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Ardea, non ci sarà nessuna sentenza per il processo “Uno Light”: finisce tutto in prescrizione

Pubblicato il
Anzio

Non ci sarà alcuna sentenza, né di condanna, né di assoluzione. E’ questa l’indiscrezione trapelata a seguito dell’ennesimo rinvio del processo ribattezzato “Uno Light” che vede imputati alcuni esponenti politici di Ardea. Stavolta però lo slittamento dell’udienza – l’ennesimo – dovrebbe essere soltanto una mera formalità dato che, a quanto pare, al ritorno in aula (salvo ulteriori rinvii) il prossimo 8 novembre verrà annunciato semplicemente il proscioglimento dalle accuse per gli imputati per avvenuta prescrizione. Di conseguenza, come spesso accade nel nostro Paese, non sapremo mai se e in che misura le persone coinvolte siano state responsabili di illeciti o meno.

Chi sono i politici coinvolti nel processo Uno Light ad Ardea

Nel procedimento presso il Tribunale di Velletri, lo ricordiamo, sono coinvolti, per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (in concorso), l’ex Sindaco di Ardea Luca Di Fiori, l’ex Assessore Nicola Petricca e anche in questo caso gli ex consiglieri comunali Massimiliano Giordani e Fabrizio Acquarelli,  – che all’epoca era sia presidente del Consiglio comunale che capogruppo di Forza Italia – nonché l’imprenditore Mario Mastrototaro e l’ex dirigente Arch. Antonio Rocca. Come testi figuravano invece l’ex Vicesindaco Fulvio Bardi e l’ex consigliere comunale Cristina Capraro. Nel processo si era costituito parte civile anche un cittadino di Ardea e anche in questo caso ex consigliere comunale, Valtere Roviglioni. La sentenza, lo ricordiamo, era attesa addirittura quattro anni fa, ma l’iter – come spesso accade in Italia soprattutto nei processi che vedono coinvolti politici – si è prolungato oltre misura facendo scattare così, come visto, la prescrizione. 

Le accuse

Il processo avrebbe dovuto far luce sul presunto sistema illecito che vedeva coinvolta la politica locale e l’edilizia in quegli anni. In particolare la vicenda riguarda la riconversione urbanistica dell’azienda di Via Pontina Vecchia da fabbrica di lampadari, “l’Idea linea luce Srl”, a centro ricettivo: secondo l’accusa i politici avrebbero favorito tale processo di riconversione in cambio di denaro. L’imprenditore aveva chiesto infatti di trasformarla in centro ricettivo, sostenendo che, in questo modo, dai licenziamenti dei dipendenti si sarebbe passati a circa 500 nuove assunzioni. Anche per i politici questo era stato visto come l’occasione per lo sviluppo turistico-commerciale-ricettivo della città, ma – secondo l’accusa – per favorire la conversione, Di Fiori, Petricca, Giordani e Acquarelli avrebbero per l’appunto ricevuto in cambio del denaro. Un’accusa sulla quale però, a questo punto, non verrà mai fatta chiarezza.

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