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Ardea, dopo 3 anni e mezzo ha ancora problemi di residenza: tenta il suicidio di fronte al Comune

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Tentato suicidio Ardea

Stavolta mi ammazzo. E lo faccio davanti a voi, cosi almeno mi sentite, visto che finora non lo avete mai fatto”. Sono stati momenti di tensione, quelli vissuti ieri pomeriggio ad Ardea, di fronte al palazzo del Comune e alla Caserma dei carabinieri, in via Salvo D’Acquisto. 

L’uomo, un sessantenne del posto, è salito – senza che nessuno se ne accorgesse –  sullo scheletro di una palazzina in costruzione. E da lì si è posizionato di fronte alle finestre degli uffici comunali, iniziando a urlare per attirare l’attenzione degli impiegati dell’ufficio anagrafe. I suoi problemi, infatti, sarebbero legati alla residenza. Non la sua, ma – a quanto sostenuto dal 60enne – a quella di due persone che risulterebbero residenti senza alcun titolo nella sua abitazione.

Tentato suicidio Ardea

L’intervento del funzionario del Comune e dei Carabinieri

“Da tre anni e mezzo vi chiedo che vengano cancellati da casa mia, ma nessuno mi ascolta. Torna domani, torna dopodomani… Mi state prendendo in giro!”, ha urlato l’uomo. “Vediamo se adesso che mi butto di sotto mi ascoltate”. La tensione è palpabile. A sentire per primo le parole del 60enne un geometra, Mauro Rossi. L’impiegato comunale ha iniziato a parlare con l’uomo pacatamente, cercando di perdere tempo, per dare modo a due carabinieri, avvisati nel frattempo, di intervenire.

I due militari, in tuta da ginnastica, approfittando della distrazione data dal geometra, sono arrivati silenziosamente fino all’uomo e lo hanno bloccato prima che, in un attimo di rabbia o follia, potesse compiere un gesto inconsulto. Dopo averlo calmato e fatto scendere, l’uomo è stato portato presso la Tenenza dei Carabinieri, dove è stato identificato e visitato sanitari del 118 giunti sul posto con un’ambulanza.

La promessa d’aiuto

Adesso negli uffici comunali si sta cercando di risolvere la problematica posta all’attenzione dall’uomo, che da tempo chiede appunto la cancellazione della residenza di due persone dalla sua abitazione. Ma il gesto eclatante dell’aspirante suicida ha posto in evidenza un altro problema, ovvero la pericolosità delle palazzine che si trovano di fronte al comune, scheletri fermi da decenni in quanto dichiarati all’epoca abusivi. Non è un mistero che vengano utilizzati da gruppi di bambini e adolescenti per giochi estremi e sfide di coraggio, costringendo spesso gli stessi carabinieri a richiamarli. Cosa si aspetta per regolarizzare la demolizione? Che qualcuno li utilizzi davvero per un suicidio o che diventino teatro di una disgrazia?

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