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Dacia Maraini a Velletri: la scrittrice ha presentato il suo ultimo libro

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Dacia Maraini a Velletri

Dacia Maraini è ritornata alla rassegna letteraria “Velletri Libris” per presentare il suo ultimo romanzo dal titolo “In nome di Ipazia: riflessioni sul destino femminile”.

La calda serata di sabato 8 Luglio non ha fermato un nutrito pubblico di ammiratori che sono venuti ad ascoltarla presso la Casa delle Culture e della Musica nella suddetta cittadina dei Castelli Romani.

Libro “In nome di Ipazia: riflessioni su un destino femminile”

In questo libro, ha spiegato la Maraini, non si parla di Ipazia in particolare, ma di tutte le donne attraverso le varie epoche storiche. E tra tutte queste donne, l’autrice è partita da sua madre, Topazia, la quale le ha insegnato cos’è il coraggio. Pertanto, in questo libro si troveranno articoli che partono dagli anni ’60, in particolare, dalle inchieste che Dacia Maraini ha fatto  nelle carceri femminili italiane in giro per tutta Italia. Poi si troveranno degli articoli che la scrittrice fece per La Stampa, in particolare, del suo incontro-scontro con Pier Paolo Pasolini riguardo il tema dell’aborto. Allora, la Maraini ha tenuto a specificare che “per Pier Paolo, il ventre materno era sacro, era l’unico luogo dove si poteva essere veramente felici e protetti, così, praticando l’aborto, per lui, sarebbe stato come vedersi negato l’accesso al Paradiso”. Ricordiamo che Pasolini aveva un legame fortissimo con la madre.

Come abbiamo già detto, la scrittice apre questo suo libro ricordando sua madre, in particolare una vicenda molto toccante tanto che ad un certo punto le è mancato il coraggio di continaure a raccontarlo.

Libro "In nome di Ipazia"
Libro “In nome di Ipazia”-Foto di Damiana Pelagatti

Dacia Maraini ricorda sua madre Topazia Alliata

Quel momento tragico risale ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Siamo nel 1943 e la madre con il padre erano in Giappone. In quell’anno, quella nazione aveva fatto il patto con la Germania nazista e con la Repubblica di Salò e chiesero a tutti gli italiani lì presenti di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò.    Ma la madre si rifiutò. Così i suoi genitori vennero cosiderati traditori e messi in carcere e portati poi nei campi di concentramento. Anche questa propspettiva di vita così atroce non fece vacillare neanche per un momento i valori saldi a cui si era aggrappata la madre della Maraini: ossia, quelli di non acccettare mai alcuna forma di razismo. Restava, però, la questione delle figlie: Dacia, in particolare, aveva sei anni.      Che fine avrebbe fatto? O sarebbe andata anche lei con i genitori nei campi di concentramento o sarebbe stata trasferita in un orfanotrofio giapponese. La madre di Dacia, con una straordinaria lungimiranza, decise di portarsi dietro la figlia: infatti, l’orfanotrofio presso il quale la bambina sarebbe dovuta restare, venne bombardato e persero la vita tuti i piccoli ospiti al suo interno. Questo episodio fa capire quanto il destino giochi un ruolo importante ma anche beffardo nelle nostre vite.

L’episodio che ha spezzato il fiato all’autrice è stato quello in cui ricordava la madre ridotta ad uno scheletro, seduta per terra nella baracca dove vivevano, la quale, sapendo cucire le divise degli aguzzini, riceveva in cambio una patata per sfamarsi.

Temi affrontati nel volume

Ritornando sul tema centrale del libro, quello della questione sulle donne, la scrittrice sottolinea come i suoi articoli, risalenti agli anni delle battaglie civili, siano ancora molto attuali, il che vuol dire che alcune problematiche non sono state ancora superate. Il punto di svolta è rappresentato certamente dal ’68: da quell’anno, a seguire, decadrà il diritto di famiglia, il delitto d’onore, il matrimonio riparatore, l’aborto e il divorzio. Ma ha tenuto a precisare che la Storia è fatta di involuzioni: e così, i diritti acquisiti con tanta fatica si possono perdere. Quindi, il nostro compito è quello di lottare ancora di più per tenerceli stretti.      E lo possiamo fare andando a votare.

Non solo le donne, ma anche gli uomini sono vittime di una società che li vuole sempre forti e senza mai esprimere le loro emozioni. Questo punto venne toccato a suo tempo anche da Oriana Fallaci la quale scrisse:” Poichè avrai la barba, rideranno se piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza“(Lettera a un bambino mai nato-1975).

Tema sul femminicidio

Dacia Maraini ha rimarcato come il femminicidio prenda vita in seno alla famiglia della vittima, quello stesso luogo che,invece, avrebbe dovuto proteggerla.

E, nel momento in cui la donna decide di lavorare o di andarsene di casa, allora, l’uomo che diceva di amarla la uccide, perchè legge questa sua autonomia, questa sua identità come un attacco alla sua virilità.

Perchè ci sono ancora tanti uomini che considerano la donna come un oggetto di loro proprietà.

Ma non solo: persiste ancora molto forte la tendenza al fatto che la donna, per far carriera, debba mostrare di più il proprio corpo che le proprie capacità intellettuali.

La Maraini ha rimarcato il fatto che, oggigiorno, c’è così tanto consumismo da invadere anche i sentimenti e la fede politica. Tutto diventa usa e getta: le amicizie, le relazioni, la politica, la religione.

L’attenzione poi si sposta su un altro tema caldo: l’omosessualità. E qui torna di nuovo in auge la figura di Pier Paolo Pasolini, il quale, già all’epoca, si dichiarava tale senza alcun problema. Ma per la società di quei tempi, l’omosessualità era considerata come una malattia o una perversione, fino a rischiare il carcere.

L’ultima parte del suo dibattito si è soffermata su un’altro tema molto delicato per la donna, ma più in generale, per la società tutta: ossia, la violenza sessuale .

A tal proposito, Dacia Maraini ha spiegato molto bene in cosa consista quell’atto barbaro. Non è solo una violenza fisica, ma soprattutto psicologica. Infatti, i tiranni erano soliti stuprare le donne dei paesi che andavano a conquistare perchè in quel modo “invadevano” il nemico e lo facevano proprio. Infatti, la stessa autrice ha definito lo stupro come “un atto di guerra”, una condizione tristemente umana, poichè gli animali non violentano la propria compagna.

Tutti questi temi non sono piaciuti ad una certa parte del pubblico che ad un certo punto li ha ritenuti pesanti e se n’è andato. Di certo, la Maraini ha sempre trattato temi molto toccanti, sia a livello sociale che politico. Di certo, la sua vita è stata piena di avventure e disavventure le quali le hanno fatto leggere la vita con più lucidità e meno ipocrisia. Tanto che c’è da chiedersi chi, dopo la sua morte, calcherà ancora questi palchi e varcherà i cancelli delle scuole, per gettare luce sui diritti faticosamente acquisiti, sulla lealtà delle amicizie, sull’importanza delle uguaglianze, sulle tutele delle donne e delle persone più fragili in generale. Perchè la generazione che sta venendo sù in questi ultimi decenni non promette bene. 

Nutrito Pubblico
Nutrito Pubblico-Foto di Damiana Pelagatti

 

 

 

 

 

 

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