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Ardea, niente numero legale: ancora un consiglio andato a vuoto, paralisi amministrativa

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Inconcludente. Questo è l’aggettivo che viene in mente pensando al consiglio comunale di Ardea, che questa sera ha fatto per l’ennesima volta finta di riunirsi. La solita, ormai cronica, mancanza del numero legale ha fatto sì che anche questo appello andasse a vuoto: presenti i consiglieri di opposizione Mauro Giordani e Cristina Capararo, che dopo l’appello abbandonano l’aula, e tre della maggioranza. Anche il sindaco Luca Di Fiori stavolta è rimasto fuori dall’aula. “Continua nella sua inconcludente monotonia la vicenda della giunta Di Fiori ad Ardea: oggi, dopo cinque mesi di sedute del consiglio comunale convocate con all’ordine del giorno la votazione per la nomina del presidente del Consiglio Comunale, è andata deserta l’ennesima convocazione che avrebbe dovuto portare alla sospirata nomina”, hanno dichiarato gli esponenti degli “Amici di Grillo Ardea.

C’è da ricordare che, in assenza di un Presidente del Consiglio Comunale, lo stesso Consiglio non può procedere alla discussione e approvazione di qualsivoglia atto amministrativo, compresi quelli dovuti per legge. È il caso, ad esempio, dell’approvazione del bilancio preventivo 2016: il testo unico degli enti locali prevede che questo atto fondamentale per la programmazione operativa degli interventi amministrativi venga deliberato dalla Giunta ed approvato dal Consiglio entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello a cui si riferisce.

Nonostante due successive proroghe, avute con decreti del consiglio dei ministri, la prima al 31 marzo e la successiva al 30 aprile, il Comune di Ardea si trova, oramai a fine maggio, sprovvisto di questo strumento indispensabile per la normale amministrazione dei servizi che il Comune dovrebbe rendere alla cittadinanza.

“Non dobbiamo certo spiegare ai cittadini di Ardea – hanno proseguito i grillini – quali sono le conseguenze di questa inerzia amministrativa  visto che, loro malgrado, sono costretti a convivere tutti i giorni con lo stato disastroso dei servizi amministrati dal Comune: dall’illuminazione pubblica alla raccolta dei rifiuti, dalla manutenzione del manto stradale ai servizi sociali semplicemente inesistenti, dal trasporto pubblico alla manutenzione degli edifici scolastici e del verde pubblico, all’offerta di servizi per l’infanzia. Questo solo per ricordare i servizi essenziali. Se poi spostiamo lo sguardo sulle questioni che attengono la pianificazione del territorio, dell’urbanistica e del sostegno allo sviluppo dell’iniziativa economica troviamo dei veri e propri disastri per i quali i cittadini, in alcuni casi da decenni, attendono soluzione.

È il caso, ad esempio, degli impianti ad alto impatto ambientale che stanno causando innumerevoli disagi alla cittadinanza: la centrale a biomassa della POMAR, la discarica di Montagnano, i depuratori di Montagnano e di via Bergamo. In particolare a Montagnano, con l’avvio del nuovo depuratore dei Castelli, si è venuta a creare la situazione paradossale per cui i cittadini della zona che ospita il depuratore, e che debbono sopportare tutti i disagi provocati dall’impianto, dal rumore ai miasmi provenienti dalle vasche, sono sprovvisti di allaccio all’acquedotto comunale ed alla rete fognaria. Non solo, poiché la falda acquifera risulta compromessa, non è più possibile utilizzare l’acqua dei pozzi per il fabbisogno umano, con tanto di ordinanza sindacale, senza che sia stata messa in atto alcuna misura di sostegno per l’approvvigionamento di acqua potabile. Questo nonostante negli anni sia il Comune che la Regione avessero promesso, tra le opere a compensazione, proprio la realizzazione della rete fognaria ed il suo collegamento con l’impianto realizzato. L’inerzia del comune di Ardea ha determinato il paradosso che, al momento dell’entrata in funzione del nuovo depuratore, i cittadini delle zone limitrofe si trovino senza rete fognaria ed allaccio all’acquedotto.  

Situazione peraltro non rara ad Ardea, dal momento che, dai dati in nostro possesso, risulta che oltre il 30% degli edifici accatastati non risultano allacciati alla rete idrica e fognaria. Non risulta peraltro che né la giunta comunale, né tantomeno il gestore della rete, Idrica Spa, abbiano in programmazione opere per sanare questa situazione che presenta rischi enormi sul piano della salute pubblica e dell’ambiente.

È sotto gli occhi di ognuno il fallimento di questa amministrazione. È ora che chi si è dimostrato incapace di amministrare si dimetta e lasci ai cittadini di Ardea la parola sul proprio futuro”.

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