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Rifiuti, il Tar sospende l’ordinanza della Regione e dà ragione a Rida Ambiente. Altissimi: ‘Ossessiva ostinazione contro di noi’

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Fabio Altissimi Rida Ambiente

Sui rifiuti la Regione Lazio pare non azzeccarne mai una al primo colpo: si passa sempre dalla strada più contorta, il che – tradotto in parole semplici – significa passare il più delle volte da Giudici e Tribunali, con conseguenti perdite di tempo e di soldi (dei contribuenti). Stavolta, o meglio ancora una volta, la questione riguarda la Rida Ambiente, che esce vittoriosa dal ricorso presentato al Tar.

I giudici amministrativi hanno infatti dato ragione all’azienda di Aprilia contro la Regione Lazio: nei giorni scorsi il Tar ha sospeso l’ordinanza che vietava dal 1 gennaio 2022 il conferimento dei rifiuti organici nell’impianto del presidente Fabio AltissimiLa nota della Direzione Regionale Ambiente-Area Autorizzazione Integrata Ambiente, con cui si stabilisce che “l’impianto non può ricevere in ingresso il rifiuto codice EER 200108 direttamente dai Comuni conferitori” e che “si concede una proroga massima fino al 31/12/2021 entro la quale la Società potrà ancora ricevere il rifiuto codice EER 200108è stata sospesa.

Il Tar ha accolto le ragioni di Rida e dunque i Comuni della provincia potranno continuare a conferire i rifiuti organici presso lo stabilimento della società apriliana anche oltre il 31/12/2021. Si tratta dell’ennesima “battaglia” giudiziaria vinta da Rida Ambiente. Quello che non si capisce, però, è il motivo per cui l’azienda di Aprilia deve sempre (o quasi) percorrere la strada del ricorso amministrativo per far valere le proprie ragioni contro la Regione governata da Nicola Zingaretti.

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Nonostante nelle sedi giudiziarie continuino a prevalere le nostre ragioni a tutela degli interessi dei cittadini laziali, la guerriglia amministrativa nei nostri confronti da parte dell’Ente sembra continuare”. Con queste parole Fabio Altissimi, presidente di Rida Ambiente, accoglie l’ultimo (in ordine di tempo) verdetto favorevole dei giudici amministrativi.

Il Decreto della Sezione Prima Quater del TAR del Lazio che non lascia dubbi interpretativi: la Regione sembra essere ossessionata dall’azienda di Aprilia. Per questo motivo abbiamo contattato Altissimi per chiedere i motivi di questo strano atteggiamento dell’Ente governato da Zingaretti.

Avevate ragione su tutti i fronti e forse ne erano convinti anche in Regione, visto che l’Avvocatura non si è neanche costituita in giudizio nell’ultimo procedimento. Allora, per evitare inutili lungaggini giudiziarie e spreco di risorse, perché la Direzione Rifiuti non ha autorizzato il conferimento dei rifiuti organici nel suo impianto anche oltre il 31 dicembre 2021? Bastava un semplice atto amministrativo.

“Guardi, forse voi siete sorpresi ma io, purtroppo, non lo sono. Negli ultimi tredici anni ho dovuto lottare spesso contro il muro di gomma costruito dai dirigenti regionali. E la maggior parte delle volte sono stato costretto a ricorrere a TAR e Consiglio di Stavo per far valere le mie ragioni. Che, come confermato anche dall’ultimo Decreto da voi citato, mi vedono spesso prevalere. Ma, anche in questo caso, provocando danni al sottoscritto, ai cittadini e alla stessa Regione Lazio in quanto Istituzione”.

Si riferisce anche alla recente sentenza del Consiglio di Stato?

“Esatto. La legge regionale prevede, in un provvedimento AIA, anche l’indicazione della “tariffa di accesso”, ossia il prezzo “sorvegliato” applicabile a carico dei Comuni conferenti. Nel febbraio 2009, nel relativo provvedimento autorizzativo, questa non era stata indicata e quindi è stata espressamente chiesta da RIDA Ambiente alla Regione nell’agosto 2009. Il relativo procedimento è stato avviato nel dicembre 2009 ma l’istanza è stata respinta con provvedimento del 18 marzo 2010, impugnato avanti il TAR. con ricorso n.r.g. 4719 del 2010. Senza addentrarmi in ulteriori particolari, parliamo di una vicenda che ha avuto inizio nel lontano 2009 e che si è risolto soltanto ora. Chi paga per tutta questa perdita di tempo e per questo tentativo di penalizzare la mia azienda?”

Ad oggi l’unica certezza è che pagano i cittadini, visto che il danno provocato da questa scelta dell’amministrazione è stato inserito in una legge per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. E questo, in Regione, ha aperto una discussione su come l’Ente governato da Zingaretti gestisca i contenziosi.

“Se vogliono, posso produrre una serie infinita di provvedimenti che hanno visto la Regione Lazio soccombere. Cause lunghe anni che potevano essere tranquillamente evitate”.

Già. Ma chi dovrebbe pagare veramente? Chi, all’epoca dei fatti, non ha applicato la legge? O chi, ancora oggi, di fronte all’evidenza e alla sicura soccombenza istruisce comunque un giudizio innanzi al Consiglio di Stato senza neanche produrre “scritti difensivi”?

“All’epoca gli atti amministrativi erano stati posti in essere da Luca Fegatelli e Raniero Vincenzo De Filippis. E sappiamo tutti come è andata a finire. Negli anni seguenti la guida della Direzione Rifiuti è stata assegnata a Flaminia Tosini. A prescindere dalla vicenda giudiziaria che tutti conoscono, l’atteggiamento della Direzione regionale nei confronti della mia azienda non è cambiato. Anche oggi con Vito Consoli e Wanda D’Ercole. C’è stata una sorta di continuità tra Fegatelli, Tosini e Consoli: quasi ossessiva nei confronti di Rida Ambiente, molto morbida verso altri”.

A proposito degli altri, avrà provato una grossa soddisfazione, il 30 novembre scorso, leggendo la Delibera dell’Antitrust che ha visto come Relatore un giurista d’eccezione: il professor Michele Ainis. Un’altra grande vittoria.

“Per anni qualcuno ha tentato di escludere dal mercato RIDA Ambiente. E la Delibera dell’Antitrust lo ha riconosciuto senza mezzi termini. Ma c’è di più. Viene anche rilevato come l’atteggiamento di Ecologia Viterbo abbia provocato i disagi per i cittadini di Roma, che hanno dovuto sopportare la presenza dei rifiuti nelle strade con la beffa di subire costi molti più alti. Le conclusioni dell’Antitrust, poi, in cui si ricorda che l’utilizzo del nostro impianto da parte di AMA potrebbe contribuire non solo ad una pronta pulizia della città di Roma, ma anche generare una riduzione della TARI pagata dai cittadini del territorio, sono eloquenti. Lo hanno capito tutti. Solo in Regione hanno ancora dubbi”.

Proprio in Regione, nei giorni scorsi, c’è stato il cambio della guardia alla guida della Direzione Rifiuti. Dalla Toscana arriva l’ing. Andrea Rafanelli. Ci sarà il cambio di passo?

“Il cambio di passo ci sarà se l’ing. Rafanelli porterà un segno di discontinuità con chi l’ha preceduto. Vede, prima abbiamo fatto dei nomi di dirigenti che hanno gestito la Direzione rifiuti negli ultimi 13 anni: hanno prodotto solo disastri. E questo non lo dice Fabio Altissimi, ma ci sono riscontri oggettivi che lo dimostrano. Se Rafanelli esce fuori da questi schemi e riesce ad ignorare una sorta di regia che sembra guidare chiunque si occupi di rifiuti nella Regione Lazio, allora questo cambio di passo ci può stare. Posso soltanto aggiungere che, tanto per cominciare, il neo Direttore può leggere accuratamente la Delibera dell’Antitrust del 30 novembre. Non solo nella parte che ho riferito prima, ma anche in quella in cui si parla degli impianti presenti nel territorio della regione. Se si sceglie di conferire nei TM, allora mi sento di dire che non si è sulla strada giusta. Faccia un giro tra gli impianti della regione per toccare con mano cosa c’è nel Lazio. Nel nostro TBM, unico in tutta la regione, siamo in grado di minimizzare gli scarti da smaltire in discarica e produrre un CSS di migliore qualità”.

Lei ha mai partecipato alle riunioni istituzionali organizzate per la pianificazione regionale della gestione delle emergenze?

“Siamo stati convocati una sola volta, appena insediato il nuovo sindaco di Roma, Gualtieri. In tutti gli altri incontri siamo stati ignorati e siamo stati gli unici a non aver fatto parte di questi ‘tavoli istituzionali’. La sua domanda, quindi, dovrebbe essere girata alla Regione Lazio”.

Per concludere, nei giorni scorsi l’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, ha detto che ogni provincia dovrà avere la sua discarica per chiudere il cerchio del ciclo dei rifiuti in ambito provinciale. Anche per stroncare il monopolio.

“Vedremo il nuovo Commissario nominato dalla Regione Lazio quale discarica indicherà e, infine, quale monopolio terminerà o se passerà solo di mano tra un vecchio gestore e i nuovi gestori che già si stanno affacciando nella gestione dei rifiuti nel Lazio. Posso aggiungere un’ultima cosa?”

Certamente

“Auguri di Buon Natale a tutti da parte di Fabio Altissimi”.

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