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Le 10 migliori attrazioni imperdibili ad Ardea

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Ardea

Ardea, per quanto sia poco conosciuta e lontana da Roma, in realtà pochi sanno che era una città molto importante. Innanzitutto perché aveva diversi contatti con gli Etruschi, i popoli della Magna Grecia e i Punici. Nel IV secolo questi collegamenti fecero la sua fortuna, tant’è che crebbe con una ricchezza commerciale senza fine.

Parte di questa espansione si deve alla colonizzazione dei Rutuli. I Rutuli erano un antico popolo del Lazio Latino che abitavano l’area a Sud di Roma tra gli odierni Castelli Romani e l’Agro pontino. Secondo alcune ricerche che si rifanno allo scrittore latino Appiano, i Rutuli avrebbero origini etrusche (da Rutilus, l’etrusco per dire rosso) e influenzarono la cultura di Ardea, di cui si trova traccia tutt’oggi. Tra reperti archeologici, tradizioni, miti e leggende, ecco alcune delle più importanti bellezze di Ardea da riscoprire.

Ardea, la città “splendente” dell’Agro Romano

Ardea è una cittadina a sud di Pomezia che conta oggi circa 50.000 abitanti e fa parte della Città Metropolitana di Roma. Sorge su una rocca tufacea, dalla quale domina la zona circostante e punta verso i Colli Albani. Il comune rientra nei capoluoghi dell’Agro Romano e si estende a Sud verso Pomezia, ai lati coi Castelli Romani e il Mar Tirreno, confinando con i comuni di Anzio e Aprilia nel meridione.

Il nome “Ardea” deriva da latino e significa airone, ma la città doveva richiamare anticamente qualcosa di luminoso e splendente. Dionigi di Alicarnasso fa derivare il nome da “Ardeas”, figlio di Odisseo e della maga Circe. Per altri, invece, deriva dall’Airone che secondo la leggenda raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi, si alzò dalle ceneri della città. Anche le sue origini sono antiche ed esistono diverse versioni sulla fondazione della città. Le più importanti riguardano lo sbarco di Enea sulle coste del Lazio, strettamente connesso alla nascita di Roma.

Una prima leggenda, riportata da Dionigi di Alicarnasso, fa risalire la fondazione della città ad Ardeas, figlio di Odisseo e Circe. Una diversa versione lega le origini di Ardea, nel XV secolo a.C. a Danae, figlia del re di Argo, che dopo la nascita di Perseo da Zeus, sarebbe giunta sulle coste laziali e avrebbe sposato il rutulo Pilumno dando origine alla discendenza di Turno. Insieme decisero di fondare una nuova città: il luogo fu scelto in corrispondenza di una ripida rupe tufacea, scoperta risalendo il fiume Incastro su una piccola imbarcazione.

Cosa vedere ad Ardea: Il Colle della Noce

Alle spalle della chiesa di Santa Marina si erge il Monte della Noce, che deve il suo nome non al noto albero, bensì al sostantivo noctis, il genitivo della parola latina nox, che in latino significa “notte”. Questa piccola zona pianeggiante doveva rappresentare una parte importante dell’antico abitato di Ardea.

In quest’area, nel VI secolo a.C., sorgeva uno dei più importanti santuari del Lativm Vetus. Il tempio del Monte della Noce, scoperto nel 1981, permise di ricostruire, per la prima volta, la pianta di un tempio rutulo di grandi dimensioni (34×21 m, 714 m² di superficie), uno dei più grandi templi arcaici del Lazio.

I boschi di Pian di Frasso

Fino a metà Ottocento la zona di Ardea era piena di boschi e paludi. È stato poi con la Bonifica dell’Agro Romano che una parte del territorio è stata recuperata per la coltivazione. Tra le piante ora presenti sul territorio, pini, lecci e sughere. Lungo il percorso del fiume Incastro è possibile vedere alcune colonie di Airone cinerino. Si tratta dell’uccello simbolo della città, il cui nome latino è Ardea cinerea. Uccelli di diverse specie come beccaccini e ovviamente aironi, ma anche civette, gufi e barbagianni lle campagne si trovano conigli selvatici, volpi, istrici, tassi, donnole

Tor San Lorenzo

Tor San Lorenzo è una popolosa frazione del comune di Ardea, situata dove sorge l’omonima torre, una delle più antiche torri costiere del Lazio, situata nell’Agro Romano.  la Torre di Tor San Lorenzo fu progettata (probabilmente costruita su disegno di Michelangelo Buonarroti), e costruita su commissione di Ascanio Caffarelli, proprietari della tenuta circostante, e della chiesa (La torre prende il nome dalla vicina chiesa paleocristiana dedicata al santo), con lo scopo di difendere efficacemente il territorio dalle incursioni dei pirati barbareschi, su invito di Papa Pio V. Tra tutte quelle realizzate sul litorale romano, questa era considerata la più imponente e bella, per questo gli stessi corsari Turchi vedendola la definirono la “Pomposa”. 

Palazzo Sforza-Cesarini

Il Palazzo Sforza-Cesarini. Si trova sulla Rocca di Ardea, è stato edificato dai Colonna nel 1421 lì dove un tempo sorgeva la Torre d’Ardia. E’ il 1564 quando viene venduto ai Cesarini. Qui vi abitarono i Borgia e Papa Gelasio II che si rifugiò tra le sue mura per sfuggire ai tedeschi. Si entrava al Castello con un ponte di muratura con un fossato scavato nel tufo e aveva un giardino pensile fortificato proprio a ridosso del confine della rupe che dà sul mare. Dopo la seconda guerra mondiale venne distrutto il primo piano che portava poi a una torre merlata. Ora è visibile solo il pianterreno. Lì, secondo la leggenda, vive il fantasma di Ludovico Colonna, che venne ucciso nel 1436 proprio nel palazzo con una pugnalata alla gola da parte del cognato. Accanto al Castello, nelle fortificazioni della città, è visibile l’arco della porta. E’ un portale a tutto sesto che risale al XII secolo che si trova al secondo ingresso dell’Acropoli (quello in direzione mare). Sono visibili ancora gli stipiti del grande portale di legno che sbarrava l’ingresso alla città.

Chiesa di San Pietro

Fu edificata nel XII secolo dai monaci Benedettini del Monastero di San Paolo fuori le Mura, sull’area di un tempio di età ellenistica. Il portale di accesso è inquadrato entro stipiti marmorei del II secolo d.C., con splendidi motivi a girali di acanto e raffigurazioni zoomorfe. Anche un capitello del presbiterio e l’ara sepolcrale antistante la chiesa possono essere riferiti alla stessa costruzione templare.

La chiesa, in stile romanico, consiste di un’alta navata centrale comunicante con due piccole navate laterali attraverso una serie di sei arcate a tutto sesto. Al suo interno la Chiesa conserva uno straordinario ciclo di affreschi del XV secolo e una tela di scuola caravaggesca, raffigurante San Pietro, patrono della città. Il fonte battesimale e il tabernacolo sono opere del grande scultore Giacomo Manzù.

Chiesa di Santa Marina

Secondo una leggenda Santa Marina visse proprio sotto la rocca di Ardea, lì dove oggi sorge una chiesa – nell’antico cimitero della città – che porta il suo nome. La chiesa è stata costruita nel XIII secolo. Il culto di Marina venne portato ad Ardea dai monaci basiliani di Grottaferrata, di rito orientale. Una parte dell’edificio è stato costruito usando una grotta in cui, secondo la leggenda, vi ha realmente vissuto. Si accede alla chiesa da un portone che dà su un portico e che ha due stipiti di marmo con le immagini di due leoni e l’architrave con le immagini di Santa marina, di suo Padre e dell’abate. Tra gli affreschi all’interno del tempio – a una navata unica – si riconoscono Sant’Antonio Abate, la Madonna con il Bambino e San Rocco. Dietro l’altare si accede alla grotta nel tufo dove si presume sia vissuta la santa. Nel II secolo dC era un ninfeo e, nel IV secolo venne trasformata in una tomba. Al centro, nell’abside, un affresco di Santa Marina. Nel pavimento ci sono alcune botole che portano ad altri vani, scavati nel tufo, che portano in un’altra grotta, questa volta tricora.

Al termine di via di Santa Marina, su via Niso – il tratto comunale di via Laurentina, è visibile il fontanile dedicato alla Santa. Venne costruito volontà di due priori di Ardea nel 1616. All’inizio era una fonte. E’ nel Settecento che viene aggiunto un lavatoio pubblico. E’ presente, in copia (perché trafugata) una statua acefala di Santa Marina. E’ su una colonna e con una palma in mano.

Oratorio Ipogeo di Santa Maria

Situato tra l’Acropoli e la vecchia civitas, l’Oratorio Cristiano Ipogeo rappresenta uno dei monumenti archeologici più interessanti del Lazio. Scoperto casualmente solamente nel 1964, è una delle testimonianze più antiche della presenza di cristiani nella regione. E’ sito in un terreno che sorge davanti agli scavi di Casarinaccio. All’Ipogeo vi si può accedere tramite una scala con volta decorata.

La struttura è quella di una cripta sotteranea. Inizialmente concepito come ninfeo pagano (II secolo a. C.) l’Ipogeo venne in seguito adottato come luogo di culto cristiano a partire dal V secolo d. C. All’interno possiamo trovare diversi affreschi di scuola bizantina del XII secolo.

Il mare e la marina di Ardea

Ad Ardea ci sono molti modi per vivere il mare.  La costa è sabbiosa ed è intervallata dalla foce di alcuni fossi e fiumi che provengono dal reticolo idrico dei Castelli Romani. In alcuni tratti sono ancora visibili le dune di macchia mediterranea. Non è raro vedere tartarughe Caretta Caretta o delfini a largo di Ardea: il fondale, particolarmente basso, porta gli avvistamenti a più di 3 miglia dalla riva. Indicativamente, avvengono quando ci si trova a circa 10 metri di profondità. I pescatori raccontano come sia frequente avere le reti distrutte dai delfini che spesso ne approfittano quando sono cariche di pescato per farsi una facile abbuffata di pesce. A questa distanza si possono anche vedere verdesche di circa 3 o 4 metri di lunghezza.

Il Palio di Maggio

Questa manifestazione dal sapore di altri tempi ha il suo fulcro nel centro storico di Ardea. Le associazioni locali e della Pro Loco ogni anno si impegnano per far rivivere i fasti del vecchio Palio che si svolgeva decenni or sono nella cittadina, facendo competere. la prima domenica di maggio le contrade della città (Banditella, Caronti, Casalazzara, La Rocca, Le Salzare, La Torre, Montagnano, Pian di Frasso e Torre Bruna).

La Festa di Santa Maria del Rosario

La Madonna del Rosario è una festività che si svolge sulla Rocca di Tor San Lorenzo durante la  seconda metà di luglio. La festività richiama tutto il folklore locale ed è molto caratteristica, durante le celebrazioni infatti tutti i balconi e le finestre di Ardea sono addobbati con lenzuola ricamate.

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