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Ernesto il ‘randagio’, l’animale che dà lezione all’uomo: il progetto ad Ardea del veterinario Gerardo Rossomando

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Ardea. Bambini e animali: quale binomio migliore? Nessuno, perché l’innocenza e la spontaneità che si trova in entrambi si equivale e, purtroppo, non si ritrova negli adulti della razza umana. Quindi l’iniziativa presa da un rinomato veterinario di Torvaianica, Gerardo Rossomando, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Ardea 3 è sicuramente una delle migliori di questo anno scolastico. A partecipare al progetto sono state le classi 3B, 5D e 5E della scuola primaria di Ardea di via Varese. «Abbiamo proposto agli alunni un progetto innovativo – hanno spiegato gli insegnanti – che suggerisce ai giovani la possibilità di apprendere divertendosi e scoprendo l’importanza degli animali nella vita delle persone». Il progetto è denominato “Qua la zampa” ed è partito grazie alla consegna alla scuola del libro “Ernesto il randagio”, scritto dal dottor Rossomando, che racconta la storia di un cane abbandonato che “rinasce” a nuova vita grazie all’amore di un umano speciale.

Il libro, con dedica speciale, è stato dedicato dal veterinario alla scuola e, da questo gesto, è nata l’idea del progetto. «Gli alunni – hanno proseguito gli insegnanti – hanno letto e commentato con i docenti il testo e hanno vissuto con grande entusiasmo l’incontro con l’autore per porre interrogativi e richiedere chiarimenti. La lettura è risultata molto interessante anche per i bambini più piccoli, quelli della classe III della scuola primaria, perché favorita dalla naturale empatia del bambino nei confronti degli animali».

Quale è stato il momento più emozionante?

«Certamente quello della pet teraphy, l’incontro durante il quale gli allievi hanno conosciuto il protagonista Ernesto e, insieme a lui, alla cagnetta Misia, al dott. Rossomando e all’esperta di pet teraphy, hanno preso consapevolezza delle esigenze e delle responsabilità che comporta la convivenza con un animale. Inoltre i professionisti hanno insegnato ai bambini come comportarsi con il proprio cane o con un cane sconosciuto per prevenire gli episodi spiacevoli».

In tutto questo non è mancato il momento ludico per rafforzare l’interazione uomo-cane, con i bambini che giocavano e si divertivano insieme agli animali. In ultimo, c’è stata la conoscenza e l’avvicinamento con un coniglio di razza ariete nano, che ha destato l’interesse e la curiosità dei bambini. Le famiglie sono state favorevoli e hanno condiviso con la scuola gli obiettivi del progetto, in particolare l’importanza dei momenti di interazione tra gli alunni e gli amici a 4 zampe come catalizzatori educativi che attivano processi positivi. Inoltre il progetto ha stimolato l’analisi e l’esposizione delle sensazioni e dei sentimenti più profondi che hanno dato luogo a un percorso emozionale utile per guardarsi dentro ed essere più consapevole del proprio agire. «Non avrei mai immaginato che scrivere Ernesto il Randagio mi avrebbe regalato delle emozioni così forti», ha commentato il dottor Rossomando.

«Leggere una bella recensione sul mio libro è qualcosa di veramente appagante, sentire che sono riuscito a trasmettere emozioni con la scrittura penso che sia la ricompensa più grande alla quale uno scrittore può ambire. Ma quando la recensione è rappresentata dal sorriso di un bambino che stringe nelle mani non più il tuo, ma quello che è diventato il ‘suo’ racconto… allora non ci sono parole per descrivere quell’emozione. Ed è ciò che è accaduto con gli alunni della scuola elementare Ardea 3».

Questa, però, non è la prima volta che lei consegna il suo libro alle scuole…

«No. Però, diversamente da come ho fatto le volte precedenti, ad Ardea3 l’ho voluto consegnare qualche settimana prima di incontrare i ragazzi, in modo da trasformare quello che poteva essere una “presentazione del libro” in un vero e proprio dibattito sulle tematiche fondamentali di Ernesto il Randagio. Quello che è accaduto è stato fantastico. I miei piccoli lettori non vedevano l’ora di partecipare alla discussione, di raccontarmi la loro esperienza personale, ciò che hanno vissuto nel leggerlo, le volte che si sono rispecchiati in Ernesto, quanto spesso nella loro vita si sono sentiti, hanno provato le stesse emozioni sia positive che negative che ha provato Ernesto nella sua avventura. Hanno tirato fuori le loro emozioni come se fosse l’unica cosa che desideravano veramente fare con sommo stupore sia delle insegnanti che mio. È stata un’esperienza fantastica. Parlavano di Ernesto il Randagio con un affetto e con una purezza come solo i bambini sanno fare. lo stringevano tra le mani, gli brillavano gli occhi. E tutto questo affetto nei giorni successivi lo hanno riversato sul protagonista un meraviglioso del libro, un meraviglioso Breton e sui suoi amici, Misia, una cocker tutta coccole, e Camilla, un dolcissimo coniglietto ariete».

Quindi Ernesto non era da solo?

«No, perché il progetto prevede sia la parte legata strettamente al libro sia una parte di attività assistite con gli animali, dove i bambini possono accarezzare, coccolare e giocare con i loro beniamini a quattro zampe. E anche in questa occasione, complici le impagabili maestre della scuola elementare Ardea 3 Gioia, Roberta e Giusy e la pet therapist Simona Pallante, il sentimento dominante è stato la serenità, l’armonia tra uomo e natura».

Quanto le resterà di questa esperienza?

«Non penso che riuscirò a dimenticare quelle meravigliose giornate, le domande dei bambini, le loro acute osservazioni, la voglia di tirare fuori le loro emozioni, i loro occhi, la voglia di dire la loro opinione, la dolcezza con cui accarezzavano i cani la gioia che manifestavano nel giocare con loro e la delicatezza con cui si sono relazionati con Camilla la meravigliosa coniglietta ariete. Abbiamo trattato temi importanti come il rispetto della natura altrui, la biodiversità, cenni di educazione cinofila ma soprattutto il rispetto per gli altri, per gli altri bambini, per gli animali, per l’ambiente e tutto con grande serenità, armonia e assoluta partecipazione dei nostri futuri uomini. Un ringraziamento speciale va alle maestre Gioia, Roberta e Giusi che hanno preparato i loro alunni per questo evento in modo assolutamente esemplare. Grazie di cuore».

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