di Uniti per l’ambiente, ci ha segnalato che la spiaggia di Lavinio è già da alcuni giorni invasa da questi misteriosi filtri di plastica. Le autorità non si espongono sulla fonte dell’inquinamento, nonostante si moltiplichino le segnalazioni alla Capitaneria di Porto. I media e i cittadini hanno provato a dare una spiegazione. Secondo alcuni, i dischi di plastica sono stati dispersi in mare da una nave, per errore o per dolo. Questa ipotesi renderebbe molto difficile trovare il responsabile di un possibile disastro ambientale. Secondo il quotidiano la Repubblica, invece, i dischi potrebbero essere dei filtri usati per la depurazione delle acque. Il quotidiano ricorda un caso avvenuto sulla costa atlantica degli Stati Uniti nel 2011. Un impianto di trattamento delle acque subì un forte guasto, scaricando in mare milioni e milioni di dischetti. Senza indagini approfondite, sarà difficile dire quale impianto del litorale tirrenico possa aver subito un problema simile.

Indagini per risalire all’origine

Le ipotesi si accavallano, ma alcuni scienziati sono già all’opera per trovare la causa dell’inquinamento. Gli oceanografi studieranno infatti i modelli di circolazione delle correnti, cercando di ricostruire punto per punto il viaggio della plastica arrivata sulle spiagge. Individuare l’origine consentirà di porre fine all’inquinamento, se questo fosse ancora in corso, dando il via libera alla bonifica delle aree colpite. Il caso potrebbe infatti assestare un duro colpo alla stagione balneare di molte località turistiche: non solo la citata Lavinio, ma anche la più gettonata Feniglia, davanti all’Argentario, sarebbe stata raggiunta dalla plastica. I rischi di danni seri all’ambiente non vanno poi sottovalutati. I tempi di dissoluzione naturale della plastica sono tra i più lunghi, e l’episodio potrebbe avere serie ripercussioni nel corso del tempo sul delicato ecosistema marino.

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