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Strage di Cisterna, chiesto il rinvio a giudizio per i medici che “restituirono” l’arma a Capasso

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Strage di Cisterna, Capasso con la moglie e le figlie

Ci sono novità sui terribili fatti di Cisterna ormai risalenti a quattro anni fa. La Procura di Latina ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dei due medici che appena tre mesi prima della strage avevano giudicato idoneo Luigi Capasso, il Carabiniere che uccise le due figlie e ferì gravemente la moglie prima di suicidarsi, a mantenere il possesso dell’arma. La stessa che gli era stata tolta e che venne poi utilizzata per il duplice omicidio.

I medici accusati di omicidio colposo

Il reato contestato, come emerso già nel maggio dello scorso anno, è quello di omicidio colposo. Per gli inquirenti infatti Capasso non avrebbe dovuto avere la pistola. E’ opportuno infatti ricordare che l’arma gli era stata tolta ma, dopo le visite mediche prima con il suo medico e poi con quello militare, era stato giudicato idoneo con i dottori che in lui non avevano riscontrato alcun problema. Per questo il sostituto Procuratore sostiene che i due medici siano responsabili di quanto accaduto e ne ha chiesto il rinvio a giudizio. 

La strage di Cisterna il 28 febbraio 2018

Luigi Capasso, in quel febbraio del 2018, aveva del resto premeditato tutto. In casa venne trovato anche un biglietto con su scritto: “Non doveva farlo”. Tra i due infatti i rapporti ormai erano incrinati da tempo. Nelle ore prima della strage, dopo aver terminato il turno di lavoro, anziché rientrare in caserma, dove viveva, il Militare aveva vagato per tutta la notte meditando vendetta contro la donna che voleva separarsi da lui proprio a causa della sua indole violenta. Antonietta e le due bambine erano da tempo infatti spaventate dall’uomo, tanto che la donna lo aveva allontanato da casa e aveva presentato un esposto nei suoi confronti. Il 28 febbraio poi la strage: il Carabinieri sparò prima alla moglie (che si salvò miracolosamente), poi, uccidendole, le due figlie di 13 e 7 anni, e infine si tolse la vita.

Cosa fa oggi la mamma Antonietta Gargiulo 

Lei è stata l’unica sopravvissuta della strage. Oggi si è trasferita a Napoli dove insegna Religione ed è impegnata nel sociale. In un post pubblicato sui social network ha scritto: «Aiutatemi a non dimenticare. Verità e giustizia! Grazie a chi mi ha sostenuto in tutti questi anni. L’amore vince sempre». 

 

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