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Giorgia Lucci, il suo “scatto” la sua libertà nella personale “Jihad…”

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L’intervista

Giorgia Lucci, ieri pomeriggio ha inaugurato la propria mostra fotografica “Jihad di colombe bianche e confuse”, dislocata tra i locali aderenti all’Antico Centro Commerciale. 

Tanti scatti a donne camuffate da trucco e pose che stanno a raccontarci qualcosa e a spiegarci l’animo artistico dell’autrice, talento emergente della fotografia.

Una idea accattivante quella di arricchire le pareti di bar e negozi con scatti d’autore in mostra e Giorgia ha accolto l’invito con entusiasmo, tappezzando Non Solo Tabacchi, Art Caffe’, Officina moto Bontempi, 99 centesimi, Mariposa Bar.

La giovane fotografa apriliana, classe 1987, con questa esposizione ha molto da dire ed esprimere, e l’intervista è sorta spontanea.

– Giorgia lei è una fotografa-artista, ma lei come si definirebbe? “Mi vogliono appioppare mille definizioni, fotografa , artista o nessuno delle due…. Credo che nella propria esistenza bisognerebbe avere il coraggio di guardarsi dentro per scoprire la propria forza, conoscere se stessi e accettare ogni lato, il bene e il male per esempio, due facce della stessa medaglia… io il mio male lo metto in mostra: solo attraverso la sofferenza si arriva ad un equilibrio con se stessi e censurare il male è fare finta di non vedere. Mi dicono <<le tue fotografie suscitano dolore>>, per me sono forza, coraggio ed emancipazione e quindi si portano avanti anche delle piccole guerre sociali; mi dicono anche: <<morirai senza un soldo>>, ma libera…. E questo per me è la fotografia, la mia libertà, il mio gesto incondizionato slegato dall’ansia della carriera, invenzione sociale come il tempo….”

– Giorgia, vuole spiegarci le sue fotografie? “Le foto nascono da un singulto verso la società in cui sono nata: fredda e iperconsumistica, dove contano solo i risultati al di là delle personali possibilità economiche e dei mezzi usati; dove ogni
aspetto della nostra vita sociale è sempre più pianificato,
regolato, razionalizzato e reso schiavo totale dalla
logica utilitaristica dell’efficienza; tutto: diventa prestazione.
Muore la creatività, muore la riflessione e la libertà…
anche lei, muore. Diventa inutile e antisociale tutto ciò
che è scarsamente remunerativo. Per me, in queste condizioni, è sempre  stato difficile esprimere le mie emozioni. Ancora più difficile risulta farlo senza blocchi o censure e, soprattutto, senza mai troppo urlare. Mi attacco allora con forza e in maniera
quasi ossessiva alle mie passioni che mi aiutano a sopravvivere in questo vuoto impacchettato a pennello, nel quale ogni giorno sono, rifiutando ogni diktat di questa “società dell’apparenza” fatta di scatole vuote. 

Lei parla come un poeta maledetto, quelli che si dannano l’anima. Ecco cos’è l’anima per lei  ” L’acqua assomiglia all’anima dell’essere vivente: è irrequieta e non ha posa, non ha principio, non ha fine. E’ fiume e mare, è dolce e salata, è nemica ed amica, è confine e infinito, è principio e fine.
Nella sua imprevedibilità possiede tanto la calma, la gravità e la profondità abissale della Terra, quanto l’inquietudine dell’Aria e la mobilità del fuoco. Il mio esperimento è stato quello di stabilire in maniera piuttosto naturale e non invasiva un contatto più o meno sincero con il soggetto provando il più possibile a veicolarne le emozioni più vere”.

Giorgia Lucci

Profondità, intelligenza, consapevolezza, filosofia, arte tutto questo nella mostra di Giorgia Lucci da visitare passeggiando amenamente per i locali di Via degli Aranci di Aprilia, per scoprire il talento apriliano della fotografia.

Marina Cozzo

 

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