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Ardea, incendio auto Giordani: Fanco assolto con formula piena. ‘Congiura ai miei danni’

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Nell’udienza finale del procedimento penale N.R.G. 1000/15 svoltasi il 7 Ottobre 2019 alle ore 16,00  il Giudice Dott. Fabrizio Basei del Tribunale di Velletri ha emesso la Sentenza di assoluzione in formula piena per non aver commesso il fatto a favore dell’allora Consigliere comunale di Ardea Luca Fanco, accusato dell’incendio dell’autovettura BMW X5 di colore nero dell’allora Presidente del Consiglio Massimiliano Giordani.

Commento al vetriolo di Luca Fanco sulla vicenda giunta al termine a suo favore:

“Sin da subito avevo avuto il sentore dell’ennesima congiura contro di me, studiata a tavolino con indagini, ricostruzioni e considerazioni a dir poco fantasiose, infondate  ed inattendibili, finalizzate a colpevolizzarmi anche se innocente ed estraneo ai fatti, con il solo scopo di farmi desistere a continuare a fare esposti e denunce fatte nel mio ruolo di consigliere e di presidente della commissione trasparenza. Infatti, il giorno dopo l’accaduto, ho letto ed allegato agli atti del Consiglio comunale di Ardea del 13/06/2013 il seguente intervento pubblico, che riporto integralmente:

Buona sera a tutti, approfitto di questo pubblico consenso per comunicare che oggi mi sono realmente convinto come alcuni politici disonesti possano utilizzare le maglie di alcuni tutori della giustizia, compiacenti per fini a me oscuri, per annullare, chi come me, negli anni costantemente ha denunciato e continuerà a denunciare tutto ciò che ritiene illegittimo/illegale e non di esclusivo interesse dei cittadini di Ardea e del loro territorio. Ci sono rumors secondo i quali sarebbe stata chiesta la custodia cautelare in carcere del sottoscritto per non meglio precisati episodi delittuosi, talmente banali e puerili da non poter essere ricondotti alla mia persona, o ad una mente criminale dotata di un minimo di buon senso. La cosa gravissima che il presunto firmatario della richiesta avrebbe agito contro legge in quanto completamente assenti i presupposti, ovvero  il pericolo di fuga e/o l’inquinamento di prove e non sussiste il concreto pericolo di commissione di gravi delitti con uso di armi e similari. Ci tengo a dirlo adesso, poiché sino ad oggi non avevo dato peso a certe ben informate insistenti voci di Piazza. Ribadisco di aver piena fiducia nella Magistratura e nelle forze dell’ordine oneste,  le quali con certezza matematica non si faranno gabbare da testimonianze e/o acquisizioni di informazioni false e mendaci con l’unico scopo di trarre in inganno il Giudice ed emettere un provvedimento ingiusto. Oramai gli atti persecutori nei miei confronti per farmi desistere a denunciare le illegalità riscontrate nella verifica e controllo degli atti amministrativi del Comune di Ardea, li ho denunciati in tutti i Comandi Generali e in tutte le Istituzioni e ciò non dovrebbe lasciare spazio a chi cerca di tergiversare la realtà dei fatti, magari perché deve difendere il posto di lavoro del figlio elemosinato alla politica in cambio di qualcosa e/o ricambiare a lavori effettuati gratis nella propria abitazione.  E’ di dominio pubblico come, alcune forze dell’ordine hanno impiegato quantità ingenti di risorse in fantomatiche indagini nei miei confronti, esempio  sulla mia recente assenza in Consiglio comunale nel famoso “blitz della maggioranza”  puntualmente giustificata con dettagliato Certificato medico; ma stranamente ignorato a tal punto di interrogare  decine di persone chiedendo loro dichiarazioni sul mio stato di salute apparente, investendoli di una competenza medica e di un ruolo non previsto dalla legge. Per chi non avesse capito, ci sono colleghi Consiglieri che utilizzano strumentalmente la macchina della giustizia per eliminare l’avversario politico, soprattutto quando l’avversario non è coinvolto in torve vicende ed è libero di parlare al popolo vivendo del proprio lavoro. Cosa quest’ultima, che non molti possono vantare in questa assise ed utile sarebbe far capire ai cittadini da dove traggono il loro comodo modello di vita, in considerazione del fatto che molte famiglie vivono nella povertà più assoluta”.

“In questi anni – ha poi proseguito Fanco – ho avuto sempre la certezza dell’assoluzione piena, sia perché ho la coscienza a posto, sia perché sono fiducioso della Magistratura, infatti in tutte le udienze ho potuto constare l’enorme professionalità, competenza, bravura, intuizione, imparzialità del Giudice Dott. Fabrizio Basei del Tribunale di Velletri, che nonostante la giovane età, ha eguagliato in bravura i suoi colleghi di decenni più anziani. Ho riscontrato le medesime caratteristiche anche nel mio Legale di fiducia, il Professore Universitario Antonello Madeo, che in ogni udienza è riuscito a far emergere le innumerevoli anomalie e contraddizioni rilasciate dall’ex Sindaco Luca Di Fiori, dalla sua maggioranza e dai Carabinieri di Ardea”.

Ma Fanco fa ora una domanda di natura “economica”: “Infine una riflessione è d’obbligo: se i Magistrati avessero creduto a priori alle dichiarazioni a dir poco fantasiose, infondate  ed inattendibili dei Carabinieri di Ardea, dell’ex Sindaco Luca Di Fiori e della sua maggioranza, senza accertarsi della verità, e avessero convalidato la loro richiesta, ovvero avessero convalidato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei miei confronti, adesso, dopo l’assoluzione in formula piena per non aver commesso il fatto, chi mi avrebbe ripagato dell’ingente danno subito? Reputo indispensabile ed urgente una riforma della Giustizia e della Magistratura, nella quale i Giudici poco attenti, che non studiano ed approfondiscono gli atti processuali, possono essere accusati di responsabilità e possono essere condannati a risarcire un cittadino al quale hanno privato la libertà ingiustamente. Nella stessa riforma dovrà essere prevista altresì, la possibilità, di accusare di responsabilità quei Carabinieri, e in generale tutte le forze di Polizia, che forniscono indagini, ricostruzioni e considerazioni a dir poco fantasiose, infondate ed inattendibili, finalizzate a trarre in inganno la Magistratura per far condannare a priori un cittadino anche se innocente”.

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