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Qual è il campanile più piccolo di Roma?

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Campanile

Appena quarantacinque metri centimetri di diametro e fa parte della Chiesa di San Benedetto in Piscinula. Si trova a a Roma nel rione Trastevere ed è il campanile più piccolo della Capitale. Addirittura il Guinness dei Primati la definisce la “più antica campana da torre conosciuta“. La sua campana pare che sia anche la più antica presente in città; è datata 1069.  È la più antica anche perché sfuggì, a causa delle piccole dimensioni, al Sacco di Roma del 1084. Roberto il Guiscardo (Terror Mundi, ndr) e i normanni al suo seguito non la considerarono durante il saccheggio, concentrandosi su campane più grandi e dal suono più potente.

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La chiesetta di San Benedetto in Piscinula

La sua storia è ricca di curiosità, tesoro artistico medievale di Roma. Sorge in fondo a piazza della Piscinula. Il toponimo della piazza, così chiamata nel XII secolo, deriva dal fatto che era stata aperta sui resti di uno stabilimento termale. Ma i suoi resti erano ben visibili sino al XVIII secolo in prossimità del Ponte Cestio. Siamo in una delle zone trasteverine nella quale, se si fa attenzione e ci si estranea momentaneamente dal traffico e dalle strutture odierne, si possono cogliere benissimo le tracce della propria forma medievale. Come capiamo dal suo nome, è dedicata a San Benedetto da Norcia. Si dice infatti, ma è una leggenda, che sia stata fondata sulle case degli Anicii, ai quali è oggi dedicata la via Anicia. Questo nel luogo in cui San Benedetto da Norcia, che il mito vuole imparentato con quella famiglia, abitò nel periodo dei suoi studi a Roma. Nella chiesa è presente un cubicolo nel quale il monaco avrebbe abitato, prima di compiere le sue imprese da eremita. Inoltre lo si vuole immaginare, presso la chiesa, intento a pregare la Madonna della Misericordia che, a sinistra dell’ingresso, arreca la sua immagine. Nell’oratorio della struttura si legge: “Questi mattoni, parte delle antiche mura sulle quali fu costruita la chiesa, sono i soli ruderi visibili della Domus Aniciorum, unici testimoni della presenza, intorno al 495 d.C. di un giovane di famiglia patrizia chiamato Benedetto. Il quale si era recato da Norcia a Roma, secondo la consuetudine del tempo, per prepararsi alla carriera senatoria. Da qui partì per Affile, città dove ebbe luogo il suo primo miracolo conosciuto. Raggiunse poi Subiaco, dove iniziò la sublime avventura contemplativa della famiglia benedettina, diventando così, per la posterità, il Santo e Glorioso Patriarca del monachesimo occidentale“.

La chiesa di San Benedetto in Piscinula ospita il più piccolo campanile di Roma e la campana più antica. Infatti si salvò dal sacco di Roma.
L’altare della Chiesa di San Benedetto in Piscinula

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La storia non leggendaria

Non abbiamo purtroppo molte fonti storiche sulle vicende non legate alla leggenda rispetto alla nostra chiesa. Ma è citata nel Catalogo di Cencio Camerario, successivamente Papa Onorio III Savelli. Certamente, inoltre, vi era annesso un convento e fu parrocchia dal 1386 al 1824. La prima costruzione dell’intera struttura è stata una cappella edificata nell’VIII secolo, mentre del XI secolo è il campanile che, come abbiamo detto, è il più piccolo di Roma. Il suo restauro è recente ed è stato terminato nel 2007. È stato ripulito l’ambiente interno dalle incrostazioni settecentesche, riportando alla luce le murature medievali. E anche alcuni affreschi, valorizzando così i resti dell’ornamentazione cosmatesca dei pavimenti. La chiesa, va sottolineato, ospita i resi del religioso Costantino Caetani. Caetani era un erudito siracusano. Fu chiamato a Roma da Papa Clemente VIII per servire la sede apostolica. Collaborò con il cardinale Cesare Baronio che gli fornì molto materiale per i suoi Annales Ecclesiastici. Arrivò a Trastevere nel 1621 e fondò qui il Collegium Gregorianum, come centro studi benedettini e destinato ad ospitare gli appartenenti all’ordine in visita presso la Capitale. Donò al Collegium i codici e manoscritti raccolti nel corso dei suoi studi, fondando la Bibliotheca Anicia, che nel 1666 venne trasferita alla Biblioteca universitaria Alessandrina.

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