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CINEMA: HEREAFTER, OLTRE LA VITA

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CLINT EASTWOOD CI REGALA UN FILM BELLISSIMO SUL MISTERO DELLA VITA OLTRE LA VITA\n\n

Superati gli 80 anni, Clint Eastwood è ancora in grado di stupire, e far discutere, su temi profondi e che toccano l’anima. Hereafter (letteralmente l’aldilà) ci porta nel mistero della vita oltre la vita, dentro alla curiosità ed alla paura che questo tema scatena in tutti noi. Non è facile parlare di un film come questo: si possono analizzare gli aspetti cinematografici, ma poi sarà ogni singolo spettatore a ricevere una diversa impressione a seconda di quelle che sono le individuali convinzioni e sensazioni su un argomento così dibattuto.\n\nEastwood ci strappa un elogio altissimo, perché riesce a sospendersi come un equilibrista esperto, tra soprannaturale e religione, rimanendo non solo agnostico, ma curando molto di più i sentimenti e gli avvenimenti “terreni”, quali la paura, il dolore, l’amore, temi dibattuti in tutti i suoi ultimi film.\n\nLa storia corre dietro a George, Marie e ad i piccoli gemelli Marcus e Jason,  quattro personaggi, bellissimi e dolorosi, che seppur lontanissimi tra loro arriveranno ad una consolazione simmetrica intrecciando le loro vite in un finale sorprendente e per questo non narrabile. George vive a San Francisco, ama Dickens, ascolta gli audiolibri prima di addormentarsi, insonne, triste e solo, è un medium, diremmo noi per semplificare, perché riesce a “vedere ed ascoltare” le persone decedute.\n\nMarie è una famosissima anchorwoman della TV francese, che sfugge miracolosamente allo Tsunami del 26 Dicembre 2004, mentre è in vacanza, evento che le cambierà la vita per sempre, mentre Jason e Marcus vivono con una mamma dall’esistenza complicata nella periferia di Londra.\n\nNon volendo dire di più della storia, perché ogni parola aggiunta svelerebbe qualcosa di importante allo spettatore, racconteremo degli attori.\n\nMatt Damon si cala perfettamente nel silenzioso e vulnerabile Medium George, “condannato”, come lui stesso si definisce, da questo dono che non gli consente una relazione normale con chi gli vive accanto.\n\nCecilè de France è così brava nel ruolo di Marie che sinceramente non comprendiamo perché questa attrice Belga non abbia ancora avuto una ribalta diversa, alla soglia dei 36 anni: meriterebbe una candidatura all’Oscar, e Eastwood, che di primi piani se ne intende, con lei indugia spessissimo, facendo parlare più gli occhi che la voce, non doppiata, in francese.\n\nI gemellini Mc Laren sono molto ben diretti, in ruoli che chi vedrà capirà quanto possono esser difficili da far recitare a bambini di 11 anni.\n\nGli effetti speciali, a parte la stupenda ricostruzione dello Tsunami (dove si legge la mano del co-produttore Spielberg, in un piano-sequenza alla “salvate il soldato Ryan”) sono ridotti all’osso, nessun fantastico riflesso ancestrale, ma solo un aldilà molto poco visibile nella scena, e per questo vigoroso nella mente di chi vede.\n\nAlla sua San Francisco Clint regala la fotografia migliore, confezionando un film bellissimo che rimarrà nella mente di chi lo avrà visto per anni.\n\nIl solito grande Eastwood quindi, signorile, romantico, autarchico e vigoroso come sempre, che si permette anche di confezionare, come aveva già fatto per “Gran Torino”, una colonna sonora sublime. Grazie di cuore, Clint.\n\nMAURO VALENTINI

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