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L’artista apriliano Guadagnuolo invoca la pace in Terra Santa con una sua opera

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A tre giorni dalla cerimonia alla sede diplomatica Usa che coincide con i 70 anni dalla fondazione dello Stato d’Israele, la strage che conta 58 vittime.
“Il presidente palestinese Abu Mazen proclama uno sciopero per domani, tre giorni di lutto per il “massacro” del settimo e si dice pronto a rifiutare qualsiasi mediazione di pace che arrivi dagli americani. La condanna è globale: arriva dall’Onu, dall’Unione Europea, dalla Francia, dal Regno Unito, dal Libano, dal Qatar, dalla Russia.”

COsì l’artista apriliano Francesco Guadagnuolo esprime la sua di condanna ad ogni forma di violenza, promuovendo un messaggio di pace attraverso le sue opere.

“Con l’inaugurazione dell’Ambasciata americana a Gerusalemme, continua la durissima repressione di Israele, che ha portato un massacro tra i dimostranti palestinesi e le agitazioni che perdurano in tutto il Medio Oriente. Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale del 16 maggio 2018 ha detto: «Sono molto preoccupato e addolorato per l’acuirsi delle tensioni in Terra Santa e in Medio Oriente, e per la spirale di violenza che allontana sempre più dalla via della pace, del dialogo e dei negoziati».

Guadagnuolo è un artista di autorevole spessore internazionale, opera tra Roma Parigi e New York, insignito nel 2010 del titolo di Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite. L’artista sensibile da sempre per la Pace ripropone la sua opera “Pace in Terra Santa”, la grande tela misura (175×400 cm). Il dipinto esprime il messaggio quanto mai opportuno proprio nei giorni in cui s’intensificano gli scontri sanguinosi tra Israele e i Palestinesi: “Stop alla guerra, finiamo questo massacro di vite e passiamo alla convivenza civile, ritorniamo subito al dialogo”.

Il dipinto costituisce un’opera straordinaria per l’impegno, l’ideazione e il compimento e abbraccia oltre 50 figure in un multiforme apparato scenico, dove si commemora la morte e si celebra la vita, il continuo contrasto di libertà, dalla brutalità della violenza e dall’odio. L’opera è motivo di riflessione e di dialogo contro quello che sta accadendo, ed è un invito a tutti i potenti della Terra a porre fine, una volta per sempre, sul mai risolto problema mediorientale, per trovare il modo politico, con un vero impegno, di finire questo vortice di violenza e di morte, che si accende ogni qualvolta, si prende qualsiasi iniziativa laddove vedono coinvolti i due popoli, antagonisti da sempre, Palestinesi ed Israeliani. «La Pace in Medio Oriente è fondamentale per il Mondo intero – dice Guadagnuolo – ed è per questo che si devono creare urgentemente le basi politiche per una nuova era civile e culturale. Fate presto, non possiamo più attendere!».”

Marina Cozzo

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