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Cisterna, chiude la libreria Voland: la città perde un importante punto di riferimento culturale

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libreria Voland

A Cisterna chiude la libreria Voland. Un’altra attività che si arrende e chiude i battenti, sconfitta dalla crisi. Ad annunciarlo Davide, il titolare, attraverso un post sulla pagina ufficiale Facebook della libreria che, in poco più di un’ora, ha raccolto 400 “mi piace”, 130 commenti e numerosissime condivisioni. 

Amici di Voland, post che non avrei voluto scrivere – annuncia Davide – La libreria chiuderà i battenti il 15 gennaio. Volevo arrivare a festeggiare i 20 anni ma…non ce l’abbiamo fatta. Per cui chi vorrà venire a trovarci per acquisti o per un saluto, può farlo entro quella data”. 
Il titolare della libreria prosegue poi ricordando gli anni passati nella libreria con un post che riassume un mestiere che è passione, facendo trasudare dalle sue parole tutta la nostalgia che già sente di quel posto che non ha ancora lasciato. “Un treno di ricordi e aneddoti”, definisce lui stesso il lungo post.
“Mi ricordo – scrive Davide – quando ho riportato Corrado Augias a casa a Roma, mi ricordo di aver abbracciato Joe Lansdale, mi ricordo le ragazze super che hanno lavorato da Voland, mi ricordo i resti creativi di alcune di queste, mi ricordo quando mi chiamò Gaetano Savatteri al telefono per il primo incontro in cui ho superato l’imbarazzo del microfono, mi ricordo il giovane Tanguy Viel e 100 persone ad ascoltarlo a Palazzo Caetani, mi ricordo il festival Culture Pop per cui non c’era mai ‘na lira e pure a chiedere le sedie bisognava stare attenti, mi ricordo Paolo Rumiz e la sua generosità (e la bici che gli prestai per fare un giro fuori Cisterna il giorno dopo l’incontro), mi ricordo “Cristo si è fermato a Empoli”, mi ricordo i latte e menta con Sara, mi ricordo le cioccolate calde con Alessandra, mi ricordo le chiacchierate con Claudio Serone prima che aprisse Voland, mi ricordo i pomeriggi con gli amici architetti Alessia e Franco per progettare gli spazi, mi ricordo “Scusi ce l’ha La trattoria degli animali?”, mi ricordo Giancarlo De Cataldo ingaggiato grazie all’amica Seia, mi ricordo che i più grandi che sono venuti non hanno mai chiesto niente e invece i mediocri…, mi ricordo la bellezza di definire il logo di Voland da Amedeo e Enzo Sciotti, dove far finire la coda del diavoletto ecc, mi ricordo l’onore di avere Alessandro Portelli (!) in libreria e il dispiacere che ci fossero poche persone ad ascoltarlo, mi ricordo le playlist de Voland che non se discostavano da Van Morrison, il blues e il jazz anche quando le collaboratrici della libreria sotto Natale imploravano per Bublé e temi natalizi, mi ricordo una ragazza che mi piaceva (e mi piace) un sacco a cui consigliavo i libri per la nonna super lettrice, mi ricordo Giorgio Serafini Prosperi, un altro autore che come Portelli ha le tre componenti magiche: laziale, di sinistra, dylaniano, mi ricordo Alicia Gimenez Battlett in biblioteca e io in ansia per non avere copie a sufficienza, mi ricordo Maurizio Vento di Sellerio e le decine di mail che potevo mandargli in una settimana, mi ricordo “Ce l’ha le cosmicoliche?”, mi ricordo Marino Sinibaldi brillo al Salone del Libro di Torino 2002 “sei un temerario se vuoi aprire una libreria a Cisterna”, mi ricordo il viaggio in macchina con Andrea Delogu che mi dava idee per la Voland”.

I sogni ad occhi aperti

E poi ancora.
“Mi ricordo il sogno a occhi aperti sometimes di aprire un’altra libreria e chiamarla Cervantes, che avesse 200 mq e fosse aperta 7 su 7, mi ricordo “Ce l’ha Allaccio all’Enel?”(era La concessione del telefono), mi ricordo relatori fortissimi come Roberto Ippolito, ma anche tra gli amici Giulio, e Davide, e Clara, mi ricordo Alessandro Robecchi e le chiacchierate su Dylan a cena, mi ricordo Romolo che ogni anno a Natale mi dice “Ma non ce l’hai ‘na carta da regalo un po’ più bella?”, mi ricordo l’amico Piermario e la sua frase profetica quando acquistai Il Maestro e Margherita “Ti accompagnerà per tutta la vita”, mi ricordo gli stand coi libri alle Feste de l’Unità a Cori, e i biscotti e il vino che mi offrivano, mi ricordo gli e le agenti in gamba in libreria, Michele di Laterza uno dei pochi a leggere un sacco di libri, mi ricordo, facendo un pacchetto a due fidanzati, “Come fanno a piacecce i libri a tu madre?!” “Perché è strana” “A me se me devi fa’ legge…mamma mia!”, mi ricordo di tutte le volte in cui “il libro arriva martedì”..perché avevo difficoltà sui tempi e mi arrampicavo sugli specchi insaponati, mi ricordo la bellezza delle cene Einaudi, mi ricordo gli incontri a Bassiano, con Piero Dorfles e Anna Foa, mi ricordo Adriano Labbucci a Cori per il suo “Camminare”, mi ricordo sempre a Cori David Grieco per il suo libro su Pasolini , “tu sei un entusiasta, me ne sono accorto dal tono delle mail”, mi ricordo la preparazione di Culture Pop, mi ricordo “Scusa Gianni Agus ha fatto un libro su Gesù?”, mi ricordo la meraviglia dell’incontro con Andrea Molesini (grazie a Giulio!), mi ricordo Wu Ming 2 a Palazzo Caetani, mi ricordo le letture animate in libreria con Mobilitazioni Artistiche, mi ricordo le classi di primaria in visita da Voland e la “Caccia al libro”, mi ricordo Marco Damilano e la folla a Cori (e grazie al grande Mike Marangon)”.

Il nastro infinito dei ricordi

Ma i ricordi sono ancora tanti.
“Mi ricordo “Che avete le agende?” “Si, settimanale o giornaliera?” “Annuale”, mi ricordo Bruno Giordano (introdotto da Giancarlo Governi) e la goduria di averlo a cena, mi ricordo sempre Augias all’entrata di Palazzo Caetani “David, presto chieda a sua madre un copricapo, un fez, ché qui è umido”, mi ricordo Riccardo Cucchi e la sua disponibilità, mi ricordo “Libri a corte” sempre a Palazzo Caetani con Gigi Riva e il suo libro sulla ex Jugoslavia, mi ricordo Giancarlo Governi e la gioia di dialogare sul libro su Totò, mi ricordo Antonio Forcellino e il suo racconto dell’arte, mi ricordo (padre al figlio) “Mannaggia a te, a cinqu’anni devi vení in libreria?! Tengo da ammazzà la maestra tua!”, mi ricordo l’iter delle presentazioni in libreria, il microfono, la cassa col fruscio, le sedie, sposta i tavoli, l’acqua per l’ospite e i dolci dopo, mi ricordo Bjorn Larsson (!!) per i 12 anni della libreria (“Avete tutti questo mito della donna svedese ma quando le sposate poi rompono come le altre, o portano i bigodini ecc…”), mi ricordo “Che c’ha du’ lacci de sto colore?”, mi ricordo il privilegio di aver conosciuto Paolo Nori, mi ricordo Antonio Pennacchi e il suo entrare da me e senza salutare dirmi “Se non vendi almeno 200 copie del mio libro (Shaw 150) è meglio che chiudi”, mi ricordo lo spasso degli incontri nelle scuole con Nicola Brunialti, mi ricordo Patrizia Rinaldi per Blanca e per i libri da ragazzi, mi ricordo una delle emozioni più dolci della mia vita, aver stretto la mano a Carlo Fruttero a Torino e aver ricevuto un suo autografo (!), mi ricordo gli autori portati al liceo, mi ricordo le giornate di camminate interminabili al Salone del Libro finché non era orario di chiusura, mi ricordo sempre di Culture Pop la faticaccia di sistemare gli stand degli editori, mi ricordo sempre a Culture Pop la pazienza di Osso a sopportare le mie forzature pure quando volli farlo lo stesso con i gazebo esterni e la pioggia ci devastò tutto”.

Grazie ai lettori

Ma Davide rivolge un pensiero anche a tutti i suoi clienti.
“E mi ricordo la gioia di consigliare libri a tantissimi di voi, di cercare la lettura adatta al diverso interlocutore…e la gratificazione di ricevere poi dopo apprezzamento per la scelta… Queste soddisfazioni non si possono spiegare, e per questo io, Voland, per me non sento di aver mai lavorato in tutti questi anni, di non aver mai fatto fatica, per la bellezza che è questo mestiere. Per citare un grande, Voland per me è “Neanche un minuto di non amore”… Che aggiungere se non, come direbbe Manfredi, si vediamo”. In bocca al lupo, Davide. Speriamo tu possa riaprire e avere altri mille ricordi.
 
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