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Cassino, il depuratore riversa veleni nel fiume: sei gli indagati per danni ambientali

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depuratore cassino

L’accusa è una ed è ben precisa: inquinamento ambientale. A seguito di una lunga indagine è stato constatato che il depuratore del Consorzio industriale di Cassino – dove confluiscono gli scarichi di diverse aziende – riversava veleni

Le indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo investigativo della Polizia Ambientale, hanno portato questa mattina (su ordine del Gip) i militari del gruppo forestale di Frosinone a eseguire arresti domiciliari nei confronti di tre persone. Per un totale però di sei indagati. 

Cassino, il depuratore che scarica veleni: gli indagati

Sono Riccardo Bianchi, amministratore della A&A (società che gestisce l’impianto), l’ing. Roberto Orasi, direttore dell’area tecnica, e Amedeo Rota, il tecnico, ad essere accusati di inquinamento ambientale. Nei confronti di altri due indagati è stato imposto un obbligo e un divieto di dimora; nonché il depuratore è stato posto sotto sequestro

Quando l’Arpa Lazio ha analizzato le acque del Rio Pioppeto – luogo in cui scarica il depuratore – si è imbattuta in valori che superano fino a cinquanta volte il limite consentito. Gli investigatori hanno dunque compreso di trovarsi davanti “l’inerzia degli indagati sulle modalità necessarie per evitare che lo scarico inquinasse il fiume”. 

 

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