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Consorzi Ardea, Monica Fasoli (Liberiamo Ardea) e Eliana Peperoni (Per Lupetta) rispondono al Sindaco

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Consorzi Ardea. Dopo la pubblicazione dell’intervista rilasciata ai nostri microfoni dal Sindaco di Ardea Mario Savarese sui consorzi, è giunta alla nostra redazione la richiesta di replica da parte di Monica Fasoli (Liberiamo Ardea) e Eliana Peperoni (presidente Ass. Per Lupetta) che ci hanno inviato il comunicato stampa che riportiamo integralmente.

Consorzi Ardea, Monica Fasoli (Liberiamo Ardea) e Eliana Peperoni (Per Lupetta) rispondono al Sindaco Savarese

L’intervista del Sindaco sul Corriere della Città n. 5 di maggio 2019 ha lasciato basiti non solo molti cittadini di Ardea ma, soprattutto, i residenti o i proprietari di immobili di quelle aree che egli stesso chiama impropriamente, a volte “consorzi” altre volte “condomini”. E’ inquietante aver rilevato che il Primo Cittadino di Ardea non sia compiutamente a conoscenza dei fatti desunti dal PRG (Piano Regolatore Generale) del Comune ove le aree territoriali da lui definite “private” nelle quali “il Comune non ha più titolo”, in realtà riguardano zone interessate da lottizzazioni. 

Occorre rammentare allo stesso Sindaco il concetto di “lottizzazione”, ovvero lo strumento urbanistico che consente ed ha consentito in passato ai privati la trasformazione di terreni (nel nostro caso originariamente agricoli) in lotti edificabili a fronte della esecuzione delle opere di urbanizzazione a carico del privato attuatore e della successiva cessione al Comune, a titolo gratuito (e non attraverso esproprio), delle stesse opere previo pagamento dei relativi oneri di costruzione dei singoli lotti edificabili.

Nei territori indicati dal Sindaco nell’intervista ed oggetto del servizio televisivo di Striscia La Notizia, il PRG vigente approvato con DGR nel 1984 (previsto dal DM 2/4/1968 n. 1444), individua l’esistenza di varie lottizzazioni: illegittime, abusive e legittime convenzionate. Molte delle lottizzazioni risultano illegittime (compresa Lupetta e Colle Romito) mentre altre, come quella nell’area territoriale denominata Tor San Lorenzo Lido, trattasi di lottizzazione legittima (EX SIM) approvata con Delibera n.44 del 14/07/1955 e successiva approvazione della GPA del 26/03/1956 con convenzione del 18/05/1956 che prevedeva tra gli obblighi la “costruzione strade principali e secondarie cessione gratuita mq. 2.300”.

In tutti i casi, anche laddove la lottizzazione sono risultate illegittime, secondo le previsioni del PRG vigente e le normative urbanistiche, tutte le opere di urbanizzazione, una volta completate, comprese le strade, debbono essere cedute gratuitamente al Comune. Ciò significa che tutte le strade all’interno di quelle aree, devono essere aperte al pubblico transito. Strade che ad oggi sono ancora gestite da un soggetto privato e la cui viabilità non è consentita a tutta la cittadinanza, solo ed esclusivamente perché il Comune non ha mai, in circa 35 anni, attuato quanto prescritto nel PRG; lo stesso PRG che prevede la dotazione di aree ben definite destinate a parcheggi all’interno di tutte le zone che ad oggi hanno il controllo degli accessi.

Non è possibile, quindi, confondere la legislazione relativa ai condomini con la realtà che è stata appena descritta e non si può insistere con il termine “privato” laddove esistono obblighi specifici di interesse pubblico ed è nell’interesse pubblico, del territorio e dell’intera collettività che vengono formulati i Piani Regolatori Generali. Il Sindaco domanda qual è l’interesse per il Comune nel consentire l’accesso al mare con qualsiasi mezzo che ogni cittadino italiano ha il diritto di scegliere ma sembrerebbe che per il Sindaco l’interesse del Comune sia cosa diversa dall’interesse dei cittadini, tutti! Tuttavia, l’interesse di una Pubblica Amministrazione dovrebbe essere quella, in primis, di perseguire il rispetto della legge dando essa stessa l’esempio e pretendendolo dai cittadini, soprattutto quando l’Amministrazione è pentastellata ed ha promesso “il cambiamento”! Inoltre, e non di poco conto, sfugge al Sindaco che le zone limitrofe alla balneazione sono miniere economiche, fucine dello sviluppo economico, soprattutto nel campo turistico, nonché fonti di crescita occupazionale.

Ad oggi, nei circa 9 km di costa, quelli che il Primo Cittadino chiama “turisti” non sono altro che “proprietari di seconde case”! Il turismo e i servizi dedicati al turismo sono ben altra cosa. Sfuggono inoltre al Sindaco, tutte quelle possibilità di introito diretto nelle casse comunali che in quelle zone balneari si potrebbero realizzare, dalle strisce blu per i parcheggi sulle strade aperte al pubblico transito, al controllo del traffico, ecc. E’ chiaro, quindi, che il dubbio sull’eventuale “interesse” per il Comune è sfatato, piuttosto sarebbe da capire qual è l’eventuale “interesse” a non voler realizzare quanto gli strumenti consentono e quanto sarebbe auspicabile per una città che egli stesso ha definito a “vocazione turistica”!

L’aver voluto, infine, sottolineare, nella lettera inviata al Ministro Salvini in risposta ad una nota inviata dalla signora M.T.M. (pubblicata nelle pagine successive all’intervista) che la stessa signora “non è iscritta nelle liste Anagrafiche di Ardea e quindi si tratta presumibilmente di una cittadina che utilizza l’abitazione nel consorzio come casa per le vacanze”, è veramente una pessima caduta di stile per un Primo Cittadino che dovrebbe sapere che proprio i proprietari di seconde case sono quelli che pagano tasse superiori rispetto ai residenti legittimata, quindi, a richiedere il rispetto delle leggi. Pertanto la risposta è semplice, come è semplice la relativa soluzione: basta far rispettare la legge, ovvero rendere esecutivo l’indirizzo dato dallo strumento urbanistico di pianificazione del territorio dato dal ns PRG.

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