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Le collezioni sugli Internati Militari di “Un Ricordo per la Pace” utilizzati per ricostruire la storia della Resistenza Italiana

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Soddisfazione nell’associazione “Un ricordo per la pace”. Le testimonianze degli Internati Militari Italiani raccolte dall’associazione nell’ambito del progetto “Memoria agli IMI” saranno utilizzate in una importante ricerca condotta dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Istoreto) a ricostruzione della storia del Reserve–Lazaret di Zeithain in Germania. Distaccamento dello Stalag IV B di Mühlberg era una specie di “campo ospedaliero” per prigionieri gravemente ammalati o infortunati, e perciò inabili al lavoro, tristemente rimasto alla storia come “campo di morte”. Tra il 1943 e il 1945 vi morirono oltre 800 soldati italiani catturati dalla Wehrmacht dopo l’armistizio dell’8 settembre.

Sotto l’analisi dei ricercatori il diario di prigionia di Ernesto Bonacini e la video-testimonianza di Domenico Fusco cittadini apriliani, entrambi deceduti. Pur avendo vissuto molti anni ad Aprilia, Ernesto e Domenico non si incontrarono mai, eppure nei ricordi mai svelati le stesse immagini, le stesse sofferenze vissute in Germania, una parte di esse proprio a Zeithain.

Elisa Bonacini figlia di Ernesto, presidente di “ Un ricordo per la pace” : “Quei tristi ricordi mio padre li aveva in un diario scritto nel lager, custodito gelosamente nel comodino a fianco del letto per tutta la vita. Solo dopo la sua morte ho potuto leggerlo e comprendere la lotta quotidiana con la morte, sostenuta da una forza straordinaria nel voler sopravvivere per ricongiungersi con i propri affetti”.

La Bonacini scoprì l’esistenza di un sopravvissuto alla prigionia a Zeithain nel 2012 dopo la redazione di un articolo sugli IMI, tra cui il padre Ernesto. Era stato Domenico Fusco a manifestarsi per incontrare il compagno di prigionia, ma Ernesto era scomparso da diversi anni. “L’emozione nell’incontrarci – spiega Elisa – fu intensa e reciproca; io pensavo con tristezza a mio padre e a quanto sarebbe stato felice di poter abbracciare un compagno di prigionia; anche Domenico era molto amareggiato. Aveva detto pure di riconoscere nella foto di mio padre all’epoca un volto visto proprio a Zeithain. Certo è che condivisero le stesse sofferenze, soprattutto la fame, denominatore comune di tutte le testimonianze di deportati nei campi nazisti. Nonostante le tribolazioni riuscirono a ritornare a casa, seppure debilitati e con un peso che si aggirava intorno ai 45 Kg”.

Ernesto Bonacini e Domenico Fusco erano stati catturati dai tedeschi in Grecia. Il comunicato dell’armistizio di Badoglio, pervenne a Ernesto via radio (come scritto sul diario), precisamente alle ore 20 dell’8 settembre, quando era ancora ricoverato nell’ospedale militare di Agrinion per una grave forma di malaria. Arrivò nel lazzaretto in Germania il 6 novembre 1943 e vi rimase fino al gennaio 1945, mesi durissimi nei quali soffrì di forti crisi febbrili malariche, curate con medicinali sperimentali. Viste le condizioni critiche di salute non venne destinato subito a lavori fuori dal campo, ma lavorò un periodo nel laboratorio analisi del reparto malarici, addetto alla trascrizione dei dati, incarico assegnatogli per la buona calligrafia.

Domenico Fusco, artigliere marconista, dopo la cattura a Scarpanto, isola del Dodecaneso, arrivò a Zeithain nel febbraio 1944, circa 3 mesi dopo Ernesto. Poco dopo la cattura aveva subito un infortunio ad un testicolo, che necessitava di cure quotidiane. La sua permanenza nel Reserve a differenza di Ernesto fu breve, circa un mese, trascorso il quale venne destinato al lavoro in fabbrica nei pressi di Lipsia, alla Mansfeld che produceva pezzi di aerei.

I campi di prigionia di Zeithain e Mühlberg furono liberati il 23 aprile 1945 da unità dell’Armata Rossa.

Ernesto Bonacini e Domenico Fusco sono stati insigniti di Medaglia d’Onore IMI, l’Onorificenza concessa dal Governo Italiano ai cittadini italiani – civili e militari- e ove deceduti ai loro familiari che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, non accettando l’adesione alla R.S.I. o alle formazioni delle SS furono catturati e detenuti dai tedeschi nei lager nazisti.

Grazie all’opera divulgativa di “Un ricordo per la pace” sono 14 le Medaglie d’Onore conferite a cittadini apriliani, numero che pone Aprilia tra le Città del territorio pontino con il maggior numero di Onorificenze ricevute. La Bonacini: “La nostra richiesta di intitolazione di una via/piazza agli IMI, iniziativa condivisa con l’A.A.A. (sezione di Aprilia) protocollata al Comune di Aprilia il 13 novembre 2017 non ha ancora avuto risposta, ma deve presto trovare accoglimento. Gli Imi a costo della propria vita, nonostante lo stato di cattività indotto dalla prigionia, dal lavoro coatto e dalle vessazioni dei nazisti tennero fede al giuramento all’Italia. Il loro “NO!” al nazismo fu un contributo importante per il cammino dell’Italia verso i principi democratici della Repubblica. Auspicando il trasferimento dell’esposizione storica “Un ricordo per la pace” nel centro di Aprilia, voglio ricordare il nostro progetto di dedicare agli IMI una sezione della mostra. Mi sto impegnando anche per la pubblicazione del “diario di guerra e prigionia” di mio padre. Esempi tangibili di amore per la Patria che devono essere tramandati alle future generazioni” .

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