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Velletri, Walter Veltroni presenta il suo ultimo libro

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Walter Veltroni che saluta con la mano

Nonostante il temporale pomeridiano di sabato 2 aprile, una folla di gente si è riversata alla Casa delle Culture e della Musica per assistere alla presentazione dell’ultimo libro di Walter Veltroni “La scelta”.

Questo libro ha in comune qualcosa con ciò che noi italiani, oggigiorno, stiamo vivendo indirettamente: la guerra. E sì, perché l’opera è ambientata nella capitale durante il Secondo conflitto bellico. Siamo nei giorni 19-25 luglio 1943.

Trama del libro

L’editore, Giulio Perrone, che ha dialogato con l’autore, gli ha chiesto come mai abbia voluto parlare di questa storia oggi, dopo tanti decenni dalla fine della seconda guerra mondiale. Veltroni  ha risposto che di questo tema voleva parlare già da molti anni. Con il seguente interrogativo: come mai la stessa Nazione che ha dato i natali ai più grandi poeti, musicisti, pittori, è entrata in guerra e ha accettato le abominevoli leggi razziali? La risposta risiederebbe nel fatto che dopo la Liberazione nessuno si è chiesto come mai il popolo abbia voluto sostenere il Regime fascista.

In questo volume la guerra viene raccontata dal punto di vista di persone comuni. Infatti, i protagonisti sono i quattro membri della stessa famiglia dalle ideologie totalmente opposte. Il padre è un fascista convinto, il figlio un antifascista senza possibilità di ritorno e le due donne, la moglie e la figlia adolescente, che cercano di tenere uniti i due. 

Anche la figura di Mussolini è stravolta. Qui, il dittatore viene raffigurato alla maniera skahesperiana. Ossia: come un uomo alla deriva. Allo stesso modo Hitler. Due gerarchi consumati dal loro stesso delirio.

Quindi, l’autore parla dei suoi personaggi con pietà. Questo perché é una caratteristica squisitamente italiana quella di passare dal trasformismo alla dimenticanza. Infatti, fino al giorno prima che Mussolini venisse arrestato tutti indossavano la camicia nera. Dopo il suo arresto, la popolazione buttò letteralmente dalle finestre delle proprie abitazioni le camicie nere. Questo per non farsele trovare in casa. Forse come gesto di ribellione e di riscatto.

Ma perché dare come titolo del libro la parola “scelta”? L’autore l’ha selezionata sostanzialmente per due motivi. Il primo motivo riguarda in modo specifico le scelte che propriamente i protagonisti del suo romanzo hanno fatto in quei terribili giorni di guerra. E’ il  caso della figlia che dovrà decidere se scendere o meno dal tram al momento dello scoppio delle bombe. Il secondo motivo fa riferimento al fatto che non sempre le scelte che si fanno sono davvero scelte ‘libere’. Infatti, il più delle volte sono delle scelte ‘ condizionate’, come nel caso della guerra. Scelte condizionate dal volere della dittatura fascista, come nel periodo della Seconda guerra mondiale. 

A tal proposito, Walter Veltroni ha specificato che il ‘DUBBIO‘ è il contrario delle dittature. Il dubbio, infatti, permette di pensare, di scegliere e questo dà fastidio ai governi di regime. E’ noto come sotto le dittature filosofi e pensatori vengano fatti arrestare perché considerati dei “sovversivi”. 

Il tema della guerra affrontata nel libro inevitabilmente si riallaccia anche alla guerra in Ucraina. E allora, forse, l’argomento della “scelta” è  più facile da capire. Il popolo ucraino che da un giorno all’altro si è ritrovato a scappare dalla propria casa, dalla propria città, dalla propria nazione, a quali scelte si è trovato di fronte? Restare con la propria famiglia o andare a combattere al fronte? Portare con sé anche i propri animali oppure no? Come riuscire a trasportare un familiare anziano e magari anche disabile?

Ecco, queste sono “scelte”, se così si possono davvero definire, che nessun essere umano dovrebbe essere costretto a fare. Evidentemente, dalla storia non abbiamo voluto trarre insegnamento. 

 

 

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