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Ardea, farmacie comunali in vendita, ma senza i dipendenti: la rabbia dei sindacati

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Sul bando che prevede la vendita delle farmacie comunali di Ardea è polemica.

A spiegarne i motivi Rita Longobardi, Delegata Territoriale UIL – FPL e Michele Gregis, Delegato Territoriale CSA – RAL attraverso il comunicato stampa che pubblichiamo integralmente.

La UIL FPL ed il CSA RAL, sono sul piede di guerra, dopo le innumerevoli richieste di confronto e la proclamazione dello stato di agitazione, proclamato da tutti i sindacati del Comune, che vede, tra le altre motivazioni, anche la scelta politica di cedere con la gestione delle farmacie comunali il personale ivi operante.

L’Amministrazione comunale di Ardea, ha deciso infatti con imbarazzante superficialità, di non assicurare più il diritto al lavoro e alle legittime aspettative di due suoi dipendenti ma di cederli, nonostante la strutturale “agonia” di personale, ad un datore di lavoro privato, che con ragionevole certezza, offrirà minore garanzie sul piano della tutela occupazionale e dell’affidabilità rispetto a quello pubblico.

La pubblicazione del bando di gara che prevede il passaggio al privato dei due dipendenti attualmente impiegati presso la farmacia di Nuova Florida, l’unica ancora operante, ha reso la situazione maggiormente difficile. Una scelta politica, non condivisa con le parti sociali, distante dalle iniziali intenzioni e valutazioni, priva di una seria e responsabile considerazione che il caso richiede. Ingiustificabile anche non aver determinato una “clausola di salvataggio”, a garanzia del futuro lavorativo dei dipendenti coinvolti nella cessione del servizio in questione e la mancata previsione del mantenimento di un’area contrattuale unitaria ovvero l’applicazione ai rapporti di lavoro, anche presso i soggetti di natura privata, dei contratti collettivi dei comparti pubblici di provenienza, a tutela della qualità e del contenuto dei diritti acquisiti.

Si evidenzia che, al momento, il Comune Ardeatino, che presenta un terzo del personale in forza rispetto al vicino Comune di Pomezia, non potrà colmare la strutturale carenza occupazionale neanche la fisiologica sostituzione del personale in pensione.  In questo tragico assetto, rinuncia così, a due dei suoi dipendenti!

Nel frattempo pare siano emerse anche criticità sulla esattezza degli atti di gara, forieri quindi di ulteriori danni economici per l’Ente a cui si aggiungono le difficoltà registrate da una inadeguata gestione imputabile non certo ai dipendenti impiegati.

Tra i lavoratori da cedere, un lavoratore di profilo tecnico-amministrativo che per caso è stato trasferito due anni fa presso la farmacia comunale per fronteggiare temporaneamente la carenza organica citata, sacrificando la propria mansione nonché la propria sede di lavoro, oggi fattore discriminante!

Al problema del futuro dei dipendenti coinvolti in questa incomprensibile decisione sono stati sensibilizzati tutti i consiglieri comunali, di maggioranza ed opposizione, al fine di intraprendere una profonda e responsabile discussione, doverosa, non solo per il futuro occupazionale degli impiegati coinvolti, quanto per l’intera amministrazione Comunale.

Pertanto, ieri, sono state sollevate da alcuni consiglieri, specifiche domande al Sindaco in merito alla delicata situazione che coinvolge il Comune e le vite dei due cittadini lavoratori, del loro futuro lavorativo. L’obiettivo delle Organizzazioni Sindacali rimane quello di sollecitare le istituzioni politiche affinché si giunga a scelte partecipate che nel merito portino a coniugare nell’interesse della comunità e a difesa degli attuali livelli occupazionali, la cessione di un importante servizio pubblico con il mantenimento dei diritti acquisiti attraverso un percorso chiaro e definito.

A questo punto, anche le presunte criticità sollevate sulle procedura di affidamento dovranno essere verificate.

Arrivare ad una soluzione realmente capace di dare le giuste risposte a tutti i soggetti coinvolti nonché adeguate al ruolo istituzionale ricoperto e alle legittime aspettative in esso riposte non è una facoltà per un ente pubblico ma un dovere. Intanto la UIL-FPL ed il CSA-RALnon mollano, sono pronti a scendere in piazza e affermano: “La ricollocazione del personale della Farmacia comunale è una nostra priorità sebbene continuiamo a credere in un progetto di risanamento capace di mettere a punto un piano industriale di rilancio di un servizio pubblico così importante per il territorio. Nelle attuali condizioni la farmacia rischia di essere invendibile e la gara deserta, come già successo in passato, un’attività che non genera entrate come dovrebbe, richiede per forza un risanamento per essere resa attraente per il mercato”.

 

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