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Club Forza Italia Aprilia: “Una guerra finalmente dichiarata”

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Riceviamo e pubblichiamo da Sonia Pieragostini – Club Forza Italia di Aprilia-Giorgio La Pira

Dopo gli orrori del 13/11/2015  a Parigi è inutile nascondere che anche sul nostro territorio apriliano forse ognuno di noi non vive più con la stessa tranquillità di prima perché i gesti terroristici possono assumere svariate ed infinite forme e riguardare ogni luogo e persona. Se fino a neanche un mese fa saremmo rimasti indifferenti di fronte a una borsa dimenticata alla stazione o su un treno, oggi così non è, perché dopo aver visto quelle immagini brutali in diretta tv è stato inevitabile immedesimarci nella situazione e immaginare quali emozioni o pensieri possano essere passati per l’animo e le menti delle vittime dell’attentato: la paura che ha spinto persone a calarsi da alcune finestre per rimanere poi appese in attesa di chissà cosa o il panico di chi scappava per le vie in cerca di salvezza. E magari loro l’hanno trovata ma così non è stato per le altre donne e uomini che hanno guardato negli occhi i loro carnefici un istante prima di morire senza neanche avere avuto il tempo di capire che cosa stesse accadendo o per quale motivo stesse accadendo. Avranno avuto il tempo di rendersi conto che non avrebbero più rivisto e riabbracciato i loro cari? o di chiedersi perché proprio a loro,  o …. chissà quali altre domande!! Non sapremo mai le risposte ma possiamo fare qualcosa affinché non accada più, affinché la barbarie non prenda mai più il sopravvento su principi di libertà, fratellanza e uguaglianza che sono i pilastri su cui si sono fondate le democrazie di paesi civili. Perché possiamo dire con orgoglio di tramandare ai nostri figli questi valori ad ogni costo anche a quello della nostra vita. Sì, è il momento di reagire con un intervento militare sotto l`egida dell`ONU in un clima di collaborazione tra Usa, Russia, Cina e Europa contro il terrorismo prima che esso mini completamente le nostre abitudini di vita o, peggio, sfoci in ulteriori attentati dove innocenti moriranno poiché esistono uomini che decidono con tanta freddezza, determinazione e premeditazione di uccidere altri uomini in nome di un Dio. Peccato che qui però non sia una questione di religione ma solo di ferocia fine a se stessa perché non può esistere un Dio che chiede di uccidere in suo nome, perché Dio (di qualunque religione sia) è Amore. E allora occorre scovare questi folli che non essendo soddisfatti della loro esistenza hanno scelto come scopo una causa che toglie l’esistenza ad altri. Anche ad Aprilia dobbiamo tenere gli occhi ben aperti perché militanti dell’Isis potrebbero nascondersi anche tra i nostri vicini di casa o tra i compagni di scuola dei nostri figli (vedasi il caso della c.d. Fatima, studentessa universitaria di 28 anni o Meriem Rehaily che viveva nel padovano e che a soli 19 anni è divenuta consulente informatica per gli aderenti al Califfato di tutto il mondo). Come non citare poi la notizia di quattro persone che (nel mirino della Digos di Brescia in collaborazione con la polizia del Kosovo) vivevano tra Chiari (Brescia), Vicenza, Perugia, Savona e che, pur  conducendo in apparenza una vita normale, reclutavano militanti per l’ISIS e si  coordinavano per compiere attentati in Italia; comunicavano tra loro usando soprattutto i social network dove tra l’altro si facevano ritrarre in comportamenti tipici dei terroristi dell’Isis, cioè esultanti con un kalashnikov in mano. Sempre sui  social scrivevano che Papa Francesco sarebbe stato l’ultimo pontefice e inneggiavano agli attentati di Parigi del 13 novembre. Di loro i due fratelli Samet e Ismail,  sono stati coinvolti in un’inchiesta della procura di Brescia per un presunto giro di carte di credito clonate che probabilmente sarebbe servito per raccogliere fondi da inviare al sedicente Stato islamico. Ebbene merita elogio l’operazione denominata “Van Damme” che ha permesso di sgominare questa cellula filo-ISIS ma l’accaduto ci fa capire quanto il “pericolo terrorismo” possa essere più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Non si vorrebbe pensare, infatti, che un luogo di preghiera come la vicina  moschea di Lavinio o di Roma possa essere utilizzata per fare proselitismo, ma se dovesse accadere la speranza è  proprio che tra i numerosissimi musulmani presenti ad Aprilia ci sia qualcuno che abbia il coraggio di denunciare chi fa discorsi o adotta atteggiamenti di affiliazione all’ISIS.  Lasciamo poi a chi di competenza fare indagini minuziose sul web per scoprire altri fanatici. Ricordiamo che non dobbiamo farci sopraffare dalla paura verso il diverso e che soltanto la collaborazione tra tutte le etnie presenti ad Aprilia, insieme all’integrazione e alla fratellanza possono essere utili a sconfiggere un male comune che tra i suoi obiettivi ha anche i fratelli musulmani. Certo è ormai che SIAMO IN GUERRA, una guerra che finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di definire Terza Guerra Mondiale e con altrettanto coraggio dobbiamo armarci per estirpare il cancro dell’ISIS prima che questo ci devasti perché se è pur vero che stiamo combattendo una guerra nuova con un nemico che non combatte faccia a faccia, è altrettanto vero e appropriato il proverbio “la migliore difesa è l’attacco”, almeno in quei territori dove si sa per certo sono dislocate le roccaforti fisiche di questo nuovo orrore detto Daesh.

 

 

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