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Ardea, discariche a cielo aperto: «Caro Mario Savarese…», i consiglieri d’opposizione scrivono al Sindaco

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Non si è fatta attendere la risposta al sindaco di Ardea Mario Savarese in merito alla denuncia presentata presso la Procura della Repubblica di Velletri, e depositata, dopo giorni di conferimento dei rifiuti provenienti da Roma nell’ottavo invaso nella mega discarica costruita nel territorio del comune di Albano Laziale ma al confine con il territorio di Ardea, contro la collega di partito Virginia Raggi. 

Oggi allora, alcuni consiglieri d’opposizione di Ardea, Luana Ludovici (Lega), Franco Marcucci capogruppo della Lega, e Simone Centore consigliere comunale di “Cambiamo con Toti, Coraggio Italia”, hanno redatto una lettera sulla stessa falsa riga di quella scritta dal Primo Cittadino, incentrandola però sull’annosa questione delle discariche a cielo aperto presenti in vari punti del territorio di Ardea. 

«Caro Sindaco Mario Savarese, Oggi abbiamo dovuto prendere una decisione dolorosa e inevitabile», esordisce la lettera proprio per ricalcare le stesse parole usate dal Sindaco nel rivolgersi alla Raggi. «Voler depositare presso la Procura della Repubblica di Velletri, un esposto-denuncia con la quale chiediamo che siano disposti gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti che hanno portato il territorio di Ardea ad essere una discarica a cielo aperto, valutando gli eventuali profili d’illiceità penale degli stessi e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili al fine di procedere nei loro confronti».

«Più e più volte abbiamo chiesto di incontrarti per esporti i motivi di una scelta, la tua, che provoca danni gravissimi alla salute dei nostri cittadini ed una pessima immagine della Città di Ardea. Le discariche a cielo aperto abbondano lungo le strade, nei fossi e nei terreni del territorio di Ardea: lungo e dentro i fossi di Montagnano, lungo via di Via di Valle Caia, davanti ai prestigiosi siti archeologici che si rendono invisitabili al turista che viene ad Ardea per conoscerne la millenaria storia da dove è partita anche la fondazione di Roma; nella zona dei “706 ettari delle Salzare” dove sono depositati rifiuti vari e materiali tossici nocivi (amianto, guaine bituminose e scarto di bitume stradale) che potrebbero avvelenare i pozzi idrici di acqua minerale della confinante Aprilia in zona Fossignano, dai quali i nostri cittadini traggono l’unica risorsa idrica disponibile».

«Questi cumuli di rifiuti, non bonificati tempestivamente e spesso date alle fiamme, creano fumi tossici a ridosso del mare e dei complessi immobiliari come “La Marina” ed i vari centri residenziali attorno alle Sabbie d’Oro; i residui di combusto inoltre, alle prossime piogge, potrebbero finire per avvelenare i fossi, il mare e i pozzi da dove i numerosi abitanti dei “706 ettari delle Salzare zona “Monti” e “Zona Mare” attingono l’acqua necessaria per i propri fabbisogni. Comprendiamo la cronica emergenza in cui i precedenti tuoi colleghi hanno lasciato il territorio, ma non scusiamo te che avevi tanto decantato le tue soluzioni preelettorali di cui allo scadere del tuo mandato ancora non se ne vede traccia».

«Considerando il degrado in cui versa oggi maggiormente Ardea tutti noi, cittadini e consiglieri di opposizione, ci siamo fin dal nostro insediamento dichiarati disponibili per trovare una soluzione perseguibile, ma, ahimè, non siamo stati neppure ascoltati e ancor meno interpellati. I cittadini di Villaggio Ardeatino, di Valle Caia, di Montagnano, Tor San Lorenzo, Nuova Florida, Banditella Bassa ed Alta, Castagnetta, Pian di Frasso, Madonnina, e lo stesso lungomare (costretti a sistemarsi le strade da soli) non siamo di second’ordine a nessuno. Noi cittadini di Ardea abbiamo gli stessi diritti di chiunque altro, pertanto non accetteremo mai che la nostra salute e quella dei nostri concittadini residenti e villeggianti, sia messa a rischio seppur nell’esigenza di risolvere una situazione ambientale come quella della discarica di Albano Laziale, che per quanto grave non è paragonabile al danno che stanno procurando quelle maledette discariche a cielo aperto sul territorio rutulo» 

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