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Turcotto, due secoli di storia in un libro-evento

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La nona generazione si aggira già tra i tavoli, chi “dando una mano” e chi ancora nel passeggino… Sono trascorsi 200 anni, del resto, da quando Gaetano Garzia “inventò” la trattoria sul porto e dato che indossava sempre un fez rosso venne ribattezzato come “il Turco”, perché ad Anzio – del resto – senza dare un soprannome non sappiamo stare. Oggi basta dire “Turcotto” per sapere che è garanzia di qualità assoluta e gastronomia eccellente, che gode di una vista unica, ma non per conoscere una storia lunga due secoli, quelli nel corso dei quali la gestione è rimasta sempre alla stessa famiglia. La ricostruiscono in un libro a cura del professor Clemente Marigliani, Ermelinda e Maria Garzia. Loro sono l’ottava generazione e oggi gestiscono, insieme al papà Enrico e alla mamma Patrizia, il locale che nonno Oreste ereditò dal padre, Achille, il quale decise di aprire una trattoria “laggiù”, in quella che allora era considerata periferia della città. Una scelta ritenuta temeraria, rivelatasi invece di una lungimiranza assoluta. Il libro sarà presentato in un evento programmato per venerdì 18 marzo presso l’hotel Lido Garda, in piazza Caboto ad Anzio, alle 18. Un testo ricco di immagini, ma soprattutto di ricordi. Di memoria tramandata oralmente nel corso degli anni e che oggi viene messa nero su bianco. Per questo nell’introduzione Ermelinda e Maria affermano che intendono “Lasciare una traccia tangibile di una così notevole longevità, frutto della tenacia di una seppur piccola impresa familiare”. Compiono quello che loro stesse definiscono “un atto doveroso” perché “spetta certamente a noi, generazione attuale dell’azienda, rendere omaggio alla sua storia bicentenaria e ai personaggi che nel tempo si sono avvicendati nel tenerla in vita”. C’è non solo la storia del ristorante, ma quella della famiglia e dei suoi legami, unita alle trasformazioni vissute dalla città, dal punto di vista storico e sociale. C’è, per esempio, la faticosa ricostruzione del dopo-guerra, ma anche la tenacia di un’intera famiglia – quella dei fratelli Garzia – che ha scritto pagine fondamentali della cucina “portodanzese”. Ci sono una serie di dettagli che “hanno assunto un significato nuovo, carico di storia, e ci svelano sottilmente il senso della nostra attività oggi e della sua longevità. Il profondo rispetto per la tradizione in cucina, l’attenzione e la cura per i prodotti che la nostra terra ci offre, l’attitudine a volte anche severa e sempre rigorosa nei confronti del lavoro, la convinzione dell’importanza di tramandare un sapere che nel nostro caso è un mestiere, il rispetto per il nome, l’amore per la famiglia, il significato dell’insegnamento delle generazioni passate”. Per questo: “Il libro è un omaggio alle generazioni che ci hanno preceduto e un augurio per i nostri figli con la speranza che facciano tesoro del privilegio di possedere una solida memoria della propria famiglia”. All’appuntamento del 18 marzo prenderanno parte lo chef Enrico Garzia, il sindaco di Anzio Luciano Bruschini, il professor Clemente Marigliani, il giornalista Giovanni Del Giaccio, il generale Ugo Marchetti, cliente affezionato e amico di famiglia. Nel saluto che il primo cittadino ha scritto per il libro viene sottolineato come quella del “Turcotto”: “E’ la storia del pescato nobile delle acque portodanzesi, trasformato magistralmente in piatti che hanno fondato la tradizione gastronomica della nostra città; un percorso iniziato nella zona del porto ben 200 anni fa e che ha poi trovato la sua prestigiosa culla alle Grotte di Nerone. Quella meravigliosa terrazza sul nostro mare, che tante volte mi ha ospitato, è un simbolo di devozione, un esempio di passione, di alta cucina. È per questo – afferma il sindaco – che volgo alle vecchie ed alle nuove generazioni della famiglia Garzia un ringraziamento sentito, mosso da sentimenti autentici, per aver creduto in un importante progetto, oltre le difficoltà e il duro lavoro, che ha regalato alla nostra Anzio un’eccellenza, quale il ristorante Turcotto si può senza dubbio ritenere”. Nel libro oltre alle testimonianze e alle immagini, alle recensioni e ai personaggi illustri che hanno frequentato il ristorante, anche 8 pagine di imperdibili ricette.

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