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Ardea: chiosco dei fiori davanti al cimitero rimasto chiuso, l’appello della titolare al Sindaco

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La titolare di un chiosco di fiori situato davanti al cimitero di Ardea in Via Strampelli lancia un appello al Sindaco Mario Savarese. L’attività venne fatta chiudere nel 2014 a seguito di un’ordinanza comunale che stabilì il trasferimento dei chioschi all’interno delle piazzole realizzate nel nuovo slargo.

“Chiedo parità di trattamento”, scrive la titolare che rappresenta, di fatto, l’unico chiosco rimasto chiuso, “così come le altre attività commerciali dislocate lungo la Via Laurentina, a partire, venendo da Ardea, da cento metri prima di arrivare alla rotonda e fino al fosso della Moletta, all’ingresso di Tor San Lorenzo”.

“Figli e figliastri?”

Il riferimento è all’area dei 706 ettari di uso civico dove molte attività sono state aperte su terreni demaniali (e dall’anno scorso passati sotto la disponibilità dell Comune) con procedure urbanistiche sulle quali sono necessarie ulteriori verifiche e di cui non è chiara la conclusione della vicenda. Il caos burocratico nell’area è infatti noto, ma nonostante ciò si fa fatica a venirne a capo e sono in molti a chiedere interventi per chiarire le posizioni di chi opererebbe commercialmente nell’area, spesso, è l’accusa mossa, senza tutte le carte in regola. Un sistema di “figli e figliastri” accusano alcuni che, come la signora del caso in questione, chiede solo essere trattata come gli altri. Della serie: o i controlli valgono per tutti o per nessuno. L’appello, tornando per l’appunto alla vicenda del chiosco, è quello allora di poter riprendere la propria attività, che prima della chiusura aveva tagliato il traguardo dei 17 anni, come “gli altri due chioschi oggi aperti, oltre che ad usufruire di tutte le agevolazioni di quelle attività poste su terreno comunale e senza legittimità urbanistica”.

Risponde il Sindaco: “Mi impegno a chiarire la situazione”

Sulla vicenda, che continueremo a seguire, abbiamo interpellato il primo cittadino di Ardea, Mario Savarese. “E’ una situazione assai ingarbugliata sulla quale sto indagando come su molte altre”, dichiara ai nostri microfoni il primo cittadino. “Furono gli stessi fiorai ad invocare l’intervento della PPLL lamentando disservizi da parte del comune che non aveva previsto l’allaccio in fogna e quello dell’acqua per le piazzole. La PPLL convocata non ha potuto fare a meno di redigere un verbale in difformità e il Comune fu obbligato a chiudere le attività. Dopo un batti e ribatti piuttosto infruttuoso tra esercenti e Comune la situazione a oggi vede aperte tre attività e chiuse le altre. Perché? Costoro hanno ottemperato ad obblighi loro richiesti? Ed eventualmente perché non si sono adeguati anche gli altri. Sto indagando perché la cosa non mi è chiara ed è necessario che capisca esattamente come stanno le cose prima di prendere una posizione. Alla signora posso garantire per il momento solo il mio impegno a chiarire la situazione e, nel caso, a ristabilire quel che è giusto”.

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