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Nuovo centro migranti ad Aprilia: l’ira di APL

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«Apl si schiera in modo netto e deciso contro l’apertura dell’ennesimo centro d’accoglienza per immigrati nel territorio di Aprilia. Come sempre, non solo è mancata la necessaria informazione ai cittadini di tutta la città, ma anche il necessario rispetto di chi vive nelle specifiche zone di allocazione dei sedicenti migranti. Ormai è chiaro che l’assenza di informazioni alla popolazione fa parte di una strategia ben orchestrata, mirante all’impedimento di adeguate manifestazioni di protesta contro l’apertura di nuovi Cas. Ciò non toglie che comunque, ogni volta che un nuovo centro si apre, dopo poco tempo inizino ad arrivare segnalazioni di residenti che vedono la loro tranquillità minata e addirittura impedita la propria libertà nei movimenti, in particolar modo nelle ore notturne».

«Tali rimostranze, più che legittime, vengono fatte passare dagli alfieri dell’immigrazione forzata presenti anche nel nostro territorio, per manifestazioni di intolleranza. Questo è il rodato cliché che viene usato, ma ormai la gran parte dell’opinione pubblica è stufa ed ha compreso come dietro questo buonismo peloso si nascondano grossi interessi economici. Aprilia in
Prima Linea è orgogliosamente dalla parte di chi è costretto a subire le conseguenze dell’allocazione forzata di presunti profughi, senza avere nulla in cambio da parte delle Istituzioni. Infatti, chi si ammanta di stare dalla parte di chi opera in funzione “caritatevole e per il prossimo”, si guarda bene dal comprendere che l’aria è cambiata».

«Inoltre è aumenta notevolmente la consapevolezza da parte dei cittadini sul reale motivo di questo “slancio altruista”, cioè i soldi. Infatti anche questa volta si tratterà di 35 uomini forti e in età lavorativa, con totale assenza di donne e bambini.  Dal canto nostro, facciamo appello a tutte le forze contrarie – realmente e non a chiacchiere – alla proliferazione di centri d’accoglienza ad Aprilia. Siamo dell’avviso che sia giunto il momento di formare un coordinamento e di creare iniziative forti di coinvolgimento della cittadinanza. Vanno invece aumentate
le espulsioni e non abbiamo certamente bisogno di allocare in città altre presunte risorse, che poi vanno ad alimentare i già rodati business illegali. E non ci si venga a parlare di iniziative “volte all’inserimento lavorativo dei migranti”, poiché tali risorse economiche sarebbe ora vengano impiegate per le migliaia di
italiani in difficoltà. Basta buonismo e alla scusa delle motivazioni umanitarie, chiamiamo le cose con il loro nome cioè business». Così in una nota congiunta Ippoliti e Campilongo di APL.

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