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Truffavano gli anziani promettendo loro 50mila euro di eredità: arrestate due donne di Anzio

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Avevano ormai una loro tattica consolidata per carpire la fiducia degli anziani, le due truffatrici di Anzio scoperte dalla polizia con le mani nel sacco ed arrestate.
Le due donne, R. F., 50 anni, e E. D. L. di 56 anni, agivano ai Castelli: una delle due si avvicinava agli anziani abbordandoli nei pressi degli uffici postali, delle banche o dei supermercati con la scusa di chiedere informazioni stradali raccontando di dover andare da un medico al quale dovevano andare a consegnare un’eredità di ben 300 mila euro.
La truffatrice raccontava di essere figlia di un ricco magnate svizzero, incaricata di consegnare l’eredità, ma con un problema: il medico a cui doveva portarla era nel frattempo morto.
A questo punto, passati un paio di giorni, subentrava la complice, che si spacciava per dottoressa e forniva il nome di un notaio che avrebbe risolto tutto.
La truffa andava avanti così: servivano i soldi per le spese notarili e questi venivano chiesti all’anziano di turno, in cambio della promessa di una parte dell’eredità, corrispondente a 50mila euro.
Seppur fantasiosa, la storia ha convinto in almeno 10 casi altrettanti anziani a dare alle due donne soldi e gioielli per arrivare a coprire le fantomatiche spese notarili, nella speranza di un facile e sostanzioso guadagno futuro.
Peccato fosse tutta una truffa, per fortuna scoperta dai Carabinieri che al termine delle indagini, su disposizione della Procura di Velletri, hanno effettuato le perquisizioni nelle abitazioni di Anzio delle due donne, trovando effettivamente i gioielli appartenenti agli anziani nascosti in mezzo alla biancheria, oltre a un telefono cellulare ancora imballato, probabile provento della truffa. Rinvenuti anche dei vestiti, identici a quelli indossati in alcune circostanze da una delle truffatrici.
Le due donne sono state arrestate dai carabinieri di Velletri con le accuse di truffa aggravata in concorso ed estorsione.
Entrambe hanno precedenti e ora sono agli arresti domiciliari. Per truffa è stato indagato anche il marito, di nazionalità albanese, di R.F., il 41enne A. D., accusato di concorso nell’occultamento del bottino.

(foto di repertorio)

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