In occasione della giornata mondiale della donna, l’8 marzo l’istituto Paolo Baffi di Fregene promuoverà una riflessione sul rispetto e la parità di genere. Per l’occasione sarà presentata un’installazione artistica del pittore e scultore Vito Bongiorno, con il coinvolgimento degli alunni.
Festa della donna all’Istituto Paolo Banfi: parla l’artista Vito Bongiorno
«Abbiamo pensato di coinvolgere gli studenti per ricordare l’importanza del rifiuto alla violenza sulle donne. In questa occasione – spiega l’artista Vito Bongiorno – l’8 marzo faremo una grande installazione insieme agli alunni dell’istituto Paolo Baffi nel cortile della scuola. Le opere d’arte saranno posizionate su di un telo bianco ampio circa 100 metri quadrati. Sul telo verranno posti circa 100 cumuli di carbone, posizionati a “scacchiera”, dove verserò una colata di vernice rossa per rappresentare ogni donna vittima di violenza. I ragazzi scriveranno dei pensieri su dei cartoncini che verranno poi appesi ad un albero sempre all’interno del cortile dell’istituto. Ogni pensiero sarà dedicato ad una donna vittima di violenza, immedesimandosi nel loro dolore e nei loro stati d’animo. L’albero dove verranno appesi è un ulivo, ed è stato scelto proprio come simbolo di pace. Inoltre dipingerò due panchine di rosso, come se fossero macchiate di sangue, sempre per rappresentare la violenza sulle donne».
L’appuntamento è alle ore 11.00 nello spazio aperto antistante l’edificio scolastico in Viale di Porto 205, a Fregene.
Conosciamo meglio Vito Bongiorno
Vito Bongiorno (Alcamo, 1º dicembre 1963) è un pittore e scultore italiano.
Tra i più rappresentativi sulla scena artistica contemporanea italiana. E’ noto per le sue opere in carbone. Con l’opera Terzo Millennio, eseguita nell’anno 2013, è stato considerato l’artista italiano che ha predetto l’ultima pandemia del Covid-19.
L’ opera di Vito Bongiorno ci porta dentro una dimensione che riflette sul tempo che viviamo, la fiducia nell’uomo si deve misurare con la fragilità e l’incertezza che governa il mondo.
Il simbolo del carbone anche contro la violenza sulle donne
L’esposizione allestita nel cortile della scuola Paolo Baffi vuole portare alla luce in forma simbolica quell’inquinamento morale e sociale che logora il nostro pianeta e la fragilità del mondo femminile trova la sua corrispondenza in un linguaggio materico in continua trasformazione.
Ancora una volta il carbone, materia principe dell’artista, questa volta macchiato di rosso, è assunto a simbolo del degrado dell’animo.
La panchina dipinta di rosso e le frasi scritte dai ragazzi sui cartoncini appesi ad un albero di ulivo sono una denuncia di ciò che accade intorno a noi. Allo stesso tempo ma sono anche un messaggio di speranza per le generazioni future che non sono disposte ad arrendersi.