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Rissa tra mamme ad Ardea, parla una delle protagoniste

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Rissa tra mamme ad Ardea, parla una delle protagoniste della lite, la donna che – secondo molti – avrebbe iniziato ad alzare le mani contro un’altra donna. Durante la colluttazione si era intromessa un’altra mamma, per difendere la vittima dell’aggressione, rimediando anche lei schiaffi e spintoni.

Adesso la signora, D.M., prende la parola per scusarsi e fornire la sua versione dei fatti.

 “Voglio chiedere pubblicamente scusa – dichiara – a tutte le mamme e ai bambini della scuola che hanno loro malgrado assistito a un atteggiamento poco educato tra me e le altre mamme, che certo non è da considerarsi di buon esempio specialmente per i giovani scolari”. D.M continua poi a raccontare la sua verità, dicendo che, secondo lei, questi tristi fatti si sono verificati “soltanto” per divergenze di idee tra mamme, nate a seguito di dibatti fatti su Whatsapp: in pratica, le mamme non si trovavano d’accordo tra loro su decisioni da prendere per attività scolastiche. “Divergenze di idee – racconta D.M. – che hanno generato una emarginazione del mio bambino al limite di atti di bullismo. Certo, questo non giustifica per nessuno di noi arrivare alle mani, che certo non è un buon esempio e vanifica gli sforzi di ogni genitore e soprattutto degli insegnanti, che con passione cercano di insegnare un vivere civile. Ho più volte chiesto spiegazioni via Whatsapp ai genitori in genere, ma soprattutto alla persona con la quelle per prima siamo venute alle mani, chiedendo spiegazioni del comportamento che avevano i loro bambini, quali erano i motivi per cui escludevano dai giochi mio figlio. Infatti più volte si verificava che mio figlio veniva escluso dal gruppo dei suoi coetanei, secondo me non tanto per volere degli stessi bambini, ma perché condizionati dai loro genitori. Comunque, come le altre due mamme coinvolte nella rissa, anch’io ho subito lesioni certificate al pronto soccorso di Pomezia, guaribili in sei giorni. Sono mortificata per l’accaduto e mi auguro per il futuro che questi fatti non accadano più e che la cosa possa rientrare nel vivere civile”. 

Ricordiamo che le altre due mamme hanno riportato 7 giorni di prognosi ognuna. La prima, G.T., ha raccontato di essere stata aggredita dalla signora D.M. e di non aver neanche avuto il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, di essere stata “aiutata” da un’altra mamma (che le ha prese anche lei) e poi dai sanitari del 118 che l’hanno portata al pronto soccorso dell’ospedale di Aprilia che, appunto, l’hanno refertata con un trauma contusivo e 7 giorni di prognosi.

 

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