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Fiumicino – Gli addetti del Mc Donald’s lanciano l’allarme: siamo ostaggio dei vandali

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Non dovrebbero essere lì quei tre ragazzi rom, già conosciuti alle Forze dell’Ordine per avere qualche tempo fa distrutto una vetrata del Mc Donald’s a colpi di spranga. Uno dei tre – acconciatura bizzarra e i capelli tinti che lo rendono inconfondibile – ci lancia un’occhiata bieca quando, sentendosi osservato, decide di passarci davanti con un  gesto di sfida che ha tutta l’aria di un avvertimento.

E’ lui il “boss” della gang. Anche se a prima vista sembra non avere nemmeno 18 anni. E’ stato più volte denunciato per spaccio e atti vandalici. Ma inspiegabilmente staziona ancora lì insieme agli altri due, giorno e notte, all’uscita del Mc Drive, dove non esistono più regole.

Chiunque decide di passare lungo il percorso tracciato per le auto, può farlo anche a piedi, pretendendo di essere servito ugualmente. Né i vari addetti al servizio – i “crew” – si sognerebbero mai di contraddire lui, il capo. E tutti quelli che hanno deciso di seguirlo.

Che cosa faccia lì quella banda di ragazzini è facile immaginarlo.

Gli scatti “rubati” nel corso della nostra breve visita al fast-food – a seguito di numerose segnalazioni pervenuteci in questi giorni e rimbalzate attraverso i social – sono inequivocabili. Ragazzini e ragazzine annoiati che rollano canne a ripetizione sono la triste risposta agli interrogativi di tanti genitori che al Mc Donald’s portano i bambini a consumare il tanto agognato Happy Meal.

E sono proprio loro, le mamme, ad aver notato qualcosa di molto strano negli ultimi tempi. Ve ne sono due rintanate in un angolo in fondo al locale.

“Perché siete qui? – chiediamo – Vi sentite più al sicuro?”

Una delle due giovani donne si schernisce, quasi si vergogna. Voltata di spalle, sta allattando il suo bambino.

“Non è lei che si deve vergognare, signora, in questo posto!”. La rincuoriamo. E le domandiamo se ha mai avuto problemi, lei e la sua amica con il bebè nel passeggino, in questo locale.

“Personalmente no – ammette – ma ci sono sempre delle brutte facce…come quei tre…li vede…sono nascosti li dietro come sempre…”

E così, candidamente la giovane mamma ci indica i ragazzi che avevamo già notato. Che da lì controllano tutto, spadroneggiando.

INTOCCABILI

Per frenare le intemperanze degli adolescenti – che non si limitano a fumare ma urlano, bestemmiano, sputano in terra e spesso si picchiano tra loro o con altri giovani – il nuovo direttore di sede ha deciso qualche mese fa di assumere un addetto alla sicurezza. Un uomo alto e robusto che sembra uscito da uno di quei film americani tutti inseguimenti e sparatorie.

“Se loro hanno paura di me? Un pochino, non tanto…”, ammette il “buttafuori”. Una contraddizione in termini, in un posto così, la sua dichiarazione.

E vedendolo all’opera con gli scalmanati che hanno riempito il locale dentro e fuori, non è difficile credergli.

“La situazione è peggiorata quando hanno chiuso il Ponte della Scafa. Prima si radunavano tutti al Pontile di Ostia. Ora, non sapendo dove andare, vengono tutti qui. Da Fiumicino, Focene, Fregene e Maccarese – dichiara una ragazza, membro dello staff, che racconta di essere stata brutalmente apostrofata da uno di loro solo per averlo guardato mentre spostava una sedia.

“La prima reazione sarebbe stata quella di tirargli un ceffone – ammette la ragazza – ma ho dovuto controllarmi”.

Devono attingere a tutto il loro “aplomb” gli addetti alla ristorazione del Mc Donald’s di Fiumicino. Il minimo errore potrebbe essere fatale. E avere conseguenze inimmaginabili.

Mentre parliamo, i ragazzi all’interno si muovono nervosamente tra i tavoli. Sembrano non trovare pace.

Uno di loro si avvicina al nostro tavolo e mi domanda: “Hai una sigaretta?” . Gli chiedo a mia volta: “Quanti anni hai?”. “Sedici” – risponde. “Mi spiace, non posso dartela”, replico. E si allontana.

Va verso il vigilante, che lo accompagna all’uscita. Ma lui rientra quasi subito, insieme a tanti altri, insistente.

“Scusate”, dice la ragazza che poco prima parlava con noi. “Vado a chiamare la polizia. Ci aggiorniamo quando rientra il titolare”. E si allontana con aria preoccupata.

Rosanna Sabella

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