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Aprilia, Roberto D’Agostini candidato sindaco di Potere al Popolo affiancato dal Collettivo Femminista

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“Viviamo in una società in cui per focalizzare, definire e contrastare un ampio fenomeno sociale per cui moltissime donne vengono uccise da uomini in un quadro di dominio e sopraffazione maschile, abbiamo dovuto coniare il termine ‘femminicidio’. Per combattere questo fenomeno sociale non servono misure securitarie che, oltre a essere inefficaci, consolidano una visione della donna come un essere fragile non in grado di decidere per sé e che va quindi protetto. Contro questa società patriarcale, intrisa di sessismo in ogni aspetto della vita sociale, c’è bisogno di femminismo, ovvero di autorganizzazione delle donne, più diritti, più strumenti a disposizione per poter operare scelte consapevoli e libere. Femminismo per noi vuol dire libertà di scelta e autodeterminazione delle donne. Per questo lottiamo per l’estensione di diritti e servizi che le rendano possibile contro tutto ciò che favorisce un clima di oppressione, pregiudizio e violenza di genere. Nel nostro Comune, solo per fare un esempio, non viene nemmeno rispettata la legge regionale che imporrebbe un consultorio ogni 20 mila abitanti. Infatti, anziché essere in programma la costruzione del quarto consultorio, si va avanti con un solo consultorio che così risulta essere insufficiente a soddisfare le esigenze del reale bacino di utenza. Sulle donne ancora oggi ricade la maggior parte del lavoro domestico e di cura. E ancora oggi, le donne con difficoltà riescono a partecipare alla vita politica e subiscono una disparità salariale rispetto agli uomini. Siamo convinte che il patriarcato sia uno strumento utile in mano al capitalismo, ampiamente utilizzato per trarre il massimo profitto, che la questione di genere non può essere disancorata dalla questione di classe e che una visione femminista debba passare necessariamente per l’anticapitalismo.

Per questo crediamo che sia necessaria un’inversione di tendenza anche nella nostra amministrazione comunale che dovrebbe fornire servizi e facilitare la partecipazione non certo mediante ordinanze securitarie, ma attraverso un ripensamento generale delle azioni e degli strumenti che tenda a una piena e reale lin’bertà di scelta sulle proprie vite e i propri corpi.”

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